"lettere dal palazzo"
questione militare ed obiezione

di Lidia Menapace

10 aprile 2008

Francamente, anche tra i generali c’è di meglio del generale Del Vecchio, candidato "non solo ma anche" nelle liste del Pd. Comunque è certo che i militari hanno bisogno di ben altro che di casini e nonnismo. Hanno bisogno e diritto alla tutela della loro salute contro l’uso di munizioni nocive per le radiazioni che diffondono (e che naturalmente colpiscono anche le popolazioni civili). Hanno diritto che nello scegliere i luoghi dove sono stanziati vi siano condizioni di sicurezza e igieniche adeguate. Hanno diritto a un vero sindacato che tuteli i loro diritti, li contratti e li affidi a un patronato che li possa anche tradurre in class actions e vertenze e processi.

Per questo -distinguendo sempre tra antimilitarismo e diritti dei militari- credo che dovremo chiedere con l’appoggio di militari stessi una Commissione d’indagine su Nassjriya, una sugli accampamenti in Libano, una per la morte del paracadutista Scieri, vittima del nonnismo, e l’approvazione nel prossimo parlamento della legge di iniziativa popolare per la sindacalizzazione dei militari, come già esiste in quasi tutti gli eserciti nazionali europei.

Quanto a me, sarei favorevole anche a chiedere che i militari di professione abbiano diritto all’obiezione di coscienza (anche questa esiste in più d’un esercito) e anche abbiano diritto semmai di continuare la loro carriera come caschi bianchi.

La questione militare è molto importante. Tra l’altro anche il Trattato di Lisbona che dovrebbe prendere quatto quatto e senza sanzioni parlamentari il posto di una costituzione europea, sotto il profilo militare è da respingere. E sarebbe il caso di capire se Berlusconi (e magari Veltroni?) seguendo le ultime mosse di Bush intende privatizzare l’esercito (cosa che sospetto da tempo) per sostituirlo con i contractors, cioè con mercenari di tipo feudale, disposti a servire chi li paga meglio e che nel caso, come diceva Petrarca delle milizie dei feudatari del suo tempo, ciascuno di loro "alzando il dito con la morte scherza" (cioè si arrende e lascia nelle peste la popolazione).



Giovedì, 10 aprile 2008