BATTESIMO DEL SIGNORE – 7 gennaio 2018 - Commento al Vangelo
TU SEI IL FIGLIO MIO, L’AMATO: IN TE HO POSTO IL MIO COMPIACIMENTO

di p. José María CASTILLO

Mc 1,7-11
[In quel tempo,] Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
  1. Sappiamo che la figura e la predicazione profetica di Giovanni Battista sono stati un avvenimento che ha impressionato tutto il paese, a partire dalla Giudea fino alla Galilea. Era l’annuncio che Israele aveva bisogno urgentemente di «convertirsi». Cioè, aveva bisogno di cambiare. Per poter riorientare la sua religiosità, le sue consuetudini, la sua maniera di vivere, l’onestà e le norme di comportamento nella vita degli individui e dell’intera società. Giovanni non veniva dal Tempio. E non era un rappresentante dei sommi sacerdoti. Giovanni veniva dal deserto. Dio lo inviava a tutto il popolo.
  2. Ed il popolo rispose all’appello di Giovanni. Il battesimo nelle acque del fiume Giordano era un rituale simbolico, che consisteva nel mettersi nell’acqua fino a sprofondare in essa. Per poi uscire di nuovo. Era un «morire» ed un «nascere di nuovo». Colui che muore e nasce di nuovo è un’«altra persona». È nato di nuovo. Per questo motivo il solo fatto di andare ad ascoltare quello che diceva Giovanni, i suoi proclami e le sue invettive al popolo, questo già era riconoscere che uno aveva bisogno di cambiare. E doveva vivere in altro modo.
  3. Ebbene, questo ha fatto Gesù. Un giorno ha abbandonato la sua casa e la sua famiglia, andò via da solo da Nazareth in Galilea, fino al fiume Giordano in Giudea e si collocò nella massa di gente peccatrice, disorientata, che il Battista arrivò a chiamare razza di vipere (Lc 3,7b). E Gesù era lì, nella fila dei peccatori, come uno dei tanti tra di loro, che si vedeva bisognoso di cambiare la sua vita. Quest’«incarnazione» totale di Gesù tra la massa, tra la gente, nel popolo e con il popolo, come uno fra tanti (cf. Fil 2,7-9), è il punto di partenza della grande lezione che Gesù è venuto a darci: a partire dal «più umano» si rivela a noi «il divino».
  4. Questo fenomeno impressionante è il grande avvenimento che per noi viene messo in evidenza quando i vangeli ci dicono che, nel momento in cui fu battezzato Gesù, il cielo si aprì e lo Spirito di Dio arrivò a posarsi su quell’uomo, sull’umile galileo di Nazareth che stava lì. E lì, nel più semplicemente umano, SI È FATTO PRESENTE E VISIBILE IL DIO TRASCENDENTE. Qui sta la chiave del Vangelo.



Martedì 02 Gennaio,2018 Ore: 19:39