Roma, 15 febbraio 2008.
La legge elettorale è incostituzionale e viola la Convenzione europea dei
diritti delluomo.
Oggi tre cittadini elettori, gli avvocati Aldo Bozzi, del foro di Milano, Giuseppe Bozzi, del foro di Roma e Giuseppe
Porqueddu, del foro di Brescia hanno proposto ricorso al Tar del Lazio, impugnando i decreti del Presidente della
Repubblica con i quali sono state convocati i comizi per lelezione della Camera dei Deputati e del Senato della
Repubblica, nella parte in cui danno attuazione alle norme della legge Calderoli che appaiono in più stridente contrasto
con i diritti dei cittadini fondamentali dei cittadini e le prerogative costituzionali del Presidente della Repubblica.
I ricorrenti, sulla scia dei rilievi mossi dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 15 del 2008 (ammissiva del
referendum elettorale), chiedono che il Tar sollevi la questione di costituzionalità della legge Calderoli con
riferimento a tre punti critici:
1) Le liste bloccate che privano lelettore della possibilità di scegliere le persone che dovrebbero rappresentarlo in
Parlamento;
2) Lattribuzione di un premio di maggioranza non subordinato al raggiungimento di alcuna soglia minima;
3) Lindicazione sulla scheda elettorale del candidato premier.
Limpossibilità per gli elettori di scegliere i candidati cambia la natura del Parlamento perché trasforma tutti gli
eletti, anziché in rappresentanti del popolo in rappresentanti dei partiti o dei capi politici che li hanno selezionati,
comprimendo il principio costituzionale della rappresentativita e della libertà dei parlamentari, che devono esercitare le
loro funzioni senza vincolo di mandato. Essa inoltre viola la Convenzione Europea dei diritti delluomo (articolo 3 del
Protocollo I).
Lattribuzione di un premio di maggioranza, svincolato da ogni soglia minima, altera profondamente la composizione della
rappresentanza. Entrambi i sistemi, sia il premio di maggioranza, sia le liste bloccate sono stati adoperati dal fascismo,
con la legge Acerbo del 1924 e con la successiva legge del 1928, per espropriare il corpo elettorale della possibilità di
compiere delle scelte libere e mortificare il parlamento.
Lindicazione sulla scheda del capo della coalizione candidato alla carico di premier pregiudica le funzioni e la libertà
del Capo dello Stato a cui la Costituzione attribuisce il compito di nominare il Presidente del Consiglio dei Ministri. enzo marzo via dascanio 23 00186 roma tel 335.7350906
Venerdì, 15 febbraio 2008
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