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VEGLIE DI PREGHIERA PER CUFFARO

di Pietro Ancona

La Chiesa si ritira in preghiera per l’assoluzione di Totò Cuffaro, preghiera a quanto pare inutile dal momento che il Presidente della Regione Sicilia è stato condannato a cinque anni di reclusione ed all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Parlo della stessa Chiesa che nega i funerali religiosi ad una grande anima di credente come Piergiorgio Wely ma che è sempre disponibile verso i potenti e che ha consentito la sepoltura nelle mura della chiesa di sant’ apollinaire di DePedis, capo della banda della magliara (la mafia romana)

Le veglie di preghiera per Totò Cuffaro scaturiscono certamente da un sentimento di riconoscenza della Chiesa. Non mi riferisco alla proposta di Cuffaro di dedicare la Sicilia alla Madonna delle Lacrime a suo tempo bocciata dalle autorità ecclesiastiche in un sussulto di orgoglio religioso, ma al fiume immenso di denaro che da tutte le amministrazioni della regione fluisce verso le casse della Chiesa. Non parlo soltanto di finanziamento delle opere di ristrutturazione delle parrocchie e della costruzione di nuove Chiese quanto di stanziamenti subito spesi per gli oratori, per gli arredi, per quanto viene richiesto financo la biancheria ed i paramenti.

Se fossi cattolico considererei le veglie di preghiere una manifestazione di simonia, un compenso per i grandi benefici ricevuti nel corso di questi anni. Inutile dire che le vitali necessità della Sicilia di opere pubbliche, asili nido, scuole, arredamenti scolastici, vengono disattese.

Pietro Ancona
Uno spazio per la laicità


Veglie in chiesa per l’assoluzione di Cuffaro

la repubblica

La Repubblica 18 gennaio 2008

Fedelissimi riuniti nella parrocchia di Santa Lucia in attesa della sentenza. Preghiere anche ad Agrigento e Caltanissetta La chiesa è a due passi dallŽaula bunker dove ventŽanni fa si celebrò il maxi-processo a Cosa Nostra. Qui, nella parrocchia di Santa Lucia, si prega in attesa di unŽaltra sentenza che si annuncia storica: quella che nelle prossime ore dirà se il governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro, ha davvero favorito un boss, Giuseppe Guttadauro, segnalandogli la presenza in casa di una microspia. LŽiniziativa è di un assessore e un consigliere comunale dellŽUdc, Pippo Enea e Doriana Ribaudo, ed è stata propagandata nel capoluogo attraverso una catena di sms. Alle 21,30, in piazza della Pace, i "fedelissimi" di Cuffaro si radunano alla spicciolata e si inginocchiano. Recitano il Padre nostro, a bassa voce, esprimendo lŽauspicio in un esito favorevole del processo, al quale Cuffaro lega la propria permanenza in carica. Così, mentre tre giudici da due giorni sono chiusi in camera di consiglio per preparare il dispositivo che deciderà il futuro politico del governatore, il popolo di Totò Cuffaro si rivolge alla Madonna. «Siamo qui per stare vicini al presidente che sta vivendo il momento più difficile della propria vita politica», spiega Enea.

Ma non è lŽunica manifestazione di questo tipo organizzata in Sicilia nellŽattesa della sentenza: altri momenti di preghiera, ieri sera, si sono tenuti a San Vito Lo Capo, vicino a Trapani, nella provincia di Agrigento, a Siracusa, a Caltanissetta. «È la testimonianza del grande affetto che cŽè intorno al presidente», dice il segretario regionale dellŽUdc Saverio Romano. Lo stesso Cuffaro, a conferma del suo legame con il mondo ecclesiastico, rompe il silenzio in cui si è chiuso nelle ultime ore per dire che «fra le centinaia di telefonate che sto ricevendo non mancano quelle di prelati, compresi vescovi, che mi hanno inserito nelle loro novene».

Cuffaro governa da sette anni e lŽUdc, con il 18 per cento, veleggia su percentuali triple rispetto al resto dŽItalia. Tanto che anche Pierferdinando Casini, nei giorni scorsi, ha sentito lŽesigenza di sbarcare a Palermo per «abbracciare lŽamico Totò nella settimana più difficile». Saverio Romano dà una dimensione aziendale alla rete di potere (e di clientele, dicono gli avversari politici) creata da Cuffaro: «Trecentomila persone fra diretto e indotto, ovvero fra chi lo conosce direttamente e chi gli deve qualcosa». Ma lŽaccusa di favoreggiamento alla mafia pesa, eccome: Rita Borsellino, leader dellŽUnione alle Regionali del 2006, invoca da tempo le dimissioni del governatore, mentre il segretario del Pd Francantonio Genovese scinde la vicenda giudiziaria dallŽattività amministrativa: «Per noi avrebbe dovuto lasciare da tempo, ma per fallimento politico». E ieri, in una città scossa dai nuovi arresti del clan Lo Piccolo, hanno preso posizione anche i giovani di Addio Pizzo, motore della rivolta contro le estorsioni che coinvolge anche i vertici di Confindustria: «La politica clientelare genera vicinanze pericolose che minano la credibilità della politica. Ecco perché Cuffaro dovrebbe dimettersi a prescindere dalla sentenza».

http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Veglie-in-chiesa-per-lassoluzione-di-Cuffaro/1415370



Lunedì, 21 gennaio 2008