Venti di guerra

di Rosario Amico Roxas

Il concetto di Pace non è entrato nella cultura universale; anche la ferma e rigorosa condanna delle guerre espressa da Giovanni XXIII nell’enciclia "Pacem in Terris", ma nella edizione originale in latino, venne strumentalmente edulcorata, per lasciare spazio alle guerre giuste; infatti nel testo latino leggiamo:

"quae vi atomica gloriatur, alienum est a ratione, bellum iam aptum esse ad violata iura sarcienda."

La traduzione, uscita dalla Congregazione per la Dottrina e la Fede, ex sant’Uffuzio, ex Inquisizione, risulta abilmente e, direi, furbescamente modificata, diventando:

…. riesce "quasi" impossibile pensare che nell’era atomica la guerra possa essere utilizzata come strumento di giustizia.

Basta l’aggiunta di quel "quasi" per alterare la volontà del Sommo Pontefice.

Rosario Amico Roxas

I venti di guerra tornano a spirare violenti; la Palestina viene indicata come "territorio nemico" mentre negli USA il presidente preme per scatenare l’attacco all’Iran, quando le sue stesse premesse non escludono l’opzione nucleare.

La guerra non si chiama più guerra, viene presentata come un evento che scandisce l’evolversi della storia, come se non se ne potesse fare a meno.

La guerra che le nazioni potenti muovono contro quelle che non si adeguano al "nuovo ordine" che viene imposto, non sono più guerre di aggressione, ma diventano "guerre preventive", cioè "certezza di una guerra per scongiurare l’ipotesi di una guerra".

Guerra preventiva, ma preventiva di che ?

L’Iran o la Palestina o la Siria oppure la Corea del Nord non hanno mai messo nei loro progetti l’invasione dei territori occidentali; in quel caso sarebbe giustificata una guerra, come atto "difensivo".
Ma si preferisce il gioco delle parole per giustificare l’aggressione, perchè le guerre esterne che non difendono il proprio territorio, sono sempre di offesa; ma per convincere i popoli vengono chiamate "preventive".

Il gioco dei termini continua e coinvolge gli aggrediti che si difendono dall’aggressione subita.
Questi non possono essere identificati come "resistenti", perchè il termine è entrato nell’immaginario collettivo con un significato altamente positivo.
Ne è esempio la pronuncia della Corte di Cassazione che ha identificato l’attentato di via Rasella, che provocò la strage delle Fosse Ardeatine, come "legittimo atto di guerra".

Ma gli attentati dei difensori della patria aggredita dagli eserciti tecnologici dell’Occidente, pilotato dagli USA, non possono essere identificati come "legittimi atti di guerra", così diventano atti terroristici e terroristi gli esecutori, indicati alla pubblica condanna per le vittime che provocano, mentre non vengono tenute in alcun conto quelle vittime subite dagli aggrediti che hanno stimolato la reazione.

La guerra preventiva ottiene anche il viatico Vaticano, che non condanna indiscriminatamente le guerre e tutte le guerre, ma lascia ampio spazio per giustificare le "guerre giuste", cosa che si evince anche nel nuovo catechismo esitato dall’allora cardinale Ratzinger.

Così apprendiamo, e dobbiamo prenderne atto, che le guerre attuali e quelle in programma sono "guerre preventive", ammantate e camuffate da "guerre giuste".

Poi ci sono le nazioni che operano nella viltà, nell’ipocrisia; che colpiscono, ma nascondono la mano.
Queste nazioni, tra le quali, malauguratamente anche l’Italia, sono vincolate dalla stessa Costituzione che

"aborrisce la guerra come mezzo per dirimere le controversie internazionali",

allora ecco l’escamotage: la partecipazione attiva alla guerra, come quella in Iraq, viene gabellata come "missione di pace", anche se il contigente viene sottoposto al Codice Militare di Guerra".

Riassumendo:
* guerra preventiva per gli aggressori,
* guerra giusta per il Vaticano,
* missione di pace per i vili e gli ipocriti.

La pace assume, così, una dimensione bellicosa, diventando tale solo "in assenza di guerre" e non come parte integrante di una cultura universale.

Rosario Amico Roxas



Giovedě, 20 settembre 2007