V QUARESIMA – 13 marzo 2016 - Commento al Vangelo
CHI DI VOI E’ SENZA PECCATO, GETTI PER PRIMO LA PIETRA CONTRO DI LEI

di p. José María CASTILLO

Gv 8, 1-11

[In quel tempo,] Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
  1. Questo racconto manca nei migliori manoscritti greci. Per i cattolici è canonico, ma la cosa più sicura è che si tratta di un episodio collocato fuori dal suo contesto. Alcuni pensano che questo contesto sarebbe il vangelo di Luca, quando oramai vicino alla passione, Gesù riceve dai leader religiosi le domande più insidiose (cf. Lc 21,38; 20,20-40) (Raymond E. Brown). La Chiesa, a partire dall’Antichità, ha accettato questo racconto come autentico.
  2. L’episodio suscita indignazione soprattutto nella nostra attuale cultura, quando sosteniamo l’uguaglianza in dignità e diritti per l’uomo e per la donna. Gli accusatori basano la loro accusa sulla legge di Mosè che dice: “Se uno commette adulterio con la moglie del suo prossimo, l’adultero e l’adultera dovranno essere messi a morte” (Lv 20,10; cf. Dt,22,22). Ma, a giudizio dei “dotti” e degli “osservanti” chi meritava la morte era solo la donna. E chi ha commesso adulterio con lei? Quest’evidente ingiustizia ha le sue radici nella differenziazione dei sessi, che passò a far parte dell’eredità biologica dei sessi (W. Burkert, D. Morris, Margaret Mead). Il problema si pone a partire dal momento in cui l’eredità biologica si è costituita come differenza radicale di diritti e disuguaglianza. Una differenza che le tradizioni religiose hanno aumentato fino all’abuso, l’oppressione e la violenza in tutte le sue forme.
  3. Gesù non condanna la donna. Gesù depenalizza l’adulterio. E – cosa più forte – Gesù smaschera l’ipocrisia dei “professionisti della religione”, un collettivo nel quale abbondano i censori senza pietà quando si tratta dei peccati e dei delitti degli altri, mentre occultano non poche volte questi stessi peccati e delitti quando a commetterli sono i dirigenti religiosi. Questo succedeva al tempo di Gesù. Questo continua a succedere oggi. Una mentalità con la quale si scontra papa Francesco.



Lunedì 07 Marzo,2016 Ore: 19:03