III QUARESIMA – 28 febbraio 2016 - Commento al Vangelo
SE NON VI CONVERTITE, PERIRETE TUTTI ALLO STESSO MODO

di p. José María CASTILLO

Lc 13,1-9
[In quel tempo] si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”.
Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
  1. Si sa che le relazioni di Roma con i giudei nel I secolo sono state tese. Specialmente con i giudei della diaspora, ma anche con quelli della Giudea. Flavio Giuseppe, Tacito, Svetonio e Dione Cassio raccontano di misure imperiali contro i giudei di Roma, ed anche contro quelli di Gerusalemme, al tempo di Caligola (36-45 d.C.) (D. Álvarez Cineira). In ogni caso, questo vangelo parla di “galilei”, che rifiutavano di andare al tempio di Gerusalemme. Ma quello che è meno interessante è sapere dove si sia verificato quest’incidente. L’aspetto grave è che il potere politico non esitò nel commettere un crimine brutale contro persone che praticavano le loro cerimonie religiose.
  2. L’elemento sorprendente in questo racconto è che Gesù non ha approfittato dell’occasione di quella notizia per denunciare le ingiustizie e le prepotenze commesse dalle truppe di occupazione in Palestina, i crimini, le tasse, il dominio dell’Impero. Gesù tacque per viltà? Non ha mai dato dimostrazione di questa debolezza umana. Ne è prova il fatto che anche lui è stato vittima della crudeltà di Roma verso chi le dava fastidio. Gesù è stato libero – e quindi fastidioso – non solo per i sacerdoti del Tempio, ma anche per i militari di Roma. Perché?
  3. Perché ha detto ed ha trasmesso alla gente quello che più dà fastidio al dispotismo del potere, di quello religioso e di quello politico. Si tratta del messaggio della “propria responsabilità” davanti al potere. E questo si traduce in libertà e resistenza di fronte alla sottomissione. Il mondo non si mette a posto eliminando un potere e mettendone un altro. Il mondo si mette a posto facendo uomini realmente liberi. L’elemento decisivo nei confronti dei politici e dei governanti non è toglierne alcuni e metterne altri. Quello che veramente importa è essere liberi nei confronti del sistema dei poteri che ci sono stati imposti. Gesù parla di “conversione”. Ma “non c’è conversione senza libertà”. Colui che continua ad essere sottomesso ai poteri di questo mondo, non si è reso conto dell’elemento fondamentale del Vangelo.



Martedì 23 Febbraio,2016 Ore: 17:29