II DOMENICA DI AVVENTO – 10 dicembre 2017 - Commento al Vangelo
RADDRIZZATE LE VIE DEL SIGNORE

di p. José María CASTILLO

Mc 1, 1-8
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
  1. La prima parola del vangelo di Marco è il termine greco arché, che l’autore (Marco) utilizza (cf. 10,6; 13.8.19) e significa l’«inizio», in questo caso l’«inizio di un racconto» (Marcus Joel). Questo vuole dire che per conoscere Gesù la prima cosa è il Vangelo. Ma Marco non parla semplicemente di “Gesù”, ma di Gesù “Cristo”. Due parole che nell’uso della Chiesa si sono unite in una sola. Ecco perché molta gente non parla di Gesù, ma di Gesù Cristo. Gesù è un nome di una persona. Cristo è il nome di un ruolo, l’«Unto» (il «Messia»). Se ci limitiamo solo a “Gesù”, stiamo facendo riferimento all’umile galileo di Nazareth. Se diciamo “Gesù Cristo”, non parliamo più semplicemente del Nazareno, ma stiamo parlando di Gesù esaltato nella gloria come Signore (Rm 1,4). Per molte persone quello che è importante è il «Signore della Gloria». Ma l’inizio, il punto di partenza non è (e non può essere) il Cielo, ma la Terra, la nostra storia, la vita di noi uomini. Quello che è stata la vita di Gesù, il galileo di Nazareth. Dire “Gesù” non è negare che il Nazareno sia stato glorificato ed esaltato alla Gloria del Signore e Messia, il Figlio di Dio. Ma, mentre è stato su questa nostra terra, è stato “Gesù”.
  2. La Buona Notizia di Gesù non è iniziata nel Tempio e non è venuta dai suoi funzionari e dalle sue cerimonie, ma dal deserto, da un profeta del deserto. Il Vangelo non inizia con l’ambito religioso, ma con quello laico. Il principio e fondamento per rispettare e vivere l’ambito religioso è iniziare a rispettare l’ambito laico. Quando la religione non rispetta questa regola, danneggia la gente e la allontana da Dio.
  3. Il tema al centro dell’interesse di Giovanni Battista è stato il peccato e la confessione dei peccati (Mt 3,5 s; Lc 3,3). Il tema che, a partire da allora, è stato al centro dell’interesse di Gesù è stato la vita, la felicità e la gioia della gente, la vita dei poveri e degli ammalati, la felicità di coloro che soffrono e la gioia di coloro che hanno perso la speranza. È triste pensare che i chierici nei loro sermoni non smettono di parlare del peccato, che è molto utile per incutere paura alla gente. Nella vita di Gesù l’aspetto centrale non è stato parlare del peccato, ma lottare contro la sofferenza della gente.
  4. Con il passar del tempo, nella storia della Chiesa è diventato sempre più centrale il tema del peccato, sapendo – come è così evidente nei vangeli – che nella vita di Gesù l’aspetto centrale è stata la lotta contro la sofferenza. In fondo, il problema sta nell’idea che abbiamo di ciò che è il «peccato». Peccato è causare sofferenza a qualcuno. Noi uomini non possiamo offendere Dio direttamente. Questa è stata l’intuizione espressa da san Tommaso d’Aquino (Summa contra Gentiles, III,122).



Martedì 05 Dicembre,2017 Ore: 18:28