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ROMA-ADISTA. Cari cittadini, andate a votare e, nei collegi uninominali di Camera e
Senato, votate per il candidato di centro-sinistra. Lo chiedono, in una lettera scritta 'a
quattro mani' (che verrà pubblicata nel numero di aprile del "foglio",
"mensile di alcuni cristiani torinesi"), Raniero La Valle, ex senatore
della Sinistra indipendente e candidato alle elezioni comunali di Roma nelle liste di
Rifondazione comunista come 'indipendente', ed Enrico Peyretti, direttore del
"foglio".
Libertà di voto nel proporzionale e appoggio ai candidati indicati dalla coalizione di
centro-sinistra, "chiunque essi siano", all'uninominale: così si comporteranno
La Valle e Peyretti alle elezioni del prossimo 13 maggio, invitando gli elettori a fare
altrettanto. Non si tratta di "avallare l'azione dei governi trascorsi" né
esprimere un consenso al centro-sinistra ("molti dei firmatari di questo appello - si
legge - non hanno consentito alla guerra, alle scelte di politica sociale,
all'inseguimento di quelle politiche di globalizzazione che massimizzando i profitti e
distruggendo il lavoro fanno impazzire perfino le mucche"), ma solo di arrestare la
corsa della destra al potere nell'unico modo che il sistema elettorale vigente consente.
Un sistema elettorale "violento", precisano, "nei confronti del cittadino
che al mercato elettorale può scegliere tra due soli articoli, due grandi grumi politici,
che spesso tendono a rassomigliarsi"; "nei confronti delle forze politiche, che
sono costrette a confluire nell'uno o nell'altro blocco, le destre con tutta la destra, i
nazionalisti con i secessionisti, le sinistre, il centro e la destra più moderata con
tutto il centro-sinistra, i militaristi con i pacifisti, mediante unioni spesso
incestuose, innaturali e con compromessi di programma, di idealità, di prospettive
politiche che le deformano, le assoggettano a fini non loro, ne occultano o ne snaturano
l'identità; oppure devono chiudersi in orgoglioso isolamento riducendosi a una pura
declamazione di intenti e di programmi che non potranno realizzare". E violento anche
"nel rapporto interno alle coalizioni, perché la vera ripartizione dei seggi avviene
prima delle elezioni, quando essi sono distribuiti dai partiti leaders tra tutti gli
altri, come gli antichi feudi".
Si può rifiutare il sistema non andando a votare, scrivono La Valle e Peyretti, "ma
questa sarebbe una risposta violenta a un sistema violento: perché essa nega il sistema
senza cambiarlo, ed anzi lo rende sempre più incondizionato e libero di svilupparsi
secondo la sua logica". L'alternativa proposta è "criticare il sistema senza
uscire dalla politica" e "votare nei limiti delle possibilità da esso offerte,
per impedire che esso degeneri, che esso chiuda i varchi residui e perché altre
prospettive restino possibili": cioè un voto al centro-sinistra per "impedire
che tutta la destra vada al potere". "Tutta la destra, e solo la destra, con la
sua varia nomenclatura politica, con il suo retroterra monetario e industriale, e con il
suo insediamento sociale piccolo-borghese e xenofobo, o per meglio dire antixenita (con la
n). Questo coagulo in Italia fa paura, perché è quel fascio di forze che già una volta
ha preso le forme e ha parlato la lingua del fascismo. La cultura popolare italiana, che
già allora non seppe resistergli, è oggi ancora meno resistente di ieri; essa infatti è
stata preparata ad accoglierlo negli ultimi anni di imbarbarimento della comunicazione di
massa, di crisi della scuola, di diffamazione della politica e dei partiti, di
delegittimazione della funzione giurisdizionale e della regola del diritto".
Votare centro-sinistra (e continuare ad impegnarsi dopo il voto non necessariamente nei
partiti) per bloccare la destra, allora, "è l'estrema possibilità che il sistema
elettorale offre, mediante un voto che sarebbe di responsabilità e di liberazione",
provvedendo così "al bene politico più essenziale, che è quello di tenere aperto
il futuro, contro tutte le chiusure e le ghettizzazioni, delle frontiere, delle fabbriche,
dei partiti, della scuola pubblica, del servizio civile, degli uffici dei Pubblici
ministeri e dello stesso Parlamento".
Per aderire alla proposta (già firmata, fra gli altri, da Ettore Masina, Luciano
Benini, presidente del Mir, e dalla Comunità del Mattino): e-mail peyretti@tiscalinet.it.
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