Politica estera - Nord america
Obama: Chi è costui ?

di Rosario Amico Roxas

Barack Hussein Obama Jr. vince le primarie dello Iowa, surclassando anche l’aspirante Hillary Clinton.
E’ una difficile lettura, anche perchè il sistema elettorale americano non consente previsioni credibili, a ciò si aggiunge la cultura sotterranea, quella che, in fondo, decide, che ancora non è emersa.
Di certo c’è l’ansia di rinnovamento che emerge in una scelta controcorrente.
Oltre il 50% degli americani aventi diritto al voto è solito non presentarsi nemmeno a esercitare il diritto/dovere di indicare la linea politico-sociale che auspica; ciò è dovuto al fatto che quel 50% non si sente rappresentato dai contendenti, vuoi che si tratti di un democratico o di un repubblicano.
Ma in questo caso è molto diverso, Obama rappresenta una novità che mai si era presentata e che potrebbe attirare i voti degli emarginati, dei negri, dei meticci e di tutte le fasce deboli della popolazione.
Paradossalmente, in caso di vittoria finale di Obama alle primarie, saranno molti esponenti del partito democratico che gli negheranno l’appoggio, preferendo sostenere il candidato repubblicano.
Si aprono scenari non certo chiari e imperscrutabili, con il rischio di essere spinti a fare delle anticipazioni possibili, tendenti a sforare nella fantapolitica.
Sappiamo benissimo come sono tenuti in considerazione gli afro-americani; ce ne ha fornito la prova tangibile il tifone ketarina quando devastò New Orleans facendo strage di quella che, ancora oggi, viene considerata una sotto-popolazione; ne abbiamo le prove nell’esistenza di Harlem, dove il colore della pelle discrimina anche i più elementari diritti.
Fino al 1950, e quindi dentro la seconda guerra mondiale agli ufficiali negri di tutte le armi era interdetta la possibilità di frequentare i circoli ufficiali, le mense ufficiali, e nelle navi il quadrato ufficiali; ci volle una legge apposita per permettere di essere equiparati ai "bianchi" anche nei momenti di pace e non solamente nelle trincee.
E’ molto probabile che Obama vinca tutte le primarie e diventi il candidato democratico alla presidenza; la probabilità viene dal fatto che sarebbero gli stessi repubblicani a fornirgli l’appoggio, trattandosi del solo candidato in grado di far coagulare i potentati americani intorno al candidato repubblicano.
Negli USA ci sono due maggioranze: la prima è quella democratica rappresentata dagli elettori, la seconda è quella economica dove la fanno da padroni e da padrini i potentati del petrolio, dell’energia, delle armi, del Pentagono.
Lo scontro finale avverrà tra queste due maggioranze, ma per avere più ampi margini di successo, la seconda maggioranza avrà bisogno di un avversario comune; Barack Hussein Obama Jr. interpreta perfettamente il ruolo dell’avversario comodo, sostenuto da quella sotto-popolazione che per l’occasione si recherebbe alle urne.
Vedremo tutto ciò nel prosieguo di questa campagna elettorale per le primarie; gli elementi di valutazione emergeranno con estrema chiarezza stante la stupidità comportamentale americana, convinti come sono che il mondo intero sia disponibile a credere a tutte le fandonie che raccontano.
Obama naviga a vista e, consapevolmente, in rotta di collisione con tutti i potentati americani; fin ora ha saputo districarsi agevolmente, ma perchè non c’era in palio la poltrona più ambita del pianeta, per cui si è dichiarato contro la guerra in Iraq, ma tiepidamente, ha parlato a favore delle fasce più deboli, ma senza grande enfasi.
Ora i patti devono essere molto più chiari e sarà spinto a pronunciarsi decisamente, e sarà questa la sua condanna.
Le lobbyes giudaico-massoniche che controllano l’economia planetaria faranno causa comune per ottenere i risultati democraticamente (almeno agli occhi del mondo), altrimenti conoscono assai bene altri metodi più definitivi.
Un Obama presidente degli USA è impensabile; si ritroverebbe dentro uina Casa Bianca circondato da avversari decisi a tutto, né varrebbe a nulla lo spoil system, in America tutto ha un prezzo, tutto si compra e tutto si vende, non c’è margine operativo per nessuna ideologia che non sia quantificabile.
Tutto ha un prezzo perchè niente ha valore.
Ciò che intuisco nell’itinerario di Obama è una strada tutta in discesa verso la candidatura alla presidenza, quindi un’alleanza dei poteri forti per sconfiggerlo "democraticamente" (per modo di dire); l’alternativa, sempre possibile, è quella di una eliminazione fisica, da attribuire ad Al Quaeda e a Bin Laden.

Rosario Amico Roxas(raroxas@tele2.it)



Sabato, 05 gennaio 2008