Politica - Un commento
L’UDEUR e le sue vergogne

di Rosario Amico Roxas

Il senatore Nuccio Cusumano è fuori dal partito ?
Si direbbe piuttosto che sia fuori dalla famiglia allargata di Mastella, il quale vorrebbe dilatare tale famiglia a dignità di partito, dove però è il capo-famiglia che detta le regole per tutti, senza tenere in alcun conto il parere degli altri componenti, e, quello che è più grave, senza tenere in alcun conto il parere di quegli elettori, fuori dal consorzio familiare, che hanno dato il loro voto sulla base di un progetto e di un programma, ma vedono tradite le attese alla luce di un meschino tornaconto politico-giudiziario del capo-famiglia.
In democrazia non possono avere spazio operativo i partiti-famiglia, né, tanto meno, i partiti-azienda dove il capo si comporta come un amministratore delegato e azionista di maggioranza, che decide per tutti, senza alcuna consultazione del CdA, che in politica si chiama Congresso; FI e ora il Partito delle Libertà, non si reggono sulla volontà e sulle decisioni congressuali, come accade in democrazia, ma sulla estemporanea decisone dell’azionista di maggioranza. La nuova invenzione di Berlusconi è nata dal cilindro magico del prestigiatore, uscendo, come un coniglio bianco, nel corso di un illusionismo dal predellino di una macchina in quel di piazza San Babila, a quattro passi da piazzale Loreto.
Ma nel partito-azienda di Berlusconi giocano altre motivazioni; è lui, infatti, che affronta i costi, le spese, le anticipazioni provvisionali, gli investimenti, anche perché i ritorni, detratte le modeste provvigioni, restano di pertinenza dell’azionista di maggioranza.
Nel partito-famiglia tutto questo non c’è , ma solo perché manca la “ragione del contendere” di base, anche le l’intenzione accentratrice rimane velleitariamente evidente.
Cusumano ha apertamente dichiarato di volersi distinguere dal gruppo mastelloide, tenendo fede al mandato popolare che lo aveva eletto, scatenando un indegno casino; Tommaso Barbato gli si èavventato contro, trattenuto dai commessi, gridando "venduto". In aula esplode la bolgia con insulti - "cesso", "troia" e "frocio" - indirizzati a Cusumano.
Così apprendiamo che in casa Mastella, chi mantiene fede agli impegni assunti viene chiamato “venduto”, mentre chi vende se stesso, la famiglia, il partito, la parola data, gli impegni assunti, i programmi sottoscritti, le prebende ricevute con incarico ministeriale, allora autonomamente si considera, e pretende di essere considerato coerente; ma coerente con che cosa ? Forse con una intera vita parlamentare spesa in bilico tra le parti per decidere la più forte alla quale aderire.
La mia personale solidarietà e stima al senatore Nuccio Cusumano.


Rosario Amico Roxas



Giovedì, 24 gennaio 2008