Con Alitalia non si vola, ma si vincono le elezioni
(e si fanno quattrini)

di Rosario Amico Roxas

La vicenda Alitalia rientra fra quei misteri tutti italiani di grandi capitali costruiti su niente e sovvenzionati con pubblico denaro che ha prodotto il più gravoso debito pubblico del pianeta.
E’ chiaro che ,in periodo elettorale, le colpe del dissesto franoso viene attribuito al governo uscente, trascurando che in cinque anni precedenti niente venne fatto per rimettere in carreggiata l’azienda, anzi furono espletate le manovre idonee al suo ulteriore deterioramento.
Non c’è soluzione di sorta che non possa essere attribuita a Prodi:
a) Vendita ad Air France, allora si tratterà di una svendita pilotata, paragonabile alla svendita SME, anche con l’assenza del factotum Previti.
b) Fallimento dell’azienda, registri in tribunale, concordati vari, e allora si parlerà di incapacità e verrà spinta l’attenzione sui poveri lavoratori e sui posti di lavoro.
Che per cinque anni l’azienda sia stata sotto controllo di Bonomi, deputato della Lega, che ha sperperato miliardi su Malpensa e imbottito di personale in esubero, non è da dirsi.
Quando Air France si presenta, finalmente, con l’offerta, in vero miserabile, ma proporzionata al valore dell’azienda che ha costi triplicati a fronte degli incassi, ecco che scatta la manovra elettorale.
Cordata italiana, composta da imprenditori che amano la patria e che si sacrificano pur di mantenere alta l’immagine dell’amata patria. Per dare contezza all’operazione il leader della destra precisa che non è interessato all’operazione (quindi non c’è conflitto di interessi), semmai interessa ai figli che notoriamente appartengono alla classe degli imprenditori patriottici.
L’effetto mediatico è devastante; si presenta come il salvatore degli interessi nazionali, senza che l’avversario possa nulla eccepire; non può appellarsi al conflitto di interessi perché ad operare sono i figli, né può entrare in competizione, perché Veltroni pur con la tanto declamata pensione che percepisce, al massimo dell’Alitalia può acquistare un biglietto circolare, sperando che i voli partano.
Ma con l’intervento di Berlusconi la Borsa ha fatto un balzo in alto, cosa che non mi convince per niente, perché ci vedo dentro una turbativa e una speculazione al rialzo del valore azionario, ovviamente riservato agli amici e agli amici degli amici; dubito fortemente che i pensionati al minimo abbiano potuto profittare di questa contingenza troppo millimetrica e troppo puntuale per apparire spontanea.
Così i soldi fanno soldi, anche se sempre sulla pelle dei soliti noti, ma questa volta oltre agli interessi monetari (sempre con tanti zeri), vengono proiettati in alto anche gli interessi elettorali, trasformando uno speculatore nel salvatore della patria, sia pure in nome e per conto dei figli.


Rosario Amico Roxas



Sabato, 22 marzo 2008