Riflessione
Se non ora, quando?

di Massimo Guitarrini

A sostegno dell’appello del 2 marzo a Bologna


[Ringraziamo Massimo Guitarrini (per contatti: fenoglio2000@yahoo.it) per questo intervento.

Massimo Guitarrini, amico della nonviolenza, da sempre un punto di riferimento nell’impegno di solidarieta’, per i diritti umani, per l’ambiente, la pace, e’ viceresponsabile nazionale del servizio civile della Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare]


Perche’ esiste oggi per noi questo vuoto di rappresentanza?

Perche’ non siamo stati capaci di fare lobby su alcune questioni, ne’ capaci di creare un soggetto che organizzi la rappresentanza democratica di una sinistra nonviolenta?

Per quale motivo in Italia il movimento nonviolento non ha mai voluto proporsi come soggetto politico con un progetto per il paese all’interno delle istituzioni rappresentative?

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Cio’ non significa stare a tutti i costi al governo, ma significa avere un progetto condiviso per la trasformazione della societa’ a tutti i livelli. Ci hanno sempre rimproverato che i movimenti sono fluidi, portatori di interessi contestualizzati con obiettivi parziali, mentre i partiti si collocano sul piano del potere. Sono spesso portatori di interessi complessivi e capaci di fare sintesi e raccogliere le istanze parziali dei movimenti.

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Non so se il movimento nonviolento italiano si e’ mai posto il problema della "conquista del potere". Non credo sia stato mai tra i suoi obiettivi.

Fortunatamente non in questi termini.

In qualche modo gia’ don Lorenzo Milani tracciava un programma: "Ma il giorno che avremo sfondata insieme la cancellata di qualche parco, installata insieme la casa dei poveri nella reggia del ricco, ricordatene Pipetta, non ti fidar di me, quel giorno io ti tradiro’.

Quel giorno io non restero’ la’ con te. Io tornero’ nella tua casuccia piovosa e puzzolente a pregare per te davanti al mio Signore crocifisso. Quando tu non avrai piu’ fame ne’ sete, ricordatene Pipetta, quel giorno io ti tradiro
’".

Lorenzo non avrebbe oltrepassato mai quel cancello.

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Ma e’ poi vero che abbiamo un cosi’ brutto rapporto con l’amministrazione del potere? Forse con il potere come e’ stato amministrato da molti dei nostri rappresentanti, come potere "su": il potere brandito "sulla" pelle dei piu’ deboli, ma non il potere "di". Di fare qualcosa per il cambiamento della societa’.

Questo e’ un potere che molti amici della nonviolenza conoscono bene. E non parlo solo del potere nella lotta. Ma il potere di costruire relazioni e progetti di pace. Il potere della trasformazione delle violenze. Quel "potere di tutti" che cerchiamo di riconoscerci. Ma... "Se non ora, quando? Se non qui, dove?".

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

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Numero 364 del 13 febbraio 2008



Mercoledì, 13 febbraio 2008