Rassegna del 28 febbraio 2008

di José F. Padova

Sull’economia mondiale stanno accumulandosi nubi nere, gli economisti sfornano previsioni addirittura catastrofiche (vedi Nouriel Roubini, "Dodici tappe verso la crisi più grave", su la Repubblica di oggi). Il termine più temuto è: recessione.
Eppure ecco qui qualcuno che ha trovato un quasi sinonimo, meno plumbeo e soprattutto "volontario": decrescita.
Eppure si tratta di una proposta per una via d’uscita da un ciclo infernale che arricchisce pochi, e impoverisce molti e sega il ramo su cui siamo appollaiati, l’ambiente, la Terra. Non è facile. Ma vivere non è forse sfidare le difficoltà?
Latouche, la felicità con meno
Di Paolo Rumiz (“la Repubblica”, domenica 24 febbraio 2008)
Ancona - Attenti, c’è una parola nuova in orbita. Ha solo sei anni, gli stessi dell’emergenza terrorismo. E’ stata lanciata quasi per caso nel marzo del 2002, a un incontro dell’Unesco a Parigi. Oggi vola alta, indica una rotta luminosa in un caos di disastri, surriscaldamenti climatici, emergenze immondizie, epidemie. I1 suo nome è "decrescita", e pare abbia un grande effetto pedagogico e liberatorio. Mobilita, diventa passepartout, propizia il contatto fra nuclei di resistenza, costruisce reti. Il suo scopo è rallentare, offrire alternative credibili alla tirannia dello spreco. Il suo slogan: vivere con meno è facile. Persino divertente. .....


JFPadova



Venerdì, 29 febbraio 2008