Stati Uniti
Non fate politica con la comunione

di David O’Brien e Lisa Sowle Cahill

Traduzione di Stefania Salomone


9 giugno 2008

Cos’hanno in comune l’ex consulente legale di Ronald Reagan e un governatore democratico? Come ci si potrebbe aspettare, la loro politica è differente. Doublas W. Kmiec, stimato docente di diritto costituzionale alla Pepperdine University è un repubblicano pro-vita. Il Governatore del Kansas Kathleen Sebelius è una moderata conosciuta come una costruttrice-del-consenso. Ma questi due esponenti cattolici sono entrambi obiettivo del clero che utilizza la comunione come arma politica per creare una lista nera fra i leader cattolici. E’ tempo che i cattolici e gli americani in genere si oppongano a questo McCarthismo spirituale.

Quando Kmiec scelse di appoggiare Barack Obama, i blog cattolici conservatori gridarono allo scandalo. Come poteva un rinomato conservatore, conosciuto per la sua politica anti-aborto, supportare un liberale? In un recente articolo di Catholic Online, Kmiec ha affermato di essere stato dichiarato "scomunicato" da molti cattolici. Scrive che in una recente messa, un cappellano arrabbiato ha denunciato la sua "eresia pro-Obama" dal pulpito e gli ha negato la comunione.

A Kansas City, l’arcivescovo Joseph F. Naumann ha ordinato alla Sig.ra Sebelius, sostenitrice anch’essa di Obama, di non mettersi in coda per la comunione dopo aver posto il veto alla legislazione sull’aborto, ostacolata dalle bandiere rosse. Il caso in questione ha reso più facile agli accusatori trovare appoggi medici per permettere ai familiari di citare in giudizio chi ricorreva all’aborto, senza salvaguardare neanche le madri che rischiavano la vita a causa della gravidanza. Insieme a molti pubblici ufficiali, la Sebelius riconosce la gravità morale dell’aborto. Ha sostenuto politiche pubbliche prudenti che hanno ridotto il tasso di aborti in Kansas, investendo nei servizi di adozione, di diagnosi prenatale e fondi di assicurazione medica per le famiglie. Ma sul giornale diocesano, l’arcivescovo sentenziò sulla "pericolosità spirituale" del suo messaggio e la obbligò a riconoscere la "legittima autorità della chiesa".

L’arcivescovo ha il diritto e l’obbligo di pronunciarsi contro l’aborto. Ma finisce su un campo minato se intende suggerire a un ufficiale democraticamente eletto – responsabile di fronte alle leggi federali o a quelle di altro stato – come governare di fronte a temi di specifica legislazione. L’applicazione appropriate di principi morali in una società pluralista difficilmente può tendere all’assoluto.

Utilizzare un sacramento per punire i cattolici ha causato implicazioni politiche durante la campagna elettorale. L’arcivescovo di St. Louis, Raymond L. Burke, ha intimato al Senatore John Kerry, cattolico impegnato sui temi della giustizia sociale, della salute e della povertà, di non ricevere la comunione durante la corsa alla pesidenza del 2004, a causa del suo sostegno a favore del diritto all’aborto. In una intervista sul New York Times, un mese prima delle elezioni, l’arcivescovo Charles J. Chaput di Denver ha dichiarato che i cattolici che votavano un candidato favorevole alla libera scelta, cooperavano alla vittoria del male. Kerry perse il voto dei cattolici favorendo Bush.

I cattolici costituiscono un quarto dell’elettorato Americano e sono elettori attenti alle battaglie fondamentali che dovrebbero avere un ruolo decisive nella scelta elettorale a favore del nuovo presidente. E’ essenziale che questi elettori riconoscano che il cattolicesimo è parziale e rischia di diventare una fede a senso unico.

La Conferenza Episcopale statunitense ha pubblicato una guida da utilizzare durante l’anno di campagna elettorale nella quale stabilisce che certe tematiche non debbano essere strumentalizzate per ignorare "altri importanti temi relativi alla vita e alla dignità umana". Questi temi includono il razzismo, la pena di morte, la Guerra, la tortura, la mancanza di cure mediche pubbliche e la politica sull’immigrazione. Questi valori cattolici sfidano democratici e repubblicani ad anteporre il bene comune agli interessi dei singoli.

Se restiamo in silenzio quando leader cattolici di fama vengono attaccati pubblicamente e viene loro negata la comunione, il senso della fede davanti agli occhi di tutti viene irreparabilmente distorto. In questo anno di campagna elettorale cerchiamo di dibattere sulla responsabilità religiosa e politica che ci riporti al ruolo che la religione stessa dovrebbe avere per rinnovare i reali valori democratici e cristiani.

David O’Brien, docente di Studi Cattolici al College of the Holy Cross di Loyola, ha scritto un libro sulla storia del cattolicesimo Americano. Lisa Sowle Cahill è docente di teologia al Boston College ed ex-presidente della Catholic Theological Society of America. Questo articolo è distribuito da Religion News Service.

http://www.baltimoresun.com/news/opinion/oped/bal-op.communion09jun09,0,7586458.story



Testo Originale Traduzione di Stefania Salomone

Don’t play politics with Communion

By David O’Brien and Lisa Sowle Cahill

June 9, 2008

What do a former legal counsel for Ronald Reagan and a Democratic governor have in common? As you might expect, it’s not the same politics. Douglas W. Kmiec, an esteemed constitutional law professor at Pepperdine University, is a pro-life Republican. Kansas Gov. Kathleen Sebelius is a moderate known for consensus-building. But these prominent Catholics are both the most recent targets of clergy who use Communion as a political weapon and effectively blacklist respected Catholic leaders. It’s time for Catholics and all Americans to speak out against this spiritual McCarthyism.

When Mr. Kmiec endorsed Sen. Barack Obama for president, conservative Catholic blogs buzzed with outrage. How could a conservative known for his public opposition to abortion rights support a pro-choice liberal? In a recent Catholic Online column, Mr. Kmiec describes how he was declared "self-ex-communicated" by many fellow Catholics. He writes that at a recent Mass, an angry college chaplain denounced his "Obama heresy" from the pulpit and denied him Communion.

In Kansas City, Kan., Archbishop Joseph F. Naumann has ordered Ms. Sebelius, also an Obama supporter, not to receive Communion after she vetoed abortion legislation riddled with constitutional red flags. The bill in question made it easier for prosecutors to search private medical records, allowed family members to seek court orders to stop abortions and failed to include exceptions to save the life of the mother. Along with many public officials, Ms. Sebelius recognizes the profound moral gravity of abortion. She has supported prudent public policies that have reduced abortions in Kansas by investing in adoption services, prenatal health care and social safety nets for families. But in his diocesan newspaper, the archbishop blasted the governor over her "spiritually lethal" message and her obligation to recognize the "legitimate authority within the Church."

The archbishop has a right and indeed an obligation to speak out against abortion. But he is on dangerous ground telling a democratically elected official - accountable to federal laws and a diverse citizenry - how to govern when it comes to the particulars of specific legislation. The proper application of moral principles in a pluralistic society rarely allows for absolutes.

Using a holy sacrament to punish Catholics has troubling political implications during an election year. St. Louis Archbishop Raymond L. Burke warned Sen. John Kerry - a Catholic whose record reflects his faith’s commitment to economic justice, universal health care and concern for the poor - not to receive Communion during the 2004 presidential race because of his support for abortion rights. In a New York Times interview just a month before the election, Archbishop Charles J. Chaput of Denver gave signals that Catholics who voted for a pro-choice candidate were cooperating in evil. Mr. Kerry narrowly lost the Catholic vote to President Bush.

Catholics make up a quarter of the American electorate and are swing voters in key battleground states that will play a decisive role in electing our next president. It’s essential that these voters recognize Catholicism defies easy partisan labels and is not a single-issue faith.

The U.S. Conference of Catholic Bishops warns in an election-year guide that particular issues must not be misused as a way of ignoring "other serious threats to human life and dignity." These threats identified by the bishops include racism, the death penalty, war, torture, lack of health care and an unjust immigration policy. These broad Catholic values challenge Democrats and Republicans alike to put the common good before narrow partisan agendas.

If we remain silent when respected Catholic leaders are publicly attacked and denied Communion, the proper role of faith in our public square is grossly distorted. This election year, let’s have a better debate about faith and political responsibility that reclaims the vital role religion has often played in renewing our most cherished democratic values.

David O’Brien, the Loyola professor of Catholic studies at the College of the Holy Cross, has written books about the history of American Catholicism. Lisa Sowle Cahill is a professor of theology at Boston College and a former president of the Catholic Theological Society of America. This article is distributed by Religion News Service.

http://www.baltimoresun.com/news/opinion/oped/bal-op.communion09jun09,0,7586458.story



Mercoledì, 11 giugno 2008