XVI TEMPO ORDINARIO – 22 luglio 2018 - Commento al Vangelo
ERANO COME PECORE CHE NON HANNO PASTORE

di p. José María CASTILLO

Mc 6, 30-34
[In quel tempo,] gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
  1. La prima cosa che richiama l’attenzione in questo racconto è la preoccupazione di Gesù per il riposo dei suoi discepoli. Vengono da una missione che aveva richiesto loro fatica e spostamenti. E Gesù vuole subito che si ritirino con lui in un luogo tranquillo per un meritato riposo. Gesù era semplicemente umano. E gli piaceva tutto quello che piace a noi uomini. Buone vacanze, un viaggio di riposo, una convivenza piacevole, è qualcosa che tutti desideriamo. Ed anche Gesù lo desidera.
  2. La seconda cosa che richiama l’attenzione è l’uso del tempo. In questo, quasi tutti siamo molto scrupolosi. Adesso di più che ai tempi di Gesù. E più nella società industriale che in una società rurale. Le persone che vivono in villaggi e lavorano in campagna, dispongono di più tempo per sé rispetto a coloro che vivono vincolati ad orari e spostamenti ristretti ed estenuanti. Per questo il tempo si paga a prezzo di oro in non poche professioni e nelle aziende. In contrasto con tutto ciò, in quel tipo di vita e di società Gesù non aveva tempo neanche per mangiare. E quando è arrivato nel “luogo tranquillo”, si è imbattuto in altre persone che lo aspettavano per sottrargli il suo tempo. Gesù non si scompone. E si mette ad “insegnare loro con calma”, cioè, senza fretta….
  3. La terza cosa che richiama l’attenzione è la profonda sensibilità di Gesù. La sua reazione, nel trovare in quel luogo una tale calca, non è stata quella di preoccuparsi o men che mai di spazientirsi. Tutto il contrario. Il testo dice che “provò una commozione viscerale”. Diciamo che una persona è “profondamente sensibile” quando reagisce a partire dai suoi sentimenti più viscerali. Questo dice il racconto, che si sentì sconvolto interiormente. Così era Gesù. Perché la sua sensibilità non era per le sue vacanze, ma per il dolore della povera gente.



Martedì 17 Luglio,2018 Ore: 21:06