Rassegna stampa di sabato 3 ottobre 2008

di José F. Padova

La situazione degli irregolari (immigrati senza permesso di soggiorno o già con provvedimento di espulsione) che vengono sfruttati qui, nella culla della civiltà, da sedicenti imprenditori avidi di soldi e proni per gratitudine a Lui è la fotocopia, magari un poco sbiadita, di ciò che capita ai lavoratori haitiani emigrati nella Repubblica dominicana. Sul tema schiavismo c’è ancora molto da dire e molti sono gli articoli che ho raccolto sull’argomento e che tradurrò. Dovrebbero interessare i nostri puristi della Razza Ariana, sia quelli al Governo, sia la bassa forza, fra cui molti Forzisti dell’Ordine (poliziotti, carabinieri, vigili). C’è sempre da imparare. Io quello che dovevo imparare l’ho assorbito indelebile nei terribili anni dal ’40 al ’45. Almeno ho avuto la soddisfazione di vedere sconfitti  i fascisti di allora. Per quelli di adesso, visto il tragico crescendo delle aggressioni, verbali e fisiche, a base di "sporco negro" - Maroni soffia sul fuoco e forse non sa che l’incendio può attecchire anche dove non lo si aspetta - è solo questione di tempo passare a "sporco ebreo". Si sa come è andata a finire.
Due articoli riguardano la tratta negriera sull’isola Hispaniola.
L’altro esprime lo stupore col quale all’estero vedono Lui sempre al massimo dell’ audience.

Haiti, il film-shock italiano che commuove la Francia
di Laura Putti
Repubblica ­ 17 luglio 2008   pagina 44   sezione: SPETTACOLI
C’ è un piccolo film italiano che da più di un mese resiste in due sale parigine e in una quindicina in tutta la Francia. è, come "La classe" e come "Gomorra", un film al confine tra la finzione e il documentario, e non ha attori professionisti. Una storia di sconvolgente crudezza. Proprio come i due film premiati a Cannes, fa parte di quel cinema militante, di denuncia, molto apprezzato in Francia. S’ intitola Haiti chérie (titolo di una canzone di Toto Bissainthe, voce simbolo del popolo haitiano, morta nel ’ 94) è diretto da Claudio Del Punta, prodotto da sua sorella Giuliana - indipendente e coraggiosa produttrice anche di "Il mio viaggio in Italia" di Martin Scorsese - e ha riempito le pagine dei più importanti giornali francesi. Tanto che, grazie al film di Del Punta, Amnesty International è riuscita a riportare l’ attenzione sulle violazioni dei diritti umani nella Repubblica Dominicana.
Perché Haiti Chérie parla dello schiavismo di oggi praticato in un paradiso tropicale frequentatissimo non solo da americani, ma anche da europei, in prevalenza italiani. A Santo Domingo ........

Schiavi in paradiso
Progetto internazionale sulla schiavitù contemporanea per le Giornate delle Memorie della tratta negriera, dello schiavismo e della loro abolizione
Céline Anaya Gautier, Malika Barache (traduzione dal francese di José F. Padova)
Nella Repubblica Dominicana la capanna dello Zio Tom non è mai scomparsa. Nei pressi delle spiagge per turisti di lusso, nascosti dietro una cortina impenetrabile di canne da zucchero, baraccamenti di legno, malsani, senza acqua né elettricità, danno ricovero a intere famiglie venute da Haiti.
Documentazione fotografica in:
www.esclavesauparadis.org (cliccare sull’idioma preferito, su Galerie/Gallery, su Photo, su Diorama/Slideshow)
Batey
Una volta superato il cancello d’ingresso dei batey (accampamenti destinati in origine ai tagliatori di canne) non si sfugge più a questo inferno: gli uomini si sfibrano nelle piantagioni di canna da zucchero, le donne cercano di assicurare la sopravvivenza delle loro famiglie, i bambini nati da genitori haitiani sono destinati a diventare a loro volta schiavi...
Ogni anno più di 20.000 haitiani attraversano la frontiera della Repubblica Dominicana per lavorare a una stagione della "zafra", la raccolta della canna da zucchero. La maggior parte di queste traversate avviene al di fuori della benché minima legalità ed è il risultato di un procedimento organizzato, ben noto alle autorità, perpetrato sotto lo sguardo benevolo degli uffici dell’Immigrazione e della polizia dominicani. In cambio di questa mano d’opera le aziende zuccheriere dominicane versano per ogni testa importata un importo di 30 euro al governo haitiano, più altro denaro .......

La popolarità di Silvio Berlusconi resiste alla prova della bufera
Le Monde, 1 ottobre 2008 (pubblicato nell’edizione del 2.10.08)
Corrispondenza da Roma di Philippe Ridet (traduzione dal francese di José F. Padova)
Un’eccezione italiana? Silvio Berlusconi – eletto da cinque mesi alla presidenza del Consiglio italiano – sfodera il suo perpetuo sorriso e il 60% di fiducia che gli accordano i sondaggi come una sfida ai suoi omologhi, la cui popolarità precipita a mano a mano che la crisi peggiora.
Mentre in Spagna e Francia José Luis Rodriguez Zapatero e Nicolas Sarkozy interrompevano le loro vacanze per tenere riunioni di crisi, Silvio Berlusconi ha continuato tranquillamente le sue  fino ai primi giorni di settembre. Il discorso ufficiale vuole essere rassicurante e mellifluo: ”Gli italiani non spendono più di quanto possiedono, ha spiegato durante un intervento televisivo il 16 settembre. L’Italia e forte, le nostre banche solide”. Il secondo patrimonio del Paese inviava agli azionisti questo consiglio: ”Che aspettino il ritorno delle loro azioni al valore nominale”.
La prima banca italiana, Unicredit, crolla a Milano
Il prezzo di Unicredit, la prima banca italiana, è precipitato alla Borsa di Milano martedì 30 settembre, in seguito a voci di mercato che mettevano in dubbio la sua solidità finanziaria. La quotazione ...............

JFPadova



Sabato, 04 ottobre 2008