Politica estera - Nord america
Perché una megachurch potrebbe decidere il presidente USA

di Paolo Naso, giornalista e docente di scienza politica alla Sapienza di Roma

Il prossimo 16 agosto i candidati presidenziali John McCain e Barack Obama si affronteranno nel loro primo faccia a faccia pubblico che si svolgerà in una megachurch della Califoria, la Saddleback di Lake Forest, fondata ed ancora oggi curata dal pastore evangelico Rick Warren.
È significativo che i due candidati abbiano deciso di confrontarsi in una chiesa e cioè in un luogo che mediamente negli USA è assai più frequentato che nella vecchia Europa, uno spazio costituzionalmente “separato” dalle sedi politiche istituzionali, ma al tempo stesso riconosciuto come parte del tessuto culturale e civile del paese, al punto da proporsi come sede di un decisivo evento politico.
La chiesa prescelta è una megachurch non denominazionale - raccoglie cioè credenti evangelici di diverse tradizioni teologiche e spirituali - in grado di accogliere circa 3500 persone. Rick Warren, di formazione e di fede battista, la fondò nei primi anni ’90, iniziando a raccogliere i suoi fedeli sotto un tendone: la crescita di membri e di consensi fu esponenziale ed in pochi anni poté costruire una vera chiesa dotata di servizi annessi, scuole e centro commerciale.
Secondo il Time, Warren è uno dei 25 uomini più influenti degli Stati Uniti e delle 100 personalità più in vista nel mondo intero; per il Newsweek è uno dei 15 leader che “hanno fatto grande l’America”; più di qualcuno sostiene che i successi della sua predicazione ne fanno il naturale erede spirituale di Billy Graham.
Diversamente da quest’ultimo - ampiamente riconosciuto come il più grande predicatore evangelico del ’900 - Warren non gira il mondo ad annunciare la Buona Novella alle grandi folle. Nell’epoca del mercato globale e di internet, scrive libri di eccezionale successo e gestisce programmi di formazione per pastori e sacerdoti che vogliano rivitalizzare la loro comunità e rinnovare la forma in cui esercitano il loro ministerio. Si calcola che almeno 400.000 persone in oltre 160 paesi abbiano seguito i corsi di Warren, ispirati - come recita il titolo del suo libro più famoso - all’idea che una chiesa debba essere guidata senza mai perdere di vista “i propositi” della testimonianza cristiana. “The Purpose Driven Church” - tradotto in italiano con il titolo “La chiesa guidata dai propositi” e pubblicato dall’editrice pentecostale Publielim nel 2004 - è quindi una sorta di manuale operativo che richiama schematicamente, secondo una metodologia e una didattica tipicamente nordamericana, i cinque temi essenziali della fede in Cristo: l’adorazione, il servizio, l’evangelizzazione, il battesimo e il discepolato.
Come mai un repubblicano conservatore che corteggia la Destra religiosa come McCain e un liberal ben inserito nelle chiese storiche del protestantesimo USA, sostenitore della legge sull’aborto come Obama hanno convenuto di incontrarsi in una chiesa come la Saddleback e di fronte a un arbitro come Warren? Non solo per l’autorevolezza e la fama dell’ospite, ma anche e soprattutto perché Warren rappresenta al meglio la componente moderata di una nuova corrente evangelical che sembra riscuotere crescenti consensi tra coloro che frequentano abitualmente una chiesa. Warren è sicuramente un evangelical e, come tanti altri “fondamentalisti”, crede che la Bibbia sia inerrante e che debba essere letta e interpretata letteralmente. Tuttavia non ha nulla del conservatorismo e dell’estremismo di quella Destra religiosa che tanto potere ha avuto negli anni della presidenza Bush: Warren si fa punto d’onore di avere relazioni fraterne e di amicizia con degli omosessuali, evita di parlare della legge sull’aborto, ha criticato l’intervento militare americano in Iraq, sostiene che gli USA dovrebbero normalizzare le relazioni con la Siria nella prospettiva della pacificazione del Medio oriente, dialoga in pubblico con esponenti del mondo islamico, è un convinto assertore del principio di separazione tra lo Stato e le confessioni religiose. Il cinquantaseienne pastore della Saddleback, in altre parole, ha ben poco a che fare con quella Destra religiosa in cui si riconosce soltanto una parte - molto rumorosa ma oggi forse minoritaria - dell’ampia galassia evangelical. Warren è piuttosto l’esponente più in vista di un cristianesimo teologicamente conservatore che sogna il rinnovamento spirituale dell’America sull’onda della fede, ma senza le ipoteche della Destra religiosa e dei suoi estremismi in campo politico, militare e sociale.
Una audience di questo tipo interessa sia a McCain che a Obama: il primo spera di guadagnare consensi alla sua sinistra, il secondo alla sua destra. E per questo chi tra i due convincerà il maggior numero di fedeli della Saddleback Church avrà fatto un passo decisivo verso la Casa Bianca. (NEV 33/08)



Mercoledì, 20 agosto 2008