"lettere dal palazzo"
belle le Marche !

( a parte Ferrara )


di Lidia Menapace

10 aprile 2008

E’ una giravolta continua su e giù per le bellissime Marche, tra mare e colline dolci, sole e vento e ieri sera a Fabriano (dove ho ritrovato alcuni compagni addirittura vetusti, pressappoco come me, ma ancora desiderosi di agire ed esserci e prendere parte ed essere di parte) un temporale con tuoni fulmini e saette e vento da bora e noi che dalla piazza ci spostiamo in un antico oratorio rinascimentale, tutto decorato alle pareti con affreschi sulle opere di carità. Sicchè mentre parlava Giordano, guardavo e leggevo i cartigli sopra i dipinti e leggevo: Dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, accogliere i pellegrini, visitare i carcerati, dare consigli a chi li chiede ecc.ecc.: e mi dicevo che non sarebbe nemmeno un brutto programma elettorale. Eppure qui il Pd ha giusto preso una decisione nella Giunta regionale, che non passerà in consiglio per il tempo non sufficiente, nella quale dà agli oratori un soverchiante finanziamento, mentre ci sono affamati assetati pellegrini carcerati e persone senza capacità di orientarsi, lasciate sole e abbandonate. Possibile mai che una associazione come la chiesa che ha svolto nei secoli anche una cospicua attività di aiuto a chi ha bisogno, sempre tuttavia sostenendo che non si può usare la carità come sostituto della giustizia e che la giustizia è la prima opera dovuta alle persone, oggi accetta (forse pure indirizzando il voto) molti soldi per finanziare un incontro di giovani di una settimana a Loreto e non si accorge che mancano soldi per luoghi di incontro e palestre e scuole a bambini e bambine della regione e di quelli che via via arrivano sperando di trovare lavoro e accoglienza?

Davvero se si leggono le liste del Pd, le sole in cui sono presenti tutte le sfumature dl Confindustria (in misura mai vista nemmeno nella più interclassista delle Dc) ci si domanda con quale faccia venga dilapidato l’ultimo pezzo di memoria del Pci, un pezzo non cancellabile della storia del nostro paese?

Ho preso parte a Pesaro a una bellissima lezione politica di Ferrero, e a Fabriano a un appassionato comizio di Giordano e devo dire che se non fossimo tutti e tutte quasi stremati per la fatica di andare qua e là, un paio di settimane per ripassare la storia e fare lezioni di educazione civica e sessuale ci starebbero proprio bene nella campagna elettorale. Meglio comunque che Pizza abbia rinunciato in nome del noto "senso dello stato" che la Dc sempre ebbe (tanto da occuparlo stabilmente) e farà una campagna virtuale, alla fine della quale presenterà il conto in governo e/o sottogoverno.

Intanto un tristo Ferrara si presenta pure qui con la sua funesta crociata anti 194. A me pare una azione tanto wasp (bianca, cioè contro le immigrate), anglosassone (cioè lasciando che le signore si trovino i cucchiai d’oro che già sempre frequentarono) e protestante (perchè davvero le modalità ripercorrono la durezza del fondamentalismo protestante) che mi viene persino in mente che forse gliela ha consigliata la Cia, della quale fu a sua confessione agente nel Comitato centrale del Pci decenni fa.

Le Donne si sono consultate e le compagne della Casa delle Donne di Pesaro sono dell’opinione che non convenga fornire alcun pubblico nè il minimo pretesto a Ferrara per fare il martire, così le Donne dell’Udi, e le Donne in nero, che forse faranno volantini da distribuire o si metteranno in una piazza dove solitamente stanno per discorrere con chi passa, mentre le giovani dei Centri sociali sembrano più inclini ad andare a disturbare Ferrara: sono modalità di espressione differenti, come spesso nel femminismo succede. Ma voglio ricordare un episodio molto significativo. Una compagna che prendeva parte a una assemblea dei centri sociali, e diceva: "Si potrebbe andare lì con mazzolini di prezzemolo" (che a me sembra una scelta molto opportuna e spiritosa), si è sentita chiedere con stupore:"Ma perchè? che c’entra?" e ha potuto rispondere che appunto per merito della 194, non sapevano nemmeno più che prima tra gli abortivi più pericolosi e più usati, oltre il famoso ferro da calza vi era anche l’infuso di prezzemolo, che mette in circolo l’apiolo un veleno contenuto nel prezzemolo (in latino apium). Molte donne se non venivano portate d’urgenza in ospedale per le emorragie da ferro da calza, venivano portate spesso troppo tardi in ospedale per essere disintossicate.

Mi viene in mente un numero di Esprit la rivista francese di Mounier e Maritain, che in tempi non sospetti aveva fatto una inchiesta in Francia sull’aborto e aveva concluso che nulla nè la paura dell’inferno, o della morte , o del carcere o della malattia o della sofferenza hanno mai potuto impedire a una donna che lo volese, di abortire. Una storia secolare, millenaria che oggi può diventare civile perchè siamo in grado di regolare la fertilità e tenere sotto controllo la riproduzione e di sperimentare la sessualità nelle sue varie forme.

Chi vuole impedirlo maschera malamente una volontà di sopraffazione, una ingiustizia cocente, una inciviltà incredibile. Ce la faremo senz’altro a rimandare a casa Ferrara, ma certo niente ripagherà le difficoltà umiliazioni e rischi di tante donne cui non viene nemmeno chiesto scusa. Che tempi barbari!



Giovedì, 10 aprile 2008