Politica - Dibattito
Il «vade retro» di Lidia Menapace

di Rosario Amico Roxas

Ho letto con molta attenzione la "lettera dal palazzo" di Lidia Menapace:

Il «vade retro» di Benedetto XVI

Non avrebbe potuto dire diversamente stante il suo ruolo istituzionale e il luogo che non permette eccessi provocatori.
Quindi mi permetto di modificare, in questa sede, la proposta della senatrice di invitare il Capo dello Stato alla inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Gregoriana.

Per far valere tutte le ragioni di un auspicato dialogo, per documentare la volontà di dibattere le problematiche più urgenti, per l’inaugurazione dell’anno accademico alla Gregoriana il rettore mons. Fisichella dovrebbe invitare un Imam islamico, e ce ne sono di robusta cultura, aperti al dialogo, interpreti del vero contenuto coranico che troppo spesso viene artatamente alterato.

Sarebbe la prova di un coraggio che si apre al confronto, che dovrebbe culminare nell’abbraccio fraterno di tutti i figli di Dio.

Un Imam, molto più e molto meglio di un rabbino, non fosse altro per la venerazione che l’Islam riserva a Gesù e a Maria Vergine.

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Il pontefice ha fatto divulgare il testo del suo mancato intervento, che merita di essere analizzato con maggiore attenzione.
Ma ad una prima lettura emerge la consapevolezza di ciò che sto dicendo ormai da oltre un anno; infatti ha voluto precisare che si sarebbe recato a "La sapienza" come vescovo di Roma, riconoscendo che il suo intervento a Ratisbona fu la lezione di un professore nella sua università.
Su queste tematiche può agire una azione di recupero di quei tanti fedeli che ci siamo visti emarginare dall’ecumenismo cristiano, perchè fedeli a "L’imitazioone di Cristo", testimoni con i preti operai e partecipi a quella Teologia della Liberazione che conforta i più derelitti, indicandoli come figli prediletti di Dio.

Rosario Amico Roxas(raroxas@tele2.it)



Giovedě, 17 gennaio 2008