"lettere dal palazzo"
L’improvvido pregiudizio di sinistra

di Lidia Menapace

14 novembre 2007

Oggi, dopo che la maggior parte degli articoli della finanziaria erano stati approvati, con poche sorprese e in complesso una buona tenuta della maggioranza, è venuto in votazione un odg sull’ottopermille, sul quale avevamo deciso di cercar di raccogliere il massimo possibile di consenso dall’aula. Molti e molte di noi avevamo sottoscritto il testo, io no per poter chiedere la parola per illustrare le ragioni per le quali volevo aggiungere la mia firma. Così ho potuto dire che il testo proposto era molto equilibrato e del tutto accettabile e niente affatto improponibile (come ci era stato obiettato nella prima parte della discussione, impedendo che prendessimo la parola col pretesto che si trattava di materia concordataria sottratta al parlamento). Non è vero, l’odg mirava solo ad ottenere che lo stato italiano decida secondo ciò che ha sottoscritto e destini la quota che non è stata devoluta da cittadini e cittadine esplicitamente alla Chiesa cattolica, ad iniziative civili di assistenza beneficenza e attività sociali.

Poi ho fatto alcuni esempi per dimostrare che vi sono novità nel rapporto tra stato e chiesa e perciò anche l’idea di discutere il Concordato e le intese non è poi così strana, se pensiamo che la ministra Bindi confligge laicamente con i Paolini e se nessuno sa spiegare perchè a una solenne cerimonia di stato la compagna di un carabiniere ucciso a Nassiriya non aveva potuto assistere non essendo sposata. Che razza di laicità è ? Soggiungevo inoltre che questo papa quando recita il Padre nostro e arriva al punto "et ne nos inducas in tentationem" (penso che il papa preghi in latino) si trovi a dover chiedere a se stesso a quali tentazioni è esposto e probabilmente deve ammettere che è propenso ad intervenire a gamba tesa (la metafora calcistica non è irriverente dato che Benedetto XVI vuole che il Vaticano abbia anche la sua nazionale di calcio) nelle cose interne italiane. Inoltre il prorompente sviluppo dell’Islam e il fatto che il Vaticano essendo uno stato nè democratico nè laico non può aderire all’Unione europea, lo inducono a un certo pericoloso neotemporalismo.

Concludevo col dire che sappiamo di essere in minoranza al parlamento, ma una minoranza democratica non ha altra strada per crescere, se non di discutere e convincere o essere convinta da ragionamenti altrui, non trattata a censure e divieti. Sono intervenuti anche altri senatori e per la prima volta in Senato invece di frettolose condanne e strilli di cattolici "perseguitati" si è avviato un civile dibattito che alla fine ha raccolto 93 voti a favore, 202 contro e 10 astenuti. Questo è il massimo di voti che oggi si possono raccogliere al Senato sul tema della laicità, presentato nel modo più preciso colto e tranquillo.

Non potevate aspettare che la nostra azione costruita per essere di una qualche efficacia si svolgesse come avevamo deciso? e perchè volevate che facessimo subito uno sconquasso col che avremmo raccolto meno voti, aperto la gara a chi violava di più i patti di maggioranza e ottenuto che si allargasse e consolidasse lo schieramento fondamentalista? Ho solo torto a dire che credo di aver diritto almeno al vostro dubbio e a non essere inseguita a ogni passo da rampogne e stupori che addirittura precedono la richiesta di informazioni? Questo non si chiama pregiudizio?

Quando dico che sono allarmata e intristita dall’immediatismo e sommarietà analitica a sinistra, a ciò mi riferisco, scusate, buonanotte. Adesso sono abbastanza contenta saluti lidia.



Mercoledì, 14 novembre 2007