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La copertina del "fotoromanzo"

Le elezioni del 13 maggio 2001

Resoconto ragionato dell'opuscolo di Forza Italia su Berlusconi

Quello che c'è ma soprattutto quello che non c'è nell'ultima trovata pubblicitaria di quello che si propone come il salvatore dell'Italia

      

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IL FOTOROMANZO

Cento ventisei fotografie di Berlusconi su 130 pagine di un fascicolo pieno di colori formato settimanale sul tipo di Panorama. Centoventisei fotografie tutte riportate in piccolo sull'intera copertina del fascicolo, dal Berlusconi neonato in braccio al padre, a quello cantante, a quello immerso nei fiori della sua lussuosa villa, ai ritratti familiari con i figli, la moglie, la madre, i rappresentanti politici che ha incontrato durante i suoi sei mesi a palazzo Chigi. Non manca neppure la foto con Papa Woityla. A ragione c'è chi ha definito il pamphlet propagandistico di Forza Italia il "fotoromanzo" su Berlusconi. Lo stile dei testi e le fotografie scelte possono tranquillamente definirsi come una vera e propria "apologia" di Berlusconi, un inno alla sua lungimiranza, al suo intuito sovrumano, alla sua capacità comunicativa, al suo amore per la famiglia, al suo impegnarsi in silenzio per le opere di carità, e via elogiando. Non manca neppure un’intera pagina dedicata all’Oroscopo del “presidente”. Manco a dirlo, anche le stelle pronosticano il successo sicuro “del cavaliere dei cavalieri”. Al lettore viene affidato solo il compito di porre l'aureola su una qualsiasi delle fotografie sorridenti contenute nell’opuscolo e chiederne, perché no, a gran voce la beatificazione ante-mortem. Morte a cui il cavaliere dei cavalieri è persino riuscito a sfuggire, salvandosi da un cancro di cui ha parlato però solo poco prima dell'inizio della campagna elettorale. Con i soldi si può tutto: questo il messaggio subliminale che si è inviato ai cittadini italiani su una questione tanto delicata quale quella delle malattie tumorali.

COSA SI PROPONE IL CAVALIERE: TUTTO IL POTERE AL PRESIDENTE

Non un difetto, non un errore, neppure uno veniale vieni indicato per chi ha in testa di cambiare l'Italia. Quello che l'opuscolo propone non è il programma di un governo che si occupi di fatti concreti, ma quello di un leader che si propone di cambiare l'italia a propria immagine e somiglianza attraverso quello che viene presentato come un vero e proprio governo rivoluzionario, con un leader da amare ed osannare, un vero e proprio idolo o divinità che dir si voglia. Si perché questo è lo scopo dichiarato nella lettera di presentazione dell'opuscolo firmata da Guido Possa, presidente dei Club Forza Italia.

"Desideriamo - scrive Possa - far conoscere meglio anche a Lei e ai Suoi amici (che gentile bontà!) non solo i progetti che il nostro Presidente intende realizzare per cambiare l'Italia, ma anche gli aspetti meno conosciuti della sua vita, i suoi ideali e i suoi valori, il suo modo di lavorare, l'impegno e l'entusiasmo che gli hanno consentito di raggiungere sempre grandi obiettivi".

Berlusconi così viene indicato come qualcuno che ha "progetti per cambiare l'Italia" e che per tale motivo deve essere osannato e per poterlo fare è necessario che i sudditi di cotanto ingegno siano informati sul suo modo di pensare e sui suoi ideali, persino sulla marca dei suoi vestiti, delle sue camicie, delle sue scarpe. Conoscendo la proverbiale capacità pubblicitaria di Berlusconi, ci rimane il dubbio che la citazione di quei nomi possa aver avuto un costo per quelle aziende.

DI SCENA È LA RICCHEZZA

Il fotoromanzo procede così in un crescendo continuo di ammirazione, attraverso un’esibizione di ricchezza e superiorità veramente impressionante. Si parte dal Berlusconi immerso nei fiori della sua villa, al Berlusconi urbanista di fama internazionale, studiato in tutte le università del mondo, tranne in quelle italiane rette dai cattivi comunisti, al Berlusconi a capo di un “impero economico”, si proprio di un impero; al Berlusconi sportivo, presidente del Milan e via glorificando. Pensate cosa sarebbe capace di dire se avesse i soldi, e sono molto ma molto di più, di Bill Gates, presidente della Microsoft lui si L’uomo più ricco del mondo. Berlusconi dirige un impero economico di poco più di venti miliardi di dollari; Bill Gates uno di quattrocento miliardi di dollari. Tutto sommato è un poveraccio qualunque ma si sente lo stesso il padrone del mondo.

UNA STORIA “PURGATA”

Dal "fotoromanzo" è stato tolto tutto ciò che poteva  minare l'idea di superiorità e di uomo vincente che Berlusconi ha costruito attorno alla sua persona. Mancano così, per esempio, le sue foto con Bettino Craxi, sulla cui amicizia non viene detta una parola. Meglio non ricordare agli italiani da chi per tanto tempo è stato appoggiato nella sua sfolgorante ascesa come imprenditore milanese. Mancano, ancora, le foto con l'alleato Bossi che nel 1994, con il famoso ribaltone, lo costrinse alle dimissioni. La colpa della caduta del governo Berlusconi del '94, anzi, viene attribuita non alla mala fede di Bossi, contro cui all'epoca il Cavaliere lanciò parole di fuoco che da Bossi furono ricambiate, bensì ad un presunto "golpe giudiziario" con riferimento alla comunicazione di garanzia notificatagli dai giudici di Milano mentre egli presiedeva a Napoli un summit internazionale anticrimine. Di quel fatto così eclatante nulla viene detto. Il motivo è chiaro: entrare nel dettaglio di quello che viene definito il "golpe giudiziario" avrebbe significato ricordare i capi di accusa addebitati a Berlusconi ed il fatto che la gran parte dei processi a suo carico si siano risolti, finora, con la prescrizione o l’amnistia e non con l'assoluzione.   Meglio perciò non parlare affatto dei motivi che spinsero i giudici di Milano a metterlo sotto accusa. Meglio non dire nulla contro i giudici: a qualcuno potrebbero venire in mente che attualmente Berlusconi ha ancora molti procedimenti penali in corso ma che, grazie all'utilizzo di tutti i cavilli possibili, quale quello ad esempio della ricusazione dei giudici, rischiano di finire in prescrizione.  Meglio limitarsi a descrivere Berlusconi come "una persona che in ogni sua attività ha saputo sempre cogliere il nuovo ed ha avuto il coraggio e la capacità di realizzarlo, resistendo con straordinaria tenacia ad una serie incredibile di calunnie e di attacchi personali". Berlusconi, dunque, come martire, come vittima dell'odio di classe o dell'invidia sociale. Non è un caso che tutta la fase successiva alla caduta del governo Berlusconi del dicembre del 1994, viene descritta come “la traversata del deserto”, un titolo che ricorda i quaranta giorni nel deserto di chi, lui si innocente per davvero, è poi finito in croce.

IL “CLAN BERLUSCONI”

Ma l'elogio non va solo al capo, va anche alla sua squadra che viene descritta con queste parole a pag. 38 del "fotoromanzo": “Amicizia, fedeltà, lealtà, gusto dell'avventura, allegria, curiosità intellettuale: sono queste le caratteristiche del "clan Berlusconi"”. Meglio evitare, si sarà detto l'estensore del testo, che qualcuno possa fare allusioni a coinvolgimenti di Berlusconi con "clan" di altro tipo, o al fatto che egli abbia avuto come suo dipendente in casa sua uno stalliere condannato poi per reati di mafia. Ma non c'è dubbio che la squadra di Berlusconi sia un "clan", cioè un gruppo coeso, dove nessuno farebbe mai uno sgambetto né agli altri membri del "clan" né tantomeno al capo. Oltre al capo, bisognerà sorbirsi anche agli uomini di cui egli si fida, quelli che stanno con lui fin da ragazzo e che il capo ha scelto ad uno ad uno e che nel "fotoromanzo" sono indicati con l'espressione "clan Berlusconi" fra virgolette. Ci toccherà sorbirci i Previti, i Confalonieri, i dell'Utri, tutti sul libro paga del "cavaliere dei cavalieri".

L'opuscolo si potrebbe così ribattezzare col titolo di: "Berlusconi ed il suo clan". Chi prende il capo prende anche i suoi gregari, familiari a carico compresi, di cui viene mostrato tutto il campionario, ad esclusione del fratello Paolo. Così quando Berlusconi affidò la presidenza di quello che l'opuscolo definisce come "impero" a Fedele Gonfalonieri, garantendo agli italiani di aver risolto il conflitto di interessi, disse una solenne bugia che il suo stesso pamphlet propagandistico mette a nudo. Quello di Berlusconi è un clan, dove vige, come in tutti i clan, la legge del legame ferreo con il capo, contro cui nessuno può andare e con cui necessariamente dover fare i conti. Nessuna delle decisioni di Confalonieri alla presidenza di Mediaset è stata o sarà mai presa contro gli interessi e la volontà del capo.

LA RELIGIONE DI BERLUSCONI

Quella di Berlusconi viene indicata come una vera e propria religione, una "berluscomania", che ha le sue regole ed anche il suo credo. A pag. 78 è così riportato quello che viene indicato come "il Credo Laico di Forza Italia". A leggerlo, per il tono apodittico usato, sembra di ascoltare davvero il credo che viene recitato in tutte le chiese cristiane del mondo. Si tratta di un vero e proprio giuramento proclamato dal capo di fronte alla platea osannante nel lontano 1994, subito dopo la "discesa in campo". Pur sapendo che la storia non si ripete mai tale e quale, non possiamo non ricordare "giuramenti" solenni davanti ad "adunate oceaniche" di altre epoche storiche, non molto lontane, tristemente famose per quello che hanno significato per l'Europa ed il Mondo.

A rafforzare il concetto sulla superiorità dell'uomo Berlusconi a pag.  76 e 77 viene riportato il testo integrale della dichiarazione con cui, il 26 gennaio del 1994, egli "scende in campo". Documento qualificato, con un esercizio di modestia veramente esemplare, addirittura come "storico". Oltre che costruttore di "imperi economici", di nuove città studiate persino nelle facoltà di architettura estere, Berlusconi è anche "costruttore della storia".

MUSCOLI IN MOSTRA

Un'ultima notazione crediamo vada rivolta alla lettera di presentazione dell'opuscolo di lode a Berlusconi. Si tratta di  una lettera intestata personalmente a chi la riceve, con l'indirizzo rilevato dagli elenchi telefonici della Telecom. In questo modo chi riceve il plico ha la sensazione di ricevere qualcosa di personale, scritto apposta per lui. E' un modo per dimostrare a chi legge di conoscere personalmente tutti i cittadini italiani. Quell'indirizzo personale stampigliato su una lettera corrisponde ad una vera e propria forma di pubblicità subliminale, con lo scopo di trasmettere un senso di forza e di potenza a chi la riceve. Lo scorso anno, alle elezioni regionali, venne usato, per mostrare i muscoli, la crociera via mare di una nave appositamente noleggiata; quest’anno qualcosa di ancora più spettacolare quale l’invio personalizzato dell’opuscolo del capo praticamente a tutte le famiglie italiane. E' come dire: "Siamo qui, siamo forti, conosciamo l'indirizzo di tutti gli italiani e possiamo usarlo anche se nessuno c'è ne ha dato mai l'autorizzazione così come prescrive la legge sulla privacy".

Ironia della sorte la sede di Forza Italia è situata in "Via dell'Umiltà" a Roma. Proprio il luogo giusto per un tale sfoggio di superpotenza o narcisismo che dir si voglia. Ci auguriamo che siano in molti a rispedire al mittente quest’opuscolo che è un’offesa alla miseria ed al buon gusto.


"Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino" - Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi

Registrazione Tribunale di Avellino n.337 del 5.3.1996