XXVIII TEMPO ORDINARIO – 13 ottobre 2019 - Commento al Vangelo
NON SI E’ TROVATO NESSUNO CHE TORNASSE INDIETRO A RENDERE GLORIA A DIO, ALL’INFUORI DI QUESTO STRANIERO

di p. José María CASTILLO

Lc 17,11-19
Lungo il cammino verso Gerusalemme, [Gesù] attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
  1. È dimostrato che l’elemento primitivo ed originale della religione non è stato Dio, ma i rituali religiosi. Proprio uno degli indicatori più chiari dell’apparizione dell’Homo sapiens sono i resti di simboli, decorazioni ed indizi che segnalano la pratica di tali rituali (Ian Tattersall, Walter Burkert, Richard Leakey, etc.). La spiegazione data dagli antropologi affonda le radici nell’effetto di integrazione sociale e di tranquillizzare la coscienza che tali rituali indubbiamente producevano. Da ciò derivano i sacrifici ed i riti funebri, non solo di esseri umani, ma anche di animali che erano stati sacrificati dai cacciatori.
  2. Così ci imbattiamo in questo fenomeno curioso: la pratica religiosa con i suoi rituali produce l’effetto di sentirsi un buon cittadino ed agisce come tranquillante della coscienza. Ma al tempo stesso ha il pericolo di disumanizzare l’essere umano. Chi adempie la pratica e si sottomette alla sua osservanza, si sentirà tranquillo e vedrà sé stesso come un buon soggetto sociale. Ma, senza rendersene conto, incorrerà in atti inumani, della cui aberrazione non è cosciente. È il meccanismo comportamentale che spiega la violenza della religione. Per questo sono esistiti e continuano ad esistere uomini molto religiosi che arrivano perfino ad uccidere con la coscienza del dovere compiuto.
  3. L’insegnamento dell’episodio – quello dei dieci lebbrosi curati - è chiaro: la religione, fedelmente osservata, indurisce il cuore e disumanizza le persone. Gli osservanti religiosi hanno perso il senso elementare della gratitudine, mentre il samaritano, l’uomo senza religione (o della religione “sbagliata”) fa quello che è umano, quello che è normale, il ringraziamento nei confronti di chi lo ha curato. Capita che negli ambienti religiosi abbondano le osservanze e manca l’umanità; abbonda il Diritto Canonico e mancano i Diritti Umani.
  4. Non si tratta di sopprimere la pratica religiosa o di abolire la religione. Si tratta di modificare tutto questo. Per non disumanizzarci, è necessario rifare ciò che Gesù ci ha insegnato e ciò che è delineato nel Vangelo: abbiamo bisogno di una religione e di una religiosità che ci renda più umani. Solo una religione così è quella che il Dio di Gesù accetta.



Martedì 08 Ottobre,2019 Ore: 21:26