"lettere dal palazzo"
La fiera degli armamenti si tiene in Commissione

( dall’esercito di leva a quello dei contractors)


di Lidia Menapace

14 novembre 2007

Sono molto poco soddisfatta del lavoro presso la Commissione Difesa, se non per l’impegno per la rapprentanza sindacale dei militari, che può avere sbocchi politici molto interessanti. Per il resto sono spesso noiosissime relazioni di tutti i possibili Stati maggiori, rappresentanti di industrie belliche, e "missioni" a tutte le fiere d’armi e sedi militari. Il tutto senza alcuno spazio decisionale, una pura esibizione di risultati decisi.

In buona sostanza tutti gli investimenti per armi navi aerei arrivano alla commissione anni dopo, come se fossimo lo spolverino, una decisione postuma.

A ogni domanda fondativa la risposta è che si sta studiando il nuovo modello di difesa e poi si vedrà. Chieste informazioni sul nuovo modello di Difesa la Commissione non ne sa nulla. Ma nemmeno il Governo è informato, addirittura la Commissione che lo studia è clandestina, nel senso che nemmeno si conoscono i nomi di chi la compone.

Rimuginando tra me, mi sono decisa a domandare ai vari generali che sfilano nelle audizioni qualche lume e ho appreso che nei cinque anni del Governo Berlusconi sono stati fatti investimenti enormi, che però non compaiono nel bilancio della Difesa, bensì in quello dell’ Industria o Sviluppo. Mentre nel bilancio della Difesa ci sono quasi solo spese di esercizio, manutenzione gestione e addestramento, che durante Berlusconi sono state drasticamente ristrette.

Nella prima finanziaria tutto ciò ci è cascato addosso come una eredità senza beneficio d’inventario; quest’an- no si incomincia a vedere la direzone che il governo ha impresso. Se poi avesse deciso di tenere in considerazione anche ciò che ho detto (e che Padoa Schioppa sembra avere accettato), cioè che mettere tutte le fabbriche d’armi nello sviluppo significa svotare l’art.11 e togliere peculiarità alla guerra, e addirittura qualificarla come famoso splendido ottimo affare ecc.ecc., va bene, mi dichiaro soddisfatta.

Ma a parte la doverosa riscrittura dei bilanci, perchè Berlusconi ha tenuto una direzione siffatta? sembra un nonsenso. Pensa e ripensa, ho cominciato a chiedermi se non fosse possibile trovare indicazioni nella politica militare Usa e infine mi sembra di poter enunciare la seguente ipotesi (che negli USA è sostenuta da Cheyney) che Berlusconi voleva privatizzare l’esercito, trasformandolo in una milizia mercenaria, i contractors che già hanno fatto esperimenti nei "contra", in vari paesi latinoamericani e anche in Africa in Iraq e Afghanistan ecc.: chi vuole i contractors se li paga e in bilancio non serve avere se non pochi euro per le spese di rappresentanza.

Dite che è una ipotesi troppo fantasiosa? non si potrebbe organizzare un evento con esperti e curiosi e magari trovare qualche risposta?



Mercoledì, 14 novembre 2007