"lettere dal palazzo"
Teocon, teodem e "miracolosa" ingerenza vaticana

di Lidia Menapace

9 dicembre 2007
A pprovata la finanziaria al senato senza bisogno del voto di fiducia (poi passa alla camera e se ci sono emendamenti torna da noi) il primo scoglio viene subito col "pacchetto sicurezza", un gruppo di 4 proposte di legge in materia, che ha avuto difficoltà a passare al consiglio dei ministri, ma ce l’ha fatta. Intervenuto il delitto Reggiani, Veltroni, che si comporta o come uno incaricato di fare il nuovo governo, o come uno che già governa, pretende e ottiene di stralciare dal pacchetto una parte, da peggiorare e trasformare in decreto legge. Operazione rischiosa e poco nobile moralmente, serve soprattutto per ripulire dalla ruggine l’immagine del sindaco, contro cui An sta facendo una campagna per lanciare e sostenere la candidatura di Alemanno come sindaco dopo di lui, col mettere in luce il degrado e la pericolosità delle periferie.
Ricordo che il racconto del femminicidio Reggiani ad opera di un rumeno comporta che si dica sempre che l’unica persona che cercò di soccorrere la Reggiani sostenendola, fermando macchine, e poi implacabilmente accusando l’assassino da lei visto, è Emilia, una signora rumena. Il racconto reticente o parziale è già una verità distorta.
Il decreto per le espulsioni è brutto, tanto è vero che Ferrero si astiene. La commissione lo esamina, i nostri compagni Peppino di Lello e Maria Luisa Boccia lavorano molto per emendarlo e renderlo votabile e ci riescono, ma la commissione non riesce a formare una maggioranza e il decreto arriva in aula senza relatore.
Bisogna adesso assicurarsi che il governo, sostenendo la discussione in aula, difenda gli emendamenti concordati e si impegni direttamente. Lo promette e mantiene: Amato dice che se il decreto assume caratteri vessatori, lui si dimette.
Tutto questo che enuncio in brevi frasi comporta sedute e sedute, confronti e confronti e in aula grida, improperi, agitazione, votazioni lentissime e continue manovre dilatorie e ostruzionistiche dell’opposizione.
La stampa sembra non capire nulla e resoconta come se stesse vedendo una partita di calcio. Al calcio basta contare i punti, i goals, ma nelle votazioni, se il governo va sotto su questioni procedurali, non succede niente, se va sotto su una sola questione fondamentale, si dimette. Sicchè i resoconti che annunciano "il governo sotto per due volte" e non seguono dimissioni, non danno una immagine di ciò che succede. Si direbbe che la stampa non riesca a narrare la politica come una specifica attività umana, con sue leggi e comportamenti, ma appunto come una partita di calcio.
Il dibattito è poverissmo e approssimativo, tutto puntato su affermazioni ripetute fino alla noia o su cavilli sottilissimi.
Noi siamo soddisfatti del lavoro importantissimo, molto colto e intelligente fatto dai nostri compagni, ma quando il decreto arriva in senato senza relatore ricomincia la trattativa col governo, sia pure andata a buon fine. Intanto arrivano al voto gli argomenti introdotti giustamente nel decreto dalla ministra per le pari opportunità. In breve si tratta di sancire che le discriminazioni e le istigazioni di tipo omofobico, contro le donne, e i/le minori, sulla razza o etnia, sui costumi sessuali o sulle forme di convivenza ecc. sono reati gravi. I teodem del Pd dichiarano che non votano nè la fiducia nè il decreto di un governo che dunque mostra di difendere omosessualità unioni libere, insomma molte cose che il papa definirebbe "disordini morali" o attività o comportamenti che violano la "legge naturale". A me pare che alcuni tra loro sarebbero contenti di vivere in Iran dove l’equivalente della Cei sostituisce la Corte costituzionale.
Si interrompono i lavori per andare rapidamente a cena, poi andremo a oltranza. Siamo depresse e irritati, non se ne può più, una atmosfera medievale aleggia nel palazzo. Ci diciamo che gli stati generali che capitano proprio a governo dimissionario non sono davvero la prospettiva migliore. Al ritorno in aula le cose sembrano ferme all’ultimatum dei teodem. Cominciano le dichiarazioni di voto finali sulla fiducia; seguirà la votazione palese per appello nominale e poi la votazione elettronica e senza dichiarazioni del decreto. Facciamo una bella cosa, riunendoci tutti e tutte che facciamo parte delle quattro organizzazioni di sinistra, noi, il pdci, la sinistra democratica, i verdi, insomma la Sinistra: siamo 46, il secondo gruppo dell’Unione (se ancora esiste, dato che tra l’altro ci è anche capitata sulla testa l’intervista di Bertinotti, inattesa e non concordata, magari intelligente, ma segno di un individualismo davvero eccessivo): Luisa Boccia è incaricata di rendere la dichiarazione di voto per tutti noi, la Sinistra e fa un discorso bellissimo, molto applaudito e ascoltato con rispetto e attenzione dall’intera aula.
Sarà magari solo una soddisfazione morale, mi dico: ma non si vive di solo pane.
Mentre si susseguono le dichiarazioni di voto e la Lega si distingue per razzismo esplicito e ripugnante corre una voce "miracolosa" (nel senso tecnico del termine) e cioè che il cardinal Bertone ha dato ordine ai teocon di votare fiducia e decreto, nonostante ciò che vuole la ministra per le pari opportunità. Non sono valsi i nostri ragionamenti, con i quali osservavamo che Gesù Cristo non può certo essere considerato a favore dell’adulterio per aver sottratto l’adultera alla lapidazione. C’è voluta l’ingerenza vaticana. Se non avessi udito con le mie orecchie, non ci crederei.
Tutto è bene ciò che finisce bene, e adesso a casa, a nanna, tanto più che domani parto alle 7,38 per la Puglia: andrò ad Ostuni donde sarò prelevata per essere condotta a Carovigno, a un convegno storico su Salvatore Morelli. Se non sapete dove è Carovigno e chi era Salvatore Morelli, state in pace, non lo sa quasi nessuno. Ma lo saprete alla prossima puntata.



Domenica, 09 dicembre 2007