Prime risposte verso il 2 marzo
di Maria G. Di Rienzo
A sostegno dellappello del 2 marzo a Bologna
Questo articolo fa il punto sulle prime risposte ricevute dallappello di Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana intitolato "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza? Discutiamone il 2 marzo a Bologna" (Clicca qui per leggere lappello), appello che propone un incontro per verificare la possibilita concreta di promuovere liste di persone femministe, ecologiste, amiche della nonviolenza alle prossime elezioni. POSSO ammetterlo? Non osavo aspettarmi tanto interesse. Quasi tutte le risposte sono molto articolate e argomentate, spesso ricche dinventiva. Se tanto da tanto, a Bologna non dovremmo trovarci in quattro. Quelle dotate di entusiasmo e volonta e intelligenza, anche se critiche, meritano un abbraccio virtuale (virtuale per il momento, mi riservo di provvedere in carne ed ossa il 2 marzo) ma non abbisognano di troppi commenti. Poi ce ne sono parecchie divertenti, inviate dagli Stakanov della rete telematica, quelli che scrivono ossessivamente a tutti su tutto, e per tutto hanno la risposta. Le trovo buffe anche se sprizzano arroganza e disprezzo. Mi stupisce che ci siano cosi tanti geni misconosciuti in Italia, chi ha detto che siamo un popolo di commissari tecnici non ha mancato di troppo il bersaglio. Non credo tuttavia ci sara dato di vedere fisicamente gli autori (le donne sono assenti dal gruppo onnisciente... si, mi e sfuggito un sogghigno, fate finta di niente), temo siano troppo nobili per mischiarsi al popolino cocciuto e triviale. Un buon numero di risposte concerne proposte daltro tipo, e per quanto valide e ingegnose e generose siano sono costretta a classificarle fuori tema: se vi chiedo di venire al cinema con me, potremmo discutere su quando, e su che film vedere, e sullora della proiezione, oppure potreste dirmi "no grazie", ma difficilmente mi rispondereste con la ricetta del risotto allo zafferano, vero? * Ce anche una piccola serie di interventi che definirei "in preda al panico", in cui il vero messaggio sta piu tra le righe che nelle righe stesse. I loro autori si stanno domandando cosa portiamo via e a chi, chi regge il timone, cosa ce sotto, qual e la posizione ufficiale "del movimento" (de che?), dove si colloca la proposta sullo spettro socio-politico in base alle categorie kantiane o aristoteliche ecc. ecc. E chi ci paga, naturale. Questi vorrei rassicurarli: ascoltatemi bene, il testo dice esattamente quel che dice, in italiano, con i significati della lingua italiana. Non mi risulta al momento che ci paghi nessuno, e se a qualcuno avanzano soldi gli suggerirei di spenderli in modo utile abbonandosi ad "Azione nonviolenta", ma soprattutto metto "femmineamente" (virilmente non ci stava) il pugno chiuso sul braciere giurandovi che Sini non solo non ci ha dato un franco, ma continua a pretendere articoli da tutti come un pozzo senza fondo. Tratto da Giovedì, 14 febbraio 2008 |