Uomini e topi
E’ ARRIVATO IL TEMPORALE

di G.C.C.

Chi ha combattuto il governo del cattolico Prodi ha vinto


Nel paese regio e imperiale di Kakania, il sovrano non era un monarca, ma dipendeva dai suoi immediati sottoposti. Era sul trono: cadente lui, cadente il trono. Lo si è visto dalla storia. Invece di far imprigionare chi minacciava lui e la nazione, cercava di blandirlo con indicibili sciocchezze. Indicibili, ma lui le diceva: anzi, le faceva diffondere dai suoi scrivani. Era una specie di re travicello, che le rane gracidando riuscirono poi a far sostituire con un serpente e vennero mangiate. E così accadde anche ai kakani.

Chi minacciava lo stato? Nel regio impero alcuni kakani del settentrione volevano dividerlo, cioè tenerne un pezzo per sè e lasciare il resto al suo destino: affermavano di avere diecimila armati di qua e diecimila armati di là se non fossero stati ascoltati, e ad ogni piè sospinto aggiungevano di avere le armi pronte contro la capitale. Questo lo dicevano da anni, ma i kakani loro oppositori ne ridevano e, per la verità, gozzovigliavano nell’immondezzaio morale e materiale in cui si trovavano (anche questo è stato poi provato dalla storia).

Altri kakani, molto ricchi, insieme con i loro sodali stracciavano le carte costitutive delle società dei loro oppositori, i quali scrivevano lettere per ammansirli e si erano dati un capo che, oltre ad essere tremebondo come il sovrano, era ugualmente cadente, incerto e senza idee. Questo capo tentennante diceva che una cosa si può fare, se si può fare, altrimenti non si può fare. Diceva anche: “Se avessimo avuto più tempo, potevamo fare di più. Chi lo ascoltava non credeva alle proprie orecchie.

I kakani molto ricchi poi cambiarono, secondo i loro personali interessi, la Costituzione di Kakania, nata da antichi e ormai dimenticati saggi kakani del secolo precedente: ne fecero carta straccia e, invece di fermarsi a Kakania come turisti, innamorati delle barzellette e del bel canto, ne divennero padroni e vi rimasero vent’anni. Il sovrano cadente divenne rapidamente un sovrano caduto. Fecero soldi, imbavagliarono la stampa, per sicurezza misero in prigione un po’ di kakani, eliminarono la libertà. Furono subito riveriti da tutti, e naturalmente dai kakani che avevano fatto varie giravolte. Caddero soltanto a causa di una guerra mondiale, come ricorda la storia.

Sembra una fiaba, invece è una storia cominciata nel 1922 e finita nel 1945.

G.C.C.



Venerdì, 18 aprile 2008