"lettere dal palazzo"
tu quoque Bersani ....

(dov’è la differenza ?)


di Lidia Menapace

8 ottobre 2007
Non è importante il contesto in cui sono venuta a sapere ciò che racconto: era già noto per agenzie, che però non avevo potuto vedere essendo stata impegnata nel dibattito di cui ho parlato prima: mi sono state fatte conoscere le sera tardi tra sabato 6 e domenica 7 e le ho poi controllate al mio ritorno a Roma nella tarda mattinata di domenica.

Dunque: vi è grande agitazione tra i medici della Regione Emilia-Romagna, perchè il ministro Bersani ha chiesto ai ministri Turco e Mastella di mettere sotto ispezione e indagine -rispettivamente- l’ordine dei medici della regione per procurato allarme, perchè si sono espressi contro gli incineritori, senza documentare -dice il ministro- ciò che affermavano sulla loro pericolosità.

La notizia mi semba enorme appena la vengo a sapere a casa della compagna di Grosseto, e non riesco quasi a crederci: ma il marito di Paola mi mostra un suo comunicato a una rete ambientalista e mi documenta la cosa con riscontri precisi.

Ma come? Bersani è persona molto simpatica, conviviale, gioviale, dotato di bellissima voce e conoscitore di un grande repertorio di musica d’opera, buon compagno di chiacchiere e di conviti, insomma l’immagine stessa dell’emiliano simpatico ed equlibrato. Ha fatto parte sempre di quella grandissima organizzazione politica che è stato il Pci ed era uno dei "miglioristi", la destra del Pci, esponente di quel programma politico e sociale emiliano basato su moderazione salariale, padronato civile, e forte mediazione della pubblica amministrazione, che forniva servizi sociali eccellenti diffusi ed economici o gratuiti. E’ vero, ci si può accontentare anche di un salario non sublime, se vi sono servizi sociali adeguati, che rendono possibile anche una alta occupazione femminile: le famose scuole materne di Imola, gli ospedali di Bologna, l’urbanistica che rispettava la forma della città, la rete delle cooperative che calmieravano il mercato, ogni sorta di provvidenze per anziani handicappati ecc. Il tutto coronato da una grande tolleranza verso i comportamenti anche quelli goliardici e persino verso il movimento gay e lesbico che ebbe a Bologna la sua prima uscita pubblica e sede promossa dal Comune. E Piazza Grande era il simbolo e la vera agorà della democrazia agita, dibattuta, confrontata, vera. Un compromesso schiettamente socialdemocratico, se vogliamo, vissuto però con una ostentata e sentita coscienza di essere "comunisti", il che significava alla fine quasi solo "non corruttibili onesti solidali accoglienti". Berlinguer indicava ciò come "differenza": durò fino ben oltre Tangentopoli, che non potè se non sfiorare marginalmente il Pci e mai comunque per arricchimenti personali. Il Pci pur continuando a chiamarsi comunista e i suoi iscritti ad essere soggettivamente comunisti con l’orgoglio di esserlo anche per un alto livello di moralità, solidarietà, cultura civile e politica, era forse il più grande partito socialdemocratico in Europa, però di "culto" sovietico, una bestia strana e importante. A Bologna tra le stranezze vi era anche il Mulino, rivista casa editrice e luogo di cultura politica; numerosi lì i cattolici liberali come Pedrazzi e lo stesso Prodi, che in effetti non è mai stato dc, a differenza di Andreatta. Una anticipazione del governo di centrosinistra, quello in carica, non però con la prospettiva del Pd, non ancora.

Come è possibile che un ministro così di un governo così, di fronte alla denuncia di un ordine professionale molto serio e non in funzione di protezioni o carriere o privilegi, ma proprio su questioni che lo riguardano, un ordine del quale sono noti gli alti livelli scientifici ed etici, invece di aprire un confronto, imbocca subito la via repressiva? Persino se fosse vero (periodo ipotetico del terzo tipo) che i medici hanno clamorosamente sbagliato e diffuso un allarme ingiustifcato e il ministro avesse ragione (cosa ancor più ipotetica del terzo tipo) un ministro democratico parte dal confronto (facilissimo se è convinto di avere ragione e i medici non forniscono prove) e non dalla via repressiva e inquisitoria.

Perchè l’ha fatto? domanda cui si avvicinano molte altre sulle decisioni non collegiali del governo, e dintorni, la svolta repressiva dei sindaci, il pacchetto sicurezza di Amato, le esternazioni di Prodi che per strada annuncia che farà la Tav, il dal Molin, farà tutto ciò che vuole fare, perchè chi comanda è lui.

Qui non è più una mutazione culturale, qui ci sono probabilmente interessi in grado di ricattare il governo. Per una faccenda dalla quale dipende la salute e la vita e che già è documentata da numerose malformazioni genetiche, il sospetto è tremendo, avvilisce, getta una luce fosca su molti comportamenti.

Ho appena finito di vedere la solita straordinaria puntata di Blunotte sui misteri italiani e le storie di spie e di "consegne" di persone come fossero pacchi e tutto mi fa capire che sta venendo a galla un brutto e puzzolente sottofondo del paese. Giusto quello che dice Lucarelli, le storie di spie sono appassionanti ma anche brutte quando sono vere. Non solo le storie di spie, purtroppo.



Luned́, 08 ottobre 2007