Rassegna stampa 4 agosto 2007

di J.F.Padova

Energia da biocarburanti o da fonti rinnovabili alternative? Chi c’è dietro o sotto i "magnificat" che i media divulgano a favore della conversione dal petrolio all’etanolo? L’estrazione di carburanti dai vegetali è redditizia? Per chi? E, soprattutto, a che prezzo?  "Monde Diplomatique" dedica all’argomento un lungo e documentato articolo, che sarà bene aver letto per rendersi conto che gli sconvolgimenti attuali da globalizzazione sono nulla rispetto a ciò che potrà accadere in un mondo ubriaco di consumi e sprechi energetici, come il nostro attuale, quando le formiche del sole e del vento diranno no alle cicale del petrolio e del gas.

I cinque miti della transizione verso gli agro-carburanti
di Eric Holtz-Giménez,  Direttore generale del Food First - Institute for Food and Development Policy, Oackland (Etats-Unis). (traduzione dal francese di José F. Padova)
Le Monde Diplomatique, giugno 2007, pagg. 26-27
Bio-carburanti… la parola evoca l’immagine lusinghiera di un’energia rinnovabile pulita e inesauribile, una fiducia nella tecnologia e la forza di un progresso compatibile con la durevole protezione dell’ambiente. Permette all’industria, agli uomini e donne politici, alla Banca Mondiale, alle Nazioni Unite e perfino al gruppo di esperti intergovernativi sull’evoluzione del clima (GIEC) di presentare i carburanti fabbricati partendo dal mais, dalla canna da zucchero, dalla soia e da altre colture come la prossima tappa di una transizione dolce, dal picco della produzione petrolifera a un’economia energetica derivante da risorse rinnovabili, che resta ancora da definire.
I programmi sono sin d’ora ambiziosi. In Europa si prevede che i combustibili provenienti dalla biomassa coprano il 5,75% del fabbisogno di carburanti per l’autotrazione nel 2010 e il 20% nel 2020. Gli Stati Uniti mirano a trentacinque miliardi di galloni (1) per anno. Questi obiettivi superano di gran lunga le capacità produttive dell’agricoltura dei Paesi industrializzati dell’emisfero Nord. L’Europa dovrebbe mobilitare il 70% delle sue terre arabili per stare alla pari; la totalità dei raccolti di mais e di soia......

J.F.Padova



Sabato, 04 agosto 2007