"lettere dal palazzo"
Briciole

di Lidia Menapace

2 ottobre 2007

A me Bossi appare, oltre che pericoloso e fuori della legalità costituzionale, anche confuso oltre il sopportabile: che lo facciano un po’ curare e lo proteggano dalle sue farneticazioni. Infatti, se parla di guerra di liberazione, vuol dire che considera fascista il governo Prodi; ma se lo chiama invasore significa che lo considera rappresentante di uno stato straniero: l’Italia? Se poi per lottare contro chiama a raccolta 10 milioni di fucili, vuol dire che si riferisce storicamente alla famosa frase di Mussolini sugli "8 milioni di baionette" (con le quali pensava di fare e vincere la seconda guerra mondiale, il pazzo!). In questo caso lui si può considerare un fascista padano. A Milano del resto ci furono i Fasci di combattimento, uno dei primi passi del fascismo in Italia. Non è davvero troppo anche per uno che di storia mastica poco?

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Perchè ci misuriamo solo con Veltroni? a me tra tutti i candidati chi mi è meno distante è la Bindi: perchè nessuno si misura con lei? nonostante il cinquanta e cinquanta nelle liste, il fatto che sia donna, la mette a priori ai margini? eppure è l’unica (oltre a Prodi, ormai) che dice di non voler perdere il contatto con la sinistra, perchè il Pd sia di centrosinistra. Qualunque cosa ciò significhi, dovrebbe significare almeno che -se si sposta al centro tanto da perdere i contatti con la sinistra che si sta raggrumando- diventa un partito di destra magari democratica, ma niente di più, tutto voltato verso destra. E’ un argomento di dibattito quanto ci si possa spostare verso il centro senza perdere contatto a sinistra.

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Quando Prodi ha detto che il protocollo sul Welfare non si tocca, mi sono detta a mia volta che evidentemente il presidente del Consiglio considera i sindacati fonte di diritto, capaci giuridicamente di legiferare: è vero che i contratti collettivi di lavoro hanno valore "erga omnes" e forza di legge, tuttavia tale valore è stato attribuito originariamente dal parlamento. Non disdegnerei di considerare una molteplicità di fonti del diritto, ma non oggi, in un periodo di crescente corporativismo. In ogni modo sarà bene che Prodi rientri da tale opinione, oggi nemmeno fondata giuridicamente e anche perchè vedendo chi la sostiene, è bene che prenda un po’ di paura. L’hanno hanno subito arruolato Dini e Montezemolo, c’è poco da stare allegri: conterebbe più Dini (2 senatori) e Montezemolo (1 senatore a vita) che milioni di lavoratori e lavoratrici dipendenti, bella democrazia! Per questo ha corretto, dicendo che con Rifondazione si troverà un accordo. Adesso vediamo che cosa dicono le fabbriche.

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In un assetto economico primitivo agricolo, il povero è strutturale, poichè l’agricoltura da sola produce una società di penuria, soggetta a malattie carestie mortalità infantile morte da parto epidemie ecc. Data questa base il povero è "naturale", quindi oggetto di considerazione appunto naturale e di trattamento di misericordia beneficenza assistenza e non di diritto: il suo sostentamento dipende dalle risorse e da chi le detiene, non da un qualsiasi diritto soggettivo. La religione mitiga la durezza delle condizioni e impone carità verso il povero. "Dar da mangiare agli affamati" ecc. è una "opera di misericordia". Ma da quando è iniziata la rivoluzione industriale, che moltiplica i beni prodotti e attraverso l’uso della scienza rende anche l’agricoltura capace di sostenere lo sviluppo, l’idea di povero muta. Povero non è più una naturale espressione della scarsità strutturale, ma un segno di disordine o di riprovazione divina, essere poveri tende a diventare una vergogna, conseguenza di comportamenti sociali negativi (alcoolismo, rifiuto del lavoro, droga, disordine morale, nomadismo, migrazione ecc.) Per essere accettato e non incorrere in un reato (la mendicità lo diventa!) il povero deve fare qualcosa, magari solo cantare o suonare agli angoli di strada, fare musica con l’organetto meccanico nei cortili, addestrare cagnolini o scimmiette, fare acrobazie di strada o mettersi immobile mimando statue ecc. Quando poi l’etica protestante diventa la base del capitalismo e indica nel successo economico una benevola manifestazione del favore divino, il disprezzo per i poveri cresce e le istituzioni che se ne occupano cercano soprattutto di "redimere" il povero dal suo essere simbolo di disordine sociale. Ci vuole un bel po’ di strada perchè il povero ( la povera mai: sempre una alcoolista o tossicodipendente o una prostituta vecchia) venga riconosciuto per la sua base e origine sociale, come una persona cui sono stati sottratti diritti fondativi e accesso ai beni comuni. E’ la base teorica dello stato sociale, che sancisce che i bisogni fondamentali sono diritti da soddisfare per legge, il cibo, la casa, la salute, l’istruzione, il lavoro, e da ultimo la pace. Bisogna essersi emancipati del tutto da una visione metafisico-naturalistica della vita. Stiamo invece retrocedendo e il linguaggio che invece di indicare le ragioni sociali dell’ emarginazione, precarietà ecc. parla di povertà dice bene che lo stato sociale è stato distrutto, e siccome esso pone una base di diritto per il riequilibrio nell’accesso alle risorse, è un forte limite al neoliberismo selvaggio. Limite venuto meno.

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Il primo che si accorse del carattere "artificiale" del capitalismo fu forse Malthus, il quale vide che il modo e la quantità della produzione di beni e gli sviluppi della medicina, rendeva intollerabile la riproduzione "naturale" , senza vincoli, di "destino" e cominciò a pensare che bisognasse intervenire razionalmente regolandola. Poichè era un uomo assai pio, pensò che l’unica regolatrice della riproduzione potesse essere la castità tra i coniugi, ma questo perchè sistemi chimici o meccanici per regolare la riproduzione ancora non esistevano. E abbiamo dovuto arrivare al punto che la terra sta per implodere sotto il peso della riproduzione selvaggia, causa anche delle migrazioni.


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Va bene : i lavavetri sono il nemico pubblico numero 1: ma volete ammettere che numero 2 sono stupratori, violatori picchiatori e femminicidi



Marted́, 02 ottobre 2007