Uomini e topi
NELLE MANI DI VELTRONI?
NO, GRAZIE

di G.C.C.

Con lui avremmo i Ferrara, i Bondi, gli Schifani, i Cicchitto. E i padroni che «garantiscono la sicurezza» dei lavoratori. Parole sue


L’onorevole Walter Veltroni, sindaco di Roma, ex comunista del Pci, poi democratico di sinistra, oggi leader del Pd, Partito democratico (cioè non più comunista, né italiano, né di sinistra), ha fatto una lunga marcia, con alcune giravolte, ma è sempre capace di parlare senza dire quasi niente. Anzi, sarebbe meglio che dicesse niente del tutto.

In un’intervista al «Corriere della sera» del 13 gennaio ha detto, tanto per cominciare: «Sarà per il lavoro che faccio, sarà perché parlo con le persone e non guardo la società dai numeri dei sondaggi, fatto sta che ne sono sempre più convinto: la politica è la risposta ai bisogni del cittadino». Un gigante del pensiero. E ha continuato: «È l’elaborazione di un sistema di valori, di una visione del mondo che argini lo spirito del tempo, il nuovo egoismo sociale che si diffonde come un virus. L’idea per cui ognuno è una monade, un piccolo mondo isolato dagli altri». Un livello culturale inarrivabile, da rileggere.

L’intervista occupa due pagine. Veltroni ha detto anche: «C’è una comunità di destini tra imprenditori e lavoratori. Per questo agli imprenditori tocca garantire ai lavoratori salari adeguati, la sicurezza fisica e la serenità che consenta loro di sentirsi parte dell’impresa. Chi conosce gli operai sa che hanno un grande patriottismo aziendale, talora molto più dei manager che si assegnano le stock-options. È il momento di costruire un’alleanza tra imprese e lavoro e varare una politica fiscale a sostegno dei salari». È diventato corporativo, come la destra dell’ex Movimento sociale italiano. Anche qui, per favore, rileggete le frasi veltroniane.

Non basta. Veltroni ha voglia di dialogare con l’onorevole Silvio Berlusconi, che si potrebbe ritenere - al contrario - il suo più acerrimo nemico. Cerca un accordo per le riforme elettorali (dell’Italia!). Alle domande «Crede che stavolta Berlusconi sia pronto a un accordo? Lei se ne fida davvero?», invece di capire che l’intervistatore gli mette sotto il naso l’inaffidabilità di Berlusconi, risponde: «Questa è una domanda che non mi posso porre. Gli interlocutori sono quelli che sono. Non si scelgono […]».

Non ha capito niente, oppure è furbissimo e segue un disegno machiavellico che noi lettori non capiamo. Dice che non può porsi le domande: lei di Berlusconi si fida davvero? lei crede che Berlusconi voglia davvero un accordo? Ma via, come finirà il Pd con Veltroni sostenuto da personaggi come Giuliano Ferrara, Schifani, Cicchitto, Bondi e simili, da cui sono fuggiti perfino Casini e Fini?

Il giorno precedente, 12 gennaio, il «Corriere» era in vendita, obbligatoria, con il periodico «Style», che sembra un concentrato di futilità, invece è da studiare attentamente per capire il padronato. Segnaliamo a Veltroni un servizio sui cani, perché secondo le statistiche nelle case degli italiani ci sono più cani che bambini. C’è perfino chi fa le feste con le torte per i cani. Un solo esempio.

Fiorenza Mursia, 55 anni, presidente e amministratore delegato del gruppo Mursia (editoria), proprietaria di trenta cani, tiene sempre in ufficio a Milano un mastino napoletano e un jack russell. E i dipendenti cosa dicono? «Sono obbligati ad andarci d’accordo, visto che li hanno sempre tra le gambe». Lo fa - pensa Veltroni - per dare serenità ai lavoratori. Così come la dà alla sua cagnolina più viziata: «Ha dieci borse più di me. Compresa una Louis Vuitton per i viaggi in aereo e un giubbottino salvagente per fare il bagno». I lavoratori Mursia si sentono sicuri e sono sereni.

Quanto costano questi cani? «Dieci chili di manzo al giorno, mischiati ad altrettanto riso bollito». Una famiglia di quattro persone ci mangerebbe una settimana. Quando «parla con le persone» Veltroni lo sa ed è sereno (la parola "sereno" compare tre volte nelle sue risposte). E questo è un leader da Partito democratico?


G.C.C.



Domenica, 13 gennaio 2008