"lettere dal palazzo"
Hitler e Gandhi sono fra noi

di Lidia Menapace

5 novembre 2007

Dunque parliamo di sicurezza. Non è vero che non è nè di destra nè di sinistra. Sicurezza è politicamente una parola di destra. E la sinistra non usa nè gli stessi metodi nè gli stessi argomenti per favorire un clima di vita civile.

Faccio alcuni esempi: se si dismettono molte piccole stazioni, il territorio perde fisionomia e diventa più inospitale e anche pericoloso. Se si riduce il personale viaggiante, i treni sono più facilmente percorsi da ladri. E non si possono mettere tanti poliziotti, perchè un ferroviere che svolge le sue funzioni lavorative fa per questo stesso da persona autorevole e rassicurante, mentre la sostituzione con poliziotti militarizza il contesto senza svolgere le funzioni proprie del ferroviere; non si può chiedere a uno della Polfer informazioni ferroviarie.

Se la competizione diventa selvaggia, non si può rimediare -come intendono fare in alcune università americane- con corsi contro lo stress, bisogna ridurre la competizione che fa diventare cattivi sospettosi non collaborativi. Mi ricordo a scuola come mi era sembrata triste ingiusta ed egoista la pretesa di certi professori che non ci aiutassimo tra di noi, che non suggerissimo, che non ci passassimo i compiti (infatti suggerivo sempre e passavo i compiti): non è meglio imparare a scuola come si lavora in squadra? (tra l’altro, una volta imparato, la collegialità viene spontanea):questo dispone alla collaborazione e alla generosità.

Capisco che sono cose che vengono da lontano. Ma bisognerà pur cominciare se non si vuole sempre invocare l’emergenza.

Parto dai lavavetri, inizio della deriva di destra dei sindaci di centrosinistra che hanno superato Gentilini e ne sembrano contenti. Di fronte al fatto che possano essere arrivate in Comune lamentele di cittadini molestati da lavavetri troppo insistenti (a me non capita, io giro coi mezzi pubblici bus tram metro e taxi: ma anche se mi capita di essere ospite di auto altrui, non ho mai assistito ad episodi inquietanti) il Sindaco che cosa può fare? ricevere delegazioni di lavavetri e concordare con loro comportamenti e prestazioni, magari tessere con permesso di stare in certe ore a certi semafori ecc. snidando gli organizzatori e sfruttatori dei lavavetri stessi, segnalandoli alle forze di polizia perchè intervengano; lo stesso con le prostitute minorenni ecc.ecc.

Ma quando un cittadino eminente comincia ad usare un lessico razzista, la frittata è fatta. Mai un sindaco, un presidente del consiglio deve indicare con locuzioni negative un gruppo nazionale o religioso in quanto tale, le responsabilità sono sempre individuali, nessuno è colpevole di essere quello che è, ma solo di quello che fa. Se un Ebreo ruba è un ladro in quanto ruba, non in quanto Ebreo; se un Rom ruba o scippa è un ladro in quanto ruba, non in quanto Rom. Se un italiano uccide la moglie è un assassino in quanto uccide, non in quanto è italiano. Vale anche per excolonnelli tiratori scelti: ammazzano in quanto omicidi, non in quanto colonnelli tiratori scelti. Vale anche per Sardi emigrati in Germania.

Ho fatto i due primi esempi perchè le persecuzioni di Ebrei e Zingari sono il simbolo del razzismo europeo e ambedue i popoli sono stati indicati da Hitler come degni di essere sterminati. Su cose così non si può sbagliare di una parola, di un accento, di un’ inflessione di voce, perchè qualsiasi anche lieve cenno di "comprensione" dei pregiudizi rompe un tabù, rompe un argine etico, una tavola di valori umani fondamentali.

Mi capitò molti anni fa (e l’ho già raccontato) di dire in un dibattito in una casa del popolo a Firenze, alla presenza anche di padre Balducci, che violenza e nonviolenza non cadono dal cielo e nemmeno Hitler e Gandhi: sono sempre in mezzo a noi. Quando ci sono lotte anche forti, ma motivate con richieste di giustizia, dentro di noi si sveglia Gandhi, ma quando le coscienze sono fosche e annebbiate e i confini morali scompaiono, allora dentro di noi si sveglia Hitler: meglio lottare e spingerlo fuori dalla storia. Balducci fu d’accordissimo, anzi mi disse:"Questa me la rivendo, magari ti cito, ma me la rivendo". Ne fui molto contenta.

Adesso altra tappa e nuova puntata, perchè il discorso fin qui fatto se si riferisce alle donne è diverso ancora.



Luned́, 05 novembre 2007