La risurrezione significa che Gesù è il grande argomento offerto all’umanità dal cristianesimo, per mostrare che la vita è più forte della morte. Secondo la fede di noi cristiani, il Risorto ci dice che, al di là di tutte le evidenze che si impongono a noi, la morte non ha l’ultima parola nel destino di noi uomini. Non siamo destinati al fallimento ed alla corruzione, ma alla vita ed alla felicità.

Ma non si dovrebbe mai dimenticare che la speranza in un’«altra vita» al di là della morte può trasformarsi in una minaccia per «questa vita». Tutti quelli che, lungo la storia delle religioni, sono morti uccidendo, sono arrivati ad essere assassini perché la speranza nell’altra vita ha dato loro argomenti per uccidere ed per uccidersi. I terroristi suicidi si sono immolati in tanti massacri perché erano convinti del fatto che, nel fare ciò, entravano nel paradiso dei risorti.

Senza arrivare a questi eccessi di disumanizzazione, la speranza fa un danno alla «vita umana», quando questa speranza nella «vita divina» giustifica qualsiasi forma di aggressione all’uomo. Sappiamo che ci sono persone che, per essere fedeli alle loro convinzioni di eternità, disdegnano o anche disprezzano quelli che non la pensano come loro, che hanno altre convinzioni religiose o non si adattano alle esigenze di un determinato «credo». Bisogna rispettare ed amare gli esseri umani non perché così si ottengono premi eterni, ma perché gli esseri umani meritano il nostro rispetto ed il nostro amore etsi Deus non daretur, «come se Dio non esistesse».