Esteri - Riflessione
INTERVISTA A CORNEL WEST

di

[Dal quotidiano "Il manifesto" del 2 novembre 2008 col titolo "Il pastore e filosofo Cornel West sul ’fratello nero’"]


Filosofo, intellettuale, pastore protestante, teorico critico e occasionale rapper, Cornel West e’ uno degli interpreti piu’ lucidi dell’ethos afroamericano contemporaneo. Militante infaticabile per la causa dei diritti civili, e’ cresciuto sotto l’influenza di Malcolm X e delle Pantere nere. Applica oggi dalla cattedra di filosofia delle religioni a Princeton una rigorosa analisi strutturale della dinamica razziale della societa’ americana. Pragmatico e mistico, recupera le tradizioni afroamericane - la predica, la musica, il blues - come paradigma dell’esperienza nera "allargata" alla nazione nell’era "catastrofica" inaugurata dall’11 settembre.

Nelle ultime settimane ha diviso il proprio tempo fra la campagna a favore di Obama e la promozione del suo ultimo libro Hope on a Tightrope in cui applica la sua critica senza sconti anche a Barack Obama, primo candidato afroamericano forse sulla soglia della presidenza. Le dichiarazioni che seguono sono state raccolte da interviste a Tavis Smiley della Pbs e Sonali Kolhatkar di Pacifica radio.

*

- Domanda: Lei ha fatto campagna attiva per Obama...

- Cornel West: Ho promesso al caro fratello Barack Obama che avrei fatto pressione a tutto campo per vederlo alla Casa bianca e ho voluto mantenere la parola, facendo quattordici comizi in un giorno a Columbus e 16 a Cleveland perche’ l’Ohio e’ naturalmente, con la Florida e la Virginia, uno stato cruciale. Ho voluto fare tutto cio’ che ho potuto perche’ e’ la nostra migliore opportunita’ per ridare potere alla gente di tutti i giorni, i lavoratori, i poveri, ma anche la middle class. Allo stesso tempo la mia critica proviene dallo stesso amore perche’ in fin dei conti Barack Obama non e’ Gesu’ Cristo, e’ un vascello imperfetto, forte quanto lo saremo noi. Quando di fatto vincera’, l’ho detto al mondo: quella notte ballero’ la break dance, ma la mattina mi svegliero’ critico. Perche’? Perche’ e’ una questione di principio: lui e’ un mezzo per ridare voce ai lavoratori e credo che capisca anche la differenza fra il suo ruolo e uno come me che ha una vocazione "profetica" e socratica. La sua missione e’ un governo liberale ma voglio che sia anche tenuto a una politica progressista.

*

- Domanda: C’e’ entusiasmo fra gli afroamericani per la prospettiva di un presidente nero?

- Cornel West: Da presidente Barack Obama potrebbe essere una meravigliosa forza positiva, capace di contrastare in parte l’ingiustizia razziale del paese. Ma badate bene, Obama non e’ un leader nero ma un leader americano che e’ nero. Credo ad esempio che rappresentera’ una forza positiva sui temi della poverta’ e degli abusi e della brutalita’ della polizia ma non e’ una certezza perche’ sicuramente dovra’ far fronte a molte altre pressioni. E’ un’ottima cosa un presidente progressista di qualunque colore ed e’ bene che sia Barack ma questo non fa di lui un "leader nero". Obama si e’ consciamente plasmato come leader americano e giustamente, altrimenti non avrebbe potuto essere eletto. Per questo continueremo ad avere bisogno dei nostri leader, degli Al Sharpton e degli Jeremiah Wright (l’ex pastore di Obama - ndr) a guidare la nostra gente. Barack Obama sapra’ effettivamente istituire i cambiamenti che ha promesso nella misura in cui l’opinione pubblica si organizzera’ e manterra’ la pressione politica su di lui. Se noi saremo forti lui lo sara’, se saremo deboli invece potra’ soccombere agli interessi delle corporation o di altri.

*

- Domanda: Un presidente nero significhera’ la fine del razzismo?

- Cornel West: No naturalmente, sara’ un colpo a favore del progresso ma non si cancella un retaggio di 400 anni con un colpo di spugna; e’ una strada lunga e dura percorsa da gente disposta a sacrificarsi e a lottare per rendere accettabile anche l’idea di un nero nella massima carica politica, ma la discriminazione, nella casa, nella scuola e nella strada resta. E’ vero che c’e’ un nero alla testa della Time Warner e una nera che guida la Brown University ma direi che c’e’ stato un progresso disunito, da un lato progresso da un altro stagnazione per la working class e perfino regressione nel caso del complesso carcerario-industriale. Anche un marziano che scendesse negli Stati Uniti e vedesse una popolazione nera dell’11% ma del 55% in carcere capirebbe che c’e’ qualcosa che non va.

*

- Domanda: E quale sara’ la reazione fra i bianchi?

- Cornel West: Esistono ancora fratelli e sorelle bianchi malati, che non sapranno accettare l’idea di un presidente dalla pelle nera. Di buono c’e’ che si tratta di una minoranza. I numeri sono molto minori di 40 o di 20 anni fa ma ancora sufficienti per pesare e ci sara’ sicuramente un contraccolpo e avremo bisogno del coraggio dei bianchi per farsi carico di questi "cugini" e dichiararsi contro la xenofobia, e allo stesso tempo gli afroamericani dovranno capire la natura di questa reazione e non reagire ingenuamente alle inevitabili provocazioni.

*

- Domanda: Quale sarebbe l’apporto concreto del presidente Obama?

- Cornel West: Rappresenta la fine di un’era, quella di Reagan e di Bush, il quale, ricordiamolo, ha rifiutato di passare una legge da 1,8 miliardi di dollari a favore dei bambini disabili dicendo che non c’erano fondi sufficienti. Ora che le banche sono in crisi: 700 miliardi di dollari per socializzare le perdite dei mercati finanziari si sono trovati. Questa e’ l’ipocrisia e la mendacita’ cui siamo stati abituati. L’impero barcolla, la democrazia americana traballa, il malessere culturale e il tracollo economico minano la nostra societa’ e dall’alto c’e’ solo indifferenza verso i deboli e i vulnerabili e la politica della paura dalla destra, ma non funzionera’. La "strategia sudista" e’ finita, il regno della destra si e’ concluso e anche l’egemonia conservatrice. Barack Obama e’ il simbolo di questo cambiamento; sta a noi assicurarci che continui ad esserlo una volta insediato alla Casa bianca.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Arretrati in:
http://lists.peacelink.it/

Numero 631 del 6 novembre 2008



Giovedì, 06 novembre 2008