Immagini della Guerra in Kossovo |
Le elezioni del 13 maggio 2001 |
Lettera ai politici dell'Ulivo di Enrico Peyretti |
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Lettera ai politici dell'Ulivo
La mia drammatica posizione - che con questa lettera comunico ai politici dell'Ulivo miei conoscenti o amici, e ai candidati nel mio collegio - è questa: la guerra fatta dal governo di centro-sinistra è imperdonabile! Eppure vi voto, perché con la destra sarebbe tutto peggio: la guerra, l'economia, la Costituzione, la scuola, l'ambiente, e in tutte queste cose la decenza. E aggiungo: badate, molto più di prima, di non approfittarne! Vi auguro che non dobbiate solamente ringraziare Berlusconi per i voti come il mio!
Dico la guerra, per dire solo il maggiore dei mali possibili, che è tra gli errori compiuti da questa maggioranza, alla quale peraltro riconosco di avere agito bene in varie altre cose. Quella guerra non era inevitabile, poteva e doveva essere evitata. La Grecia, nella Nato, non l'ha fatta. Non era "umanitaria", ma imperiale. Non torniamo ora sui molti e forti argomenti che abbiamo portato nel '99, raccolti in molti libri (uno anche mio).
Il senso e l'obiettivo della politica, prima del benessere e del consenso, è abolire la guerra, cioè l'uso della morte degli altri per un fine politico, qualunque esso sia. Abolire la guerra è possibile, ed è il primo scopo delle istituzioni internazionali legittime (vedi Carta delle Nazioni Unite) al quale ci impegna irrevocabilmente la Costituzione.
Ogni guerra, che è soltanto uccidere e distruggere, è sempre e soltanto ingiusta e ingiustificabile, una volta per sempre. Se si poteva giustificarla in passato, oggi è impossibile. O la politica è pace positiva, oppure non è politica: se non è con/vivenza nei conflitti - cioè soluzione costruttiva, e non distruttiva, dei conflitti - non è politica, ma abuso di potere, lavoro di morte e non di vita. Rispondere alla guerra con la guerra è essere per la guerra. Non predisporre solide alternative alla guerra, ma sempre e soltanto armi ed eserciti, e pensare la difesa come fa il Nuovo Modello di Difesa (di cui avete avviato l'attuazione), è lavorare per la guerra.
Se il voto fosse una pura dichiarazione di coscienza, non potrei votare la vostra coalizione, a causa della guerra. Ma il voto è solo il mio piccolo peso unitario in una scelta che non voglio lasciare tutta ai cinici, ai disinformati, ai plagiati, ai distratti, agli idealisti astratti e ingenui. Chi si astiene vota per chi vince, che può essere il peggiore. Il voto è la politica dei numeri. La politica dei valori la faccio negli altri momenti: nella cultura, nell'informazione, nell'associazionismo e nel volontariato. Il voto è raramente affermazione dell'ideale, più spesso, come ora, è "riduzione del danno". Ma non provatevi ad usare questo argomento per giustificare la guerra, che è il maggiore dei danni, e sembra necessaria sempre solo quando non si prepara la pace.
Nell'ambiente - che è il mio - di chi è impegnato per la pace, intesa come nonviolenza attiva e positiva, discuto con fatica con i molti che intendono astenersi, o votare Rifondazione, o non vi giudicano diversi dal Polo. Riconoscete la colpa della guerra, e guadagnerete approvazioni sincere.
Voto l'Ulivo. Non voto la sua guerra imperdonabile. Voto le tradizioni e le possibilità che l'Ulivo ha dentro, voto il dovere che ha di pentirsi della guerra e di decidersi ad imparare la politica di pace, voto i numeri che gli sono necessari e possibili per resistere al polo di destra, numeri che Rifondazione non ha.
L'Ulivo ha violato il preziosissimo e civilissimo art. 11 della Costituzione, e di questo la storia lo accuserà, ma non si ripromette di stravolgere la lettera stessa impegnativa della Costituzione, come vuol fare l'impresa Berlusconi & C. Violare il patto civile è grave, ma falsificarlo o strapparlo è peggio.
Con volenteroso e vigile nuovo credito di fiducia, con personale rispetto e amicizia.
Enrico Peyretti (19 aprile 2001)
"Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino" - Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi Registrazione Tribunale di Avellino n.337 del 5.3.1996 |