VI TEMPO ORDINARIO – 14 febbraio 2021 - Commento al Vangelo
LA LEBBRA SCOMPARVE DA LUI ED EGLI FU PURIFICATO

di p. José María CASTILLO

Mc 1, 40-45

[In quel tempo,] venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
  1. Dopo la purificazione del lebbroso, Gesù gli ha proibito di dirlo. In particolare nel vangelo di Marco si ripete questa proibizione (1,44; 7,36; 9,9, etc.). Sembra che Gesù non voleva che si divulgassero i prodigi che compiva. Perché Gesù voleva mantenere segreto il fatto che era il Messia? L’unico elemento certo è che da Gesù venivano coloro che soffrivano, i malati, coloro che pativano la fame, che si sentivano oppressi. Per il resto, la proibizione di divulgare le guarigioni era qualcosa di impossibile. Come potevano nascondere in piccoli villaggi i ciechi e gli storpi che improvvisamente erano visti in piena salute? Che ragion d’essere ha il cosiddetto “segreto messianico” che Gesù si ostinava a mantenere?
  2. È anche certo che ai dirigenti religiosi ed ai pii osservanti dava fastidio ed irritava il fatto che Gesù aiutasse la gente e che lo facesse andando contro i comandamenti della religione, per esempio curare di sabato o mangiare con peccatori. Per questo, di Gesù hanno detto che era indemoniato (Mc 3,22), che violava le leggi religiose e che bisognava ucciderlo (Mc 3,6; Gv 5,16; 9,16), che era un bestemmiatore (Mc 2,7; 14,64), un impostore (Mt 27,63), un sovversivo (Lc 23,2) e persino un pericolo per la stabilità del tempio e del paese (Gv 11,48).
  3. Gesù non ha voluto la fama. Non ha voluto neanche apparire come un agitatore populista o nazionalista (Lc 4, 14-30). Neanche che lo prendessero per re (Gv 6,15). E non ha ceduto alla tentazione del potere (Mt 4, 1-10). E men che mai ha tollerato il desiderio di prepotenza di coloro che comandano; perché è venuto per essere il “servo” (diakonésai) di tutti (Mc 10,45). Se Gesù pensava in questo modo, si capisce perché non voleva dei propagandisti del bene che faceva. Soprattutto se consideriamo che il titolo di Messia era il titolo più esaltato dalla religione. Gesù invece non ha voluto essere un personaggio “religioso”, ma un “essere umano”, profondamente umano, né più né meno.
  4. Inoltre, il “segreto messianico” di Gesù ci insegna che il Vangelo non è e non vuole essere un “progetto politico”. La politica è esercizio del “potere”. Il Vangelo è esercizio del “servizio”. Se vogliamo essere fedeli al Vangelo, dovremmo ripensare alcuni dei nostri tentativi per fare del messaggio di Gesù un programma politico puro e duro. Di “destra o di “sinistra”, il Vangelo non vuole né l’uno né l’altro. Quello che importa è la nostra vita esemplare.



Martedì 09 Febbraio,2021 Ore: 18:19