Esteri
L’elezione di OBAMA

Notizie dell’agenzia MISNA del 5-6 novrembre 2008


INTERNAZIONALE
6/11/2008 11.02
PRESIDENZIALI AMERICANE: DALL’AUSTRALIA, L’APPELLO DI UN ATTIVISTA ABORIGENO

Economia e Politica, Brief


“Il neo-eletto presidente degli Stati Uniti ha avviato un dialogo, dobbiamo cominciare e portare a termine lo stesso percorso qui, nel nostro paese”: trae nuove forze dal voto americano Patrick Dodson, storico attivista per i diritti degli aborigeni dell’Australia, che questa sera riceverà il Premio di Sydney per la pace. In un intervento reso pubblico poche ore prima della cerimonia della ‘Opera House’, Dodson ricorda l’impegno di Obama a sostegno dei nativi americani e chiede al governo e ai propri connazionali la stessa assunzione di responsabilità. L’attivista, riferiscono oggi giornali ed emittenti radiotelevisive australiane, chiede che gli aborigeni siano ricompensati dei torti subiti dai colonizzatori bianchi e che la proprietà tradizionale dei territori indigeni sia riconosciuta dalla Costituzione. Dodson contrappone il “dialogo” avviato da Obama con il carattere unilaterale di alcune decisioni dell’amministrazione di Canberra, definendo “rozzo, razzista e malpensato” un piano del governo per contrastare le conseguenze dell’alcolismo presso alcune comunità di nativi. “Il fallimento del governo di avviare un negoziato sulle sue politiche per la società aborigena dei Territori del nord – sostiene l’attivista - sarà ricordato dagli australiani come un modello del peggior tipo di imposizione”. Il Premio di Sydney per la pace è un riconoscimento internazionale, già conferito tra gli altri all’ex-diplomatico svedese Hans Blix per il suo impegno in favore del disarmo nel mondo.[ VG]



STATI UNITI D’AMERICA
5/11/2008 23.58
PRESIDENZIALI AMERICANE(11): AGGIORNAMENTO DATI ELETTORALI

Economia e Politica, Brief


Mentre il presidente-eletto Barack Obama annuncia le prime nomine per la sua nuova amministrazione – chiamando vicino a sé alcuni collaudati collaboratori dell’ex-presidente Bill Clinton - appare confermata una vittoria poco meno che plebiscitaria per il nuovo presidente e per il Partito democratico: sulla base dei risultati quasi definitivi disponibili stasera - mancano scampoli di voto - Obama ha già ottenuto almeno 349 "voti elettorali", ovvero molti di più dei 270 necessari al successo, lasciandone solo 161 (o al massimo qualcuno in più) al rivale repubblicano John McCain. Trascinato dal trionfo del candidato alla presidenza, lo stesso Partito democratico ha ottenuto una grande affermazione al “Congresso”, il parlamento americano, in cui conquistano un’ampia maggioranza relativa con non meno di 254 deputati (173 ai repubblicani) e 56 senatori (40 ai repubblicani); restano aperti i risultati per alcuni seggi ma allo stato attuale è evidente che i democratici guadagnano una ventina di posizioni alla Camera e altrettante ne perdono i repubblicani mentre al Senato guadagni e perdite oscilanno per ora intorno a cinque seggi, a favore dei democratici. Sul fronte del voto popolare, il distacco tra Obama e McCain è di circa sette milioni di preferenze con un margine di vantaggio di oltre sei milioni di preferenze. A completare il quadro del successo democratico è stata l’elezione di sette governatori statali; i candidati repubblicani hanno superato i rivali solo in quattro stati. [PMB]




INTERNAZIONALE
5/11/2008 21.53
PRESIDENZIALI AMERICANE (10): DA ONU E UE SI INVOCA IL MULTILATERALISMO

Economia e Politica, Standard


“Sono fiducioso oggi sulle future relazioni tra le Nazioni Unite e gli Stati Uniti. Possiamo attenderci un’era di rinnovato partenariato e un nuovo multilateralismo…Questa, credo, è un’opportunità storica”. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha espresso le sue “più calorose felicitazioni” a Barack Obama, del quale ha apprezzato, tra l’altro, “il discorso eloquente e appassionato” su alcuni temi: il “cambiamento a cui possiamo credere, l’idea di una nuova partnership globale, la costruzione di ponti di cooperazione tra Onu ed altre nazioni”. Ban ha citato un altro passaggio da recenti discorsi di Obama: “La vera partnership richiede la condivisione degli oneri dello sviluppo e della diplomazia, del progresso e della pace. Richiede soci che possano ascoltarsi l’un l’altro, imparare l’uno dall’altro e, cosa più importante, avere fiducia l’uno nell’altro”. In questo contesto, ha aggiunto, “se c’è mai stato un momento per il mondo di unirsi è ora: la crisi finanziaria globale, la crisi del cambiamento climatico, la sfida di rispettare le nostre promesse sugli Obiettivi del Millennio, resa più difficile dalle crisi gemelle dei prezzi del cibo e dell’energia, queste sono sfide profonde che richiedono la collaborazione e la cooperazione”. Di multilateralismo ha parlato anche Javier Solana, alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza dell’Unione Europea (UE): “Obama – ha detto - si è presentato alle elezioni con un’agenda per il cambiamento e il cambiamento è quello di cui abbiamo bisogno oggi per trovare una soluzione a molti problemi che richiede la cooperazione e il multilateralismo...Ma la cooperazione tra Usa e Ue non è abbastanza, occorre incorporare altri attori internazionali” ha aggiunto Solana, citando, tra gli altri, la Repubblica popolare cinese, l’India, il Brasile e l’Unione Africana (UA). Per José Barroso, presidente della Commissione UE, “oggi abbiamo bisogno di trasformare la crisi attuale in una grande opportunità. Abbiamo bisogno di un nuovo ‘new deal’ e di un impegno rinnovato tra UE e Usa per un nuovo multilateralismo”; la vittoria di Obama, ha detto ancora Barroso, “invia un messaggio molto forte a tutto il pianeta…è un punto di svolta per gli Usa e per il mondo”. Secondo il presidente francese Nicolas Sarkozy, presidente di turno della UE, “l’elezione di Omaba suscita in Francia, in Europa e nel mondo un’immensa speranza, quella di Stati Uniti aperti, solidali e forti che mostreranno di nuovo con i loro soci il cammino, con la forza dell’esempio e l’adesione ai loro principi”.
[FB]




INTERNAZIONALE
5/11/2008 20.05
PRESIDENZIALI AMERICANE (9): UN “ONESTO INTERMEDIARIO" PER IL MONDO ARABO

Economia e Politica, Standard


Dopo un “giorno storico”, “una nuova era” nei rapporti col mondo arabo grazie a un “onesto intermediario”: è quello che Amr Moussa, Segretario generale della Lega araba, si è augurato riferendosi all’elezione di Barack Obama in un intervento alla Commissione esteri del Parlamento europeo. Moussa ha sottolineato “l’importanza del messaggio che Obama ha mandato lungo tutta la sua campagna elettorale: tutti abbiamo bisogno di un cambiamento ed è esattamente quello che ci si attende da lui nel mondo arabo”. Il Segretario dell’organizzazione che riunisce i paesi arabi ha posto l’accento sull’urgenza della “soluzione di due stati per risolvere il conflitto israelo-palestinese”, criticando la costruzione di nuovi insediamenti israeliani sul territorio arabo e invocando un forte intervento americano “per fare della regione una priorità della nuova presidenza”. Moussa ha accusato la precedente amministrazione di avere “sprecato sette anni di tempo” senza riuscire veramente a cambiare qualcosa ed ha poi aggiunto: "Non si può parlare di un Medio Oriente libero da armi nucleari in termini che riguardano tutti meno uno. Non è serio, questa politica di tutti meno uno deve finire"; Mussa si riferiva al fatto che pur non ammettendolo ufficialmente, Israele possiede alcune centinaia di testate nucleari. Nell’arco della giornata sono arrivate con il passare delle ore, e la conferma dei risultati dalle urne, anche le reazioni di tutti i paesi dell’area: dopo quella dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), che si è felicitata per prima dell’elezione del candidato democratico, da Gaza non si è fatto attendere il commento di Hamas, disposto a giudicare Obama sui fatti piuttosto che in base alla sua agenda elettorale. “Speriamo non commetta gli stessi errori del suo predecessore - ha detto Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas – e che non segua una linea di totale sostegno a Israele”. Più caute le reazioni di Iraq e Siria: “Rispettiamo la scelta del popolo americano nell’eleggere Obama come presidente - ha detto il portavoce ufficiale del governo di Baghdad Ali al-Dabbagh - e resta ferma la volontà del governo di cooperare con il nuovo presidente americano per assicurare la sicurezza e la stabilità nel paese”. Da Damasco il ministro dell’Informazione siriano, Mohsen Bilal, si augura che il nuovo presidente porti in dono “un cambiamento: dalla guerra e dall’embargo alla diplomazia e al dialogo”.
[AdL]




AMERICA LATINA
5/11/2008 17.19
PRESIDENZIALI AMERICANE (8): APPELLI PER FINE EMBARGO A CUBA

Economia e Politica, Standard


Revoca immediata dell’embargo imposto a Cuba nel 1962 e chiusura di Guantanamo: sono le principali richieste che giungono in queste ore dall’America Latina al neo-eletto presidente americano Barack Obama, in un clima di generale euforia per la sua vittoria. “Molti sognavamo da tempo questo momento... Ora bisogna abbattere questa vergogna, il campo di concentramento e di tortura di Guantanamo, e chiedere scusa a Cuba. Poi subito mettere fine all’embargo, questo cappio con cui si è tentato inutilmente di piegare la volontà dei cubani” ha detto il Nobel per la Letteratura uruguayano José Saramago. La revoca dell’embargo è stata invocata subito anche dal presidente della Bolivia, Evo Morales: “Questa è un’elezione storica e deve fare la storia. Ora occorre togliere il ‘bloqueo’ e ritirare le truppe statunitensi da diversi paesi” ha sottolineato il presidente indigeno del paese andino, dicendosi pronto a lavorare con Obama “per migliorare le relazioni bilaterali”. Per il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva “l’elezione del primo nero alla presidenza degli Stati Uniti è un fatto straordinario. Spero – ha aggiunto - che Obama costruisca una relazione più forte con l’America Latina e che l’embargo a Cuba finisca perché non ha alcuna spiegazione. Auspico anche che si aprano le prospettive per un accordo di pace in Medio Oriente”. Da Caracas, il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha dichiarato che “l’elezione storica di un afrodiscendente alla testa della nazione più potente del mondo è il sintomo del cambiamento dei tempi che è partito dal Sudamerica e potrebbe aver bussato anche alle porte degli Stati Uniti”. Con la vittoria di Obama “si apre un ciclo inedito: è il grande successo di una delle epopee più appassionanti della storia, la lotta contro la discriminazione e per le pari opportunità” ha detto dall’Argentina, la presidente Cristina Fernández de Kirchner, aggiungendo, rivolgendosi a Obama: “Tutte le minoranze del mondo guardano con grandi speranze come lei cammina insieme a loro, come il mondo fece con Martin Luther King”. Di “momento storico” ha parlato anche la presidente del Cile, Michelle Bachelet: “So – ha detto – che le sue principali preoccupazioni sono la giustizia sociale e l’uguaglianza, temi che ha riassunto nei concetti di cambiamento e speranza, gli stessi che ispirano noi in Cile”. Secondo il presidente del parlamento di transizione dell’Ecuador, Fernando Cordero, “Bush ha mostrato poca volontà politica per comprendere le diversità del mondo. Il nuovo presidente appare una persona molto più aperta alla comprensione di quello che accade oggi all’intera umanità”. Il presidente del Messico, Felipe Calderón, ha subito invitato Obama a visitare il suo paese “per progredire nelle relazioni bilaterali sulla base della corresponsabilità, del dialogo sincero e rispettoso, della fiducia reciproca”. Più contenuti gli entusiasmi in Perù e Colombia, i più solidi alleati dell’amministrazione Bush nell’intera regione latinoamericana: entrambi i governi hanno auspicato il proseguimento delle politiche bilaterali, principalmente in materia di accordi commerciali, sicurezza e lotta al narcotraffico.
[FB]




ASIA
5/11/2008 15.53
PRESIDENZIALI AMERICANE (7): BAMBINI E CAPI DI STATO SALUTANO OBAMA

Altro, Brief


“Il suo straordinario viaggio fino alla Casa Bianca sarà d’ispirazione per la gente, non solo nel suo paese ma anche in tutto il mondo”: così inizia il messaggio di congratulazioni inviato dal presidente indiano Manmohan Singh al presidente eletto americano Barack Obama. “Sono ansioso di lavorare con lei per realizzare l’enorme potenziale di cooperazione bilaterale” ha aggiunto il capo di stato indiano, invitandolo a visitare appena possibile l’India. Congratulazioni sono giunte anche dall’Indonesia, nazione dove il senatore democratico ha trascorso parte dell’infanzia e dove è nata sua sorella. “Some speravamo e ci aspettavamo, il senatore Barack Obama ha vinto le elezioni, e vogliamo farli i nostri auguri” ha detto il vicepresidente indonesiano Jusuf Kalla. “Questo evento ci insegna che l’etnia, la razza e altre etichette non sono importanti. Ciò che è importante sono le nostre capacità” ha aggiunto Kalla, lui stesso appartenente a una minoranza del Sud Sulawesi. Saluti e auguri sono giunte anche dal presidente indonesiano Susilo Bambang Yudoyono, che come il collega indiano ha espresso il desiderio di avviare presto “giuste e costruttive” relazioni bilaterali. “Obama…Obama…Obama…we love you”: è stato invece il grido, all’annuncio della vittoria elettorale, degli alunni della scuola elementare del sobborgo di Menteng, a Giacarta, che nella palestra scolastica hanno festeggiato l’ex studente della scuola divenuto presidente degli Stati Uniti.
[BF]





AFRICA
5/11/2008 13.27
PRESIDENZIALI AMERICANE (6): DUE MESSAGGI DI AUGURI… E TANTI EDITORIALI

Altro, Standard


“Un evento epocale” che riempie di “speranza” per “un mondo migliore”: l’ex-presidente Nelson Mandela e l’arcivescovo anglicano emerito di Città del Capo Desmond Tutu, premi Nobel per la pace e padri del Sudafrica moderno, hanno inviato entrambi un messaggio di auguri a Barack Obama, vincitore delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti. “La tua vittoria – si afferma nel messaggio di Mandela – ha dimostrato che nel mondo non c’è nessuno che non possa sognare di voler cambiare il mondo in un posto migliore (…). Notiamo e applaudiamo il tuo impegno per la pace e la sicurezza mondiale. Crediamo che farai della lotta contro il flagello della povertà e della malattia, in ogni parte del mondo, la missione della tua presidenza”. “L’elezione di Obama – sottolinea Tutu - è un evento epocale che riempie il mondo della speranza che il cambiamento sia possibile. E’ formidabile: si sta dicendo alla gente di colore che per loro il cielo non ha più limiti (…). C’è una nuova primavera di fronte a noi, ora le nostre spalle sono più dritte. E’ quasi come quando Nelson Mandela divenne presidente del Sudafrica nel 1994”. Con l’elezione di Obama aprono oggi le edizioni online di tutti i principali quotidiani africani, dal Senegal alla Tanzania, dal Sudafrica ai paesi del Maghreb. “I keniani festeggiano il trionfo di Barack Obama come meglio sanno, cantando e ballando” scrive il ‘Nation’ di Nairobi, che ricorda la gioia degli abitanti di Kogelo, il villaggio che diede i natali al padre del senatore americano. Il nigeriano ‘This Day’ riflette sul significato storico del voto negli Stati Uniti. “La schiavitù è stata ufficialmente abolita 200 anni fa – si sottolinea in un editoriale – ma fino al 1965, quando fu approvata la ‘legge sui diritti civili’, i neri non potevano votare in alcune regioni del sud degli Stati Uniti. Oggi, per la prima volta nella loro storia, gli americani hanno scelto un nero, un nero che guiderà la maggiore potenza mondiale”. Anche il sudafricano ‘Business Day’ sottolinea il significato "storico" delle elezioni di ieri: "investito dell’eredità di icone come l’attivista per i diritti civili Marthin Luther King, il democratico Obama ha infiammato il suo paese e il mondo intero con un messaggio di speranza, unità e cambiamento”. [ VG]



Giovedì, 06 novembre 2008