DOMENICA DI PASQUA - 1 APRILE 2018 - Commento al Vangelo
EGLI DOVEVA RISUSCITARE DAI MORTI

di p. José María CASTILLO

Gv 20,1-9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
  1. La risurrezione significa che Gesù è il grande argomento che il cristianesimo offre all’umanità, per mostrare che la vita è più forte della morte. Il Risorto ci dice, secondo la fede di noi cristiani, che, al di là di tutte le evidenze che a noi si impongono, la morte non ha l’ultima parola nel destino di noi uomini. Non siamo destinati al fallimento ed alla corruzione, ma alla vita ed alla felicità.
  2. Però mai si dovrebbe dimenticare che la speranza in un’«altra vita» al di là della morte, può convertirsi in una minaccia per «questa vita». Tutti quelli che lungo la storia delle religioni sono morti uccidendo, sono arrivati ad essere assassini perché la speranza nell’altra vita ha dato loro argomenti per uccidere ed per uccidersi. I terroristi suicidi si sono immolati in tanti massacri perché erano convinti del fatto che, facendo ciò, entravano nel paradiso dei risorti.
  3. Senza arrivare a questi eccessi di disumanizzazione, la speranza fa un danno alla “vita umana” quando questa speranza nella “vita divina” giustifica qualsiasi forma di aggressione all’umano. Sappiamo che ci sono persone che, per essere fedeli alle loro credenze di eternità, disdegnano o persino disprezzano quelli che non la pensano come loro, che hanno altre convinzioni religiose o non si adattano alle esigenze di un determinato “credo”. Bisogna rispettare ed amare gli esseri umani non perché in questo modo si ottengono premi eterni, ma perché gli esseri umani meritano il nostro rispetto ed il nostro amore etsi Deus non daretur, “come se Dio non esistesse”.



Martedì 27 Marzo,2018 Ore: 19:33