Le elezioni negli Stati Uniti
La chiesa di Obama

di Paolo Naso,
direttore della rubrica televisiva di RAIDUE "Protestantesimo"

Le ultime primarie del Partito democratico stanno rafforzando Barak Obama che, partito in svantaggio rispetto a Hillary Clinton, oggi appare il vero front runner di questa competizione.
Come sempre negli Stati Uniti, anche in queste elezioni si parla molto di religione, di valori morali e della fede dei vari candidati.
Le appartenenze sono note: George McCain, il candidato repubblicano, è membro di una chiesa battista che aderisce alla Southern Baptist Convention, la denominazione evangelica più numerosa degli Stati Uniti ma anche tra le più conservatrici, sia sul piano politico che teologico. In realtà in altre occasioni egli si era detto episcopaliano (comunione anglicana) e qualcuno, non senza malizia, ha ironizzato sul fatto che alla vigilia della campagna elettorale McCain si fosse convertito a una chiesa più numerosa e più influente, almeno nel campo conservatore.
Hillary Rodham Clinton proviene invece dalla Chiesa metodista unita, una denominazione storicamente molto attiva sul piano sociale e oggi fortemente critica della politica interna ed estera dell’Amministrazione Bush.
Quanto a Barak Obama, è membro della United Church of Christ (UCC), una delle chiese protestanti forse meno note ma certamente delle più interessanti degli USA. La UCC, infatti, ha spesso fatto discutere di sé compiendo scelte coraggiose ma anche controverse: è stata la prima chiesa massicciamente bianca a consacrare un pastore afroamericano, già nel 1785; la prima ad aprire al pastorato femminile e quindi a consacrare una donna al ministero, nel 1853; la prima a consacrare un pastore apertamente gay, nel 1972, e la prima a sostenere una legge sui matrimoni tra persone dello stesso sesso, nel 2005.
La UCC si costituì formalmente nel 1957 in seguito all’unione di alcune chiese di origine europea e di teologia calvinista, ma la sua radice è assai più remota: undici dei firmatari della Dichiarazione d’Indipendenza (1776) appartenevano a chiese che sarebbero poi confluite nella UCC; inoltre il 10% delle comunità locali che oggi aderiscono alla denominazione si sono costituite prima del 1776.
Membri autorevoli della UCC sono stati il grande teologo Reinhold Niebuhr, e due grandi protagonisti della scena pubblica americana degli anni ’60 e ’70: il pastore William Sloane Coffin, famoso per il suo impegno sociale e pacifista, e il pastore Andrew Young, grande dirigente del movimento per i diritti civili prima e ambasciatore degli USA alle Nazioni Unite dopo.
L’UCC è insomma una chiesa di frontiera, assolutamente distante dal conservatorismo etico e politico della destra religiosa prepotentemente in auge negli anni di Bush. Tuttavia non è affatto schierata su un unico versante politico: attualmente, ad esempio, siedono nel congresso dieci parlamentari che sono anche membri della UCC: cinque di loro sono democratici, cinque sono repubblicani.
Rispetto ad altre chiese storiche, la UCC appare una chiesa più "moderna", capace di lanciare vere e proprie campagne di evangelizzazione trasmettendo spot televisivi (è possibile scaricarli dal sito www.ucc.org) e usando tecniche proprie del marketing pubblicitario: "Non mettere mai un punto dove Dio ha messo una virgola", recitava uno slogan lanciato negli scorsi anni. E una piccola virgola rossa era diventata il "logo" di una campagna tesa a dire che la fede non è un punto che chiude perentoriamente un discorso ma una virgola che fa proseguire il ragionamento e il confronto.
Il senatore Barak è membro attivo della Trinity Church di Chicago, una delle 5700 comunità locali che aderiscono alla UCC che, nel complesso, conta un milione e duecentomila membri. "Anche se non è appropriato che una denominazione sostenga un candidato alle elezioni politiche - ha affermato il pastore John Thomas, presidente della UCC - sono orgoglioso che il senatore Barak sia un membro attivo delle nostre chiese e possa parlare a tante persone dei valori cari alla nostra chiesa".
Clamoroso boomerang per gli avversari di Obama che lo hanno accusato di aver frequentato una madrassa islamica e di essere musulmano. Nulla di male, per carità, ma è bastato poco a dimostrare che il senatore dell’Illinois è in realtà un pio calvinista.



Venerdì, 22 febbraio 2008