18 gennaio 2008
Finita la lunghissima giornata di Mastella, non avendo voglia di cucinare, sono andata al ristorante del Senato, dove non
cera quasi nessuno, perchè, i e le più, si erano fiondati su bus e taxi per prendere treni e aerei e tornarsene a casa. Il
giorno dopo ho ancora impegni a Roma (la conferenza stampa con lUdi sulla 194) e quindi non devo partire. ll cameriere che
serve a tavola dove di solito mi siedo, si mette un po a chiacchierare, dato che il lavoro è poco e calmo: subito mi
chiede se in un paio di settimane finirà la faccenda di Napoli, perchè lui ha parenti in America e gli telefonano ogni
sera per sapere. Non sarà facile in così poco tempo -gli dico- e un po deluso, rilancia: se non si sta attenti in tutte
le città, si finisce in un immondezzaio generale e la gente dovrebbe pensarci un po prima di fare tanta immondizia, e però
lui a Roma non sempre trova vicino a casa i cassonetti per la differenziata (difatti anchio non li trovo spesso, e finisce
che faccio quasi solo carta vetro e lattine). Gli racconto che cosa è capitato alla presidenza della Commissione Uranio,
che ho riunito nel pomeriggio, prima della relazione di Prodi. Tra gli altri argomenti più interni alla commissione, ho
riferito che nei giorni precedenti avevo fatto telefonare al ministero della Difesa e poi avevo chiesto al sottosegretario,
incontrato in una riunione, se avessero fornito i militari del Genio (mandati a portare via limmondizia, e a fare solo
quello, non operazioni di polizia) di guanti e mascherine, dato che la loro salute non è meno preziosa di quella delle
popolazioni e anche perchè vedendo i militari con tute guanti e mascherine, le persone si rendono conto del pericolo. Se
le madri e le insegnanti cominciassero a chiedere allesercito di distribuire anche a loro mascherine e guanti, sarebbe una
bella cosa e si potrebbe più facilmente ottenere il ritorno a scuola, perchè sarebbe evidente che tenere a casa i figli è
una pura stupidità, dato che la diossina, se cè, cè in cortile come in classe. Approva e sbotta: quando andavo a scuola
io, ci insegnavano che cosa bisogna fare e che cosa no, i diritti i doveri, serviva molto. Insomma leducazione civica. E
la pura verità e mi felicito con lui e sono daccordo, e intanto ho finito di cenare e mi accomiato.
E stata davvero una giornata faticosa. La mattina dovevamo concludere il dibattito su Napoli, lungo e abbastanza
insoddisfacente. 14 anni di errori accumulati, affari sporchi camorra tentativi accuse reciproche e poco di propositivo.
Continuo a pensare che bisognerebbe partire, mentre lo stato fa le cose grosse, mobilita il Genio ecc., con una serie di
piccole azioni quotidiane diffuse, per fare uno stacco, una cesura rispetto a una cultura civica che non cè (non si
insegna nemmeno più a scuola! direbbe il mio cameriere). Quando ne parlo, mi rispondono :" ma ci sono paesi e quartieri
dove tutto è pulito e in ordine": "e perchè si fanno vedere solo le schifezze?"
Comunque il lavoro va avanti, quando allimprovrviso Schifani chiede di sospendere, perchè siamo oltre lorario e di
procedere martedì. Manca solo la notizia che vogliamo finire presto per goderci il weekend per invelenire giustamente
lelettorato. Ma poi come mai? la conferenza dei capigruppo aveva deciso che si finisse la seduta col voto intorno alle
13. Si andrà un po oltre, ma si rispetterà la decisione che è quella di votare. Schifani fa un elogio delle regole
davvero bizantino, si produce un qualche subbuglio, si susseguono interventi a gogò per perdere tempo, noi diciamo in
molti "siamo pagati apposta e profumatamente per il lavoro che facciamo, finiamo dunque la seduta come ci eravamo
ripromessi". Non si capisce limpuntatura di Schifani, ma lo stupore è ancora più grande quando, sia la Lega che An si
dissociano e dicono di andare avanti fino al voto. Che è capitato? Che nelle fila di FI ci sono vistose assenze mentre Lega
e An sono a ranghi completi, sicchè se perdono laccusa è per FI. Così difatti succede. Mancano voti per sostenere le
mozioni della destra e noi passiamo sempre.
Si sospende verso le 14,30, io vado alla Commissione uranio, di cui ho già detto, poi sbrigo un po di posta e mi
accordo per le lettere che i funzionari dovranno inviare, e intanto arrivano le 17,30, quando è prevista la relazione di
Prodi sul caso Mastella. Prodi arriva serio e diritto, fa una relazione di 8 minuti, come alla Camera, e dice che Mastella
non ritira le dimissioni ma assicura lappoggio esterno, che Napolitano ha già accordato a lui di assumere linterim della
giustizia per il periodo necessario per tornare alla normalità. Nellopposizine sembra di notare un certo sconforto: siamo
ancora vivi. A questo governo hanno rimproverato i brogli, poi lanciato spallate e ultimatum, dicono che è diviso, che non
ha una maggioranza politica, che è in pezzi, alla frutta, in agonia, da buttare: si dimetta e faccia felice il popolo, vada
a casa che ormai ormai ormai ormai ecc.ecc.: ed è sempre lì, di una resistenza davvero coriacea, può finire solo di
suicidio: infatti i danni che ci siamo fatti da soli sono ben di più di quelli che può farci lopposizione.
Sembra plausibile che, non riuscendo a buttare giù il governo in aula, chi lo vuole far cadere o è arruolato da altri per
farlo andare giù, provi con la formula sempre pericolosa e ora anche ripetitiva di Tangentopoli, forse.
Certo che un fatto così clamoroso, capitato il giorno in cui Mastella doveva fare la relazione sulla politica della
giustizia (senza che vi fosse urgenza, di arresti, sottolinea Scalfaro, che notoriamete non ama il tintinnio di manette)
come un procuratore che mette agli arresti domiciliari la presidente del Consiglio regionale campano, provocando un effetto
domino sul marito ministro, in seguito pure colpito da incriminazioni e poi arresta una serie di assessori consiglieri
comunali e personale vario del partito del minstro, ci si aspetta che provochi una breccia, una frana, una valanga, un
effetto sismico: macchè, calmissimo Prodi si sfila ogni volta, e resta lì imperterrito. Schifani ha cercato di fare
dellumorismo (ma gli vien meglio la lagna) presentando il presidente come uno che pendola ora di qua ora di là alleandosi
ora con questo ora con quello e resiste. Mi viene da dire a mezza bocca: come Lorenzo il magnifico, lago della bilancia
delle cose dItalia. Vedete un po a che folli esagerazioni spinge una opposizione incapace. Vediamo come va e se
riusciamo a litigare comunque. La cosa più evidente è che siamo riusciti ad attaccare il virus dei litigi anche
allopposizone. Amen!
Venerd́, 18 gennaio 2008
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