"lettere dal palazzo"
la Cancelliera è meglio di Prodi

di Lidia Menapace

5 giugno 2007
Angela Merkel dice che i pacifisti fanno bene a manifestare contro il G8 (così lei ha qualche argomento da opporre alle pretese di Bush and company) e distingue molto bene i pacifisti da chi fa violenze ecc. Da noi non c’è bisogno di distinguere, perchè tutti e tutte dichiariamo di voler manifestare pacificamente e in modo nonviolento, semmai solo rifiutando "zone rosse": ma zone rosse non ci saranno. Quindi, se non riusciamo a unificare le nostre manifestazioni come con altri avevo io pure chiesto è solo perchè non sappiamo metterci d’accordo e nemmeno coordinare due differenti iniziative, mettendole in successione temporale o altro. Peccato: è solo un regalo a Bush, come ricorda ancora Giulietto Chiesa, e Peyretti con altri in una bella riflessione: serve come indicazione per il futuro e non tanto per far risplendere le nostre rispettive ditte, bensì perchè a questo modo il movimento per la pace si sottrae e spezzetta e perde. Non occorre dire altro, basta ricordare Cindy Sheenan.
Dunque peccato, ma non senza, a mia volta dire a scanso di equivoci, che andrò a Piazza del popolo e invito tutti e tutte a fare propaganda e metterci impegno perchè le due manifestazioni riescano al meglio, senza forzature e concorrenze.
Sono d’accordo con quanto ancora sostiene Chiesa e anche Peyretti, che ambedue fanno diverse e componibilissime osservazioni.
A mia volta voglio ancora soggiungere un paio di cosette: che se Prodi imitasse la Cancelliera di Germania farebbe una figura migliore, meno autoritaria e autoreferenziale: eppure la Merkel sta in uno stato in cui il potere della Cancelleria è molto forte, più di quello di un Presidente del consiglio (noi abbiamo ancora e spero sempre avremo un Presidente del consiglio e non un Capo del governo). Avrebbe meno contestazioni. La ferita di Vicenza non si rimargina. Se no troviamo modi e forme per non rompere i vincoli di comunicazione e organizzazione tra chi sta nelle istituzioni e chi fa movimento, la vedo brutta: temo moltissimo derive autoritarie, in tutta Europa: non mancano scivolamenti prefascisti, non mancano nemmeno da noi, una rigorosa opposizione comune è necessaria. Inoltre il capitalismo in crisi irreversibile e che perciò produce sempre maggiori ineguaglianze sociali e internazionali, spreca risorse, inquina la terra, ricorre sempre più frequentemente alla guerra come strumento principe. Ciò è stato sempre terribile, ma oggi lo è al di là di ogni immaginazione, dato che la guerra, se mai ha risolto qualche problema, oggi è capace solo di disseminare rovine e barbarie anche nella vita e nella politica di chi ne è magari personalmente fuori: per questo l’opposizione alla guerra deve diventare una politica articolata e programmata, non basta più nemmeno la più partecipata e forte testimonianza. Cerchiamo di non essere inferiori al compito. Il dilemma che abbiamo davanti è: pace o barbarie. E non so se non siamo già troppo avanti nella barbarie.



Mercoledì, 06 giugno 2007