"lettere dal palazzo"
La democrazia autoritaria è un prodotto di tangentopoli

(sottovalutazione delle forme politiche)


di Lidia Menapace

20 gennaio 2008

Prima di entrare nel merito di ciò che ho preannunciato, osservo che le proposte hanno un loro tempo e se quel tempo passa, non sono più agibili. Sull’Afghanistan, avendo individuato il peggior pericolo nell’alleanza tra Talebani e contadini (perchè i Talebani proteggono i raccolti di papavero e i militari li bruciano) avevo proposto di inviare la Finanza (militari armati ma non combattenti, una piccola riduzione del danno) a controllare i raccolti, venderli a ditte farmaceutiche e pagare un prezzo equo ai contadini, rendendoseli alleati. Fui oggetto di lazzi e sghignazzi (poco male, a me non fa nè caldo nè freddo) e ora saldata l’alleanza stretta tra Talebani e contadini, i Talebani vincono e la proposta non si può più fare, e la guerra diventa furiosa e ritirare le truppe, anche materialmente più difficile: o volete che ci apriamo la strada con le armi ingaggiando una eroica marcia nei territori dei Talebani vittoriosi e protetti dalla popolazione?

Analogamente a Napoli, se adesso la cosa più intelligente che gli abitanti pensano di fare è di andare a buttare immondizia per le strade per protesta contro la Regione, la mia proposta di ieri non è più agibile se non come liturgia postuma, una bellissima messa da requiem, e bisogna pensare altro: supplicare De Gennaro (!) e il generale Giannini (!) di invitare e ricevere comitati di cittadini e discutere discutere discutere discutere fino ad avere la gola secca, proponendo una qualche alleanza, trovando una qualche via d’uscita dalla follia collettiva: ai cittadini e cittadine di Napoli bisogna pur dare voce di razionalità, non solo di rabbia e di protesta, sennò vincono solo i protestatari. Ad esempio se i camion del Genio trovano immondizia anche sommariamente suddivisa, possono portare l’umido nelle campagne e gli altri residui altrove, possono fare qualcosa di meno tumultuario e pericoloso e dare una immagine meno disastrosa della loro città con vantaggio anche per la mozzarella e il turismo ecc.

Vorrei che metteste le osservazioni che invio sullo sfondo dell’allarme per minacce di fascismo che da mesi denuncio, soggiungendo che non si tratta della copia del fascismo originale, ma di un processo verso la "democrazia autoritaria" che è pericolosamente in corso. Una fortissima componente di questa deriva cominciò -a mio parere- con Tangentopoli.

Ho sempre avuto molta diffidenza verso l’operazione Mani pulite e lo scrissi su Avvenimenti, settimanale col quale allora collaboravo frequentemente. Dissi subito che un governo della magistratura (perchè l’operazione si profilava come un sostituirsi della magistratura al governo), sarebbe sempre stato conservatore, nè poteva essere diversamente, dato che i magistrati debbono applicare la legge, non compete loro mutarla, e quindi hanno una cultura conservatrice, di solito. E il disordine introdotto per fare ordine produce spesso danni peggiori del male.

Di nuovo, tra parentesi: vorrà pur dire qualcosa che non tutti i reati sono procedibili d’ufficio, ma solo a querela di parte e che la distinzione tra procedibili e non è delicatissima e descrive la civiltà giuridica di un popolo; mi ricordo bene che i magistrati non volevano la procedibilità d’ufficio per la violenza sessuale anche in famiglia, essendo essi pure per genere e per collocazione sociale appartenenti alla piccola borghesia e patriarchi. Le analisi sociologiche sulla magistratura fatte nel ’68 furono eccellenti, anche se oggi si vuol far passare quel grande movimento innovativo come una calata di barbari: gli studenti che capeggiarono il ’68 erano studenti di grande intelligenza e "merito": Però Capanna e Spada alla Cattolica di Milano, Rostagno e Boato a Trento e così a Pisa e a Roma e a Torino e a Napoli, via! Magistratura democratica, Medicina democratica, la lotta contro i manicomi, il sindacato di polizia, il femminismo sono nel ’68, tanto quanto le lotte operaie e lo Statuto dei lavoratori e il divorzio e la 194 e la riforma del diritto di famiglia, che cosa volete raccontarci? che furono solo scontri? purtroppo ci furono anche gli scontri e quanto ci abbiano giocato i servizi deviati è ancora da sapere.

Chiusa la parentesi andiamo ad analizzare, sia pure a grandi passi e senza finezza ciò che è avvenuto via via . Tra gli elementi di crisi dell’incompiuta costruzione dello stato democratico (era il nome di un settimanale di una delle correnti di sinistra dc) (e uno dei ricorrenti temi nel Pci)ci fu la conventio ad excludendum contro il Pci e la dimenticanza della Costituzione formale per lasciare che si affermasse quella che viene chiamata costituzione materiale, fino a quando il trionfante berlusconismo decretò che era inutile studiarla e abrogò l’educazione civica e i due grandi partiti crollarono e il Pci addirittura cominciò a cancellare la sua storia, sicchè oggi anche chi è di sinistra poco o niente sa degli eventi. Cominciano ad organizzarsi non solo associazioni e comitati, ma anche consorterie e corporazioni e si rischia di cadere facilmente nella trappola di Luhmann, ma di ciò ho già parlato.

A tal punto si stavano cancellando i discrimini, che i Ds non furono molto contenti che il referendum istituzionale, promosso da destra sia stato battuto e infatti procedono come se fosse stato invece dalla destra vinto. Il fenomeno nella cultura politica è che le distanze tra i due maggiori partiti si riducono e ciascuno di essi si allontana da pezzi del suo schieramento. Dite che non è vero: Veltroni dialoga con Berlusconi e non più o con dispetto e supponenza con Rifondazione e tutti quelli dell’Unione, mentre il Cavaliere snobba AN e Lega. Questa tendenza annuncia un disegno verso un indistinto centrismo che pendola lievemente e si aggiudica i governi con pochi punti di distanza e sinistra e destra relegate ai margini fino a convincerle a non prendere parte alla gara elettorale. Se fosse vivo Pintor riconoscerebbe la sua paura di morire democristiano: un bipolarismo fatto da due Dc. Almeno nella testa di Veltroni, vedremo poi se anche nella realtà. Il caso Mastella può persino diventare un ostacolo al processo, perchè se parte un nuovo Mani Pulite tutti si sentono minacciati e tendono a fare testuggine, persino ad esibirsi in sottili distinguo sul governatore della Sicilia.

Ancora una cosa: Prodi è interessato a durare ovviamente e in questo momento di rischio neofascista, a mio parere questo è anche interesse del paese e nostro. E’ forse disponibile a non accelerare il processo di bipartitismo che pure credo condivida, ma nel fondo è ancor più decisionista di Veltroni: dopo aver proclamato la "democrazia multilivello" non si è mai degnato di considerare il livello fondativo, i movimenti sociali e di cittadinanza, nè li ha mai nominati riconosciuti citati incontrati, insomma sarebbe da tenere molto sotto controllo.

Concludo dicendo che a mio parere la sinistra sottovaluta le questioni delle forme politiche e così ci troviamo spesso fregati anche nei contenuti, dato che le forme sono il veicolo dei contenuti e se c’è il semaforo rosso si viene fermati, se c’è uno sbarramento bisogna cambiare strada ecc.



Luned́, 21 gennaio 2008