Politica
Una lezione dalla cronaca

di Rosario Amico Roxas

Questa volta una “lectio magistralis” l’ha fatta il parlamento, come deve accadere nelle democrazie partecipative. Il concetto espresso in tale lezione chiara, senza sotterfugi, priva di sottintesi subliminali, ha sottolineato come, al di là delle differenze ideologiche, al di là delle difese corporative, oltre gli interessi dell’orticello, c’è una esigenza prioritaria rappresentata dalla pericolosità che un Berlusconi possa ritornare nella stanza di quei “bottini” dove ha già ampiamente fatto man bassa.
L’ha capito anche lo stesso Berlusconi che la sua politica da avanspettacolo fatta di slogan pubblicitari, che la cocacolizzazione della politica non solo non rende, ma ha stufato anche i suoi ex alleati, che adesso si sentono, finalmente, le mani libere. Lo stesso Cesa dell’UDC ha riconosciuto le colpe di Berlusconi dell’avere privilegiato i suoi personalissimi interessi alle legittime istanze dell’intera nazione (e se lo dice Cesa che di interessi privati e concussioni se ne intende….!).
Anche la meschina vendetta dello stesso Berlusconi nei confronti di Fini, dimostra che il cavaliere non sa più che pesci pigliare; ha stimolato quel programma una volta interessante, che è stato “Striscia la notizia”, ridotto adesso ad una bettola di insulti al governo, per svergognare lo stesso Fini per fatti assolutamente personali, che nessuno della maggioranza ha utilizzato, per il rispetto che si deve alla privacy.
Ora cambia registro, crede di potersi presentare con la giacchetta nuova del pacificatore, dell’uomo del dialogo, del politico illuminato, ma sotto sotto resta la sua personale esigenza di riagguantare
Palazzo Ghigi, dove ha lasciato in sospeso molti provvedimenti caritatevoli (prima charitas incipit a me), con l’aggravante che le sue aziende mediaset e Fininvest, senza la presidenza del consiglio, hanno perso il 45% del loro ipotetico valore nominale.
L’aggravante è che gli si presta attenzione, solo perché riesce ad urlare al altissima voce, con la spettacolarizzazione dei suoi gesti e delle sue azioni inconsulte.
Ha capito benissimo, oppure glielo hanno spiegato i sondaggisti che mantiene in servizio permanente effettivi, che ha perso su tutta la linea: non ha dato spallate al governo, anzi ha ricevuto una crudele ginocchiata nelle parti intime, dai suoi ex alleati, che lo hanno definitivamente ridotto a fare il capo-comico di una compagnia che pende dalle sue labbra, perché pende dal suo portafogli.
Anche i fedelissimi della Lega hanno preso le distanze, come è costume dei sorci quando la nave affonda; gli sono rimasti vicino gli sbandati di Storace con la gesticolante Santanchè, i compagnucci di merenda di Rotondi, Michela Vittoria Brambilla con i suoi 5.000 “Circoli delle libere giarrettiere” , insieme alle letterine, alle veline, alle berluschine che aspirano ad una comparsata su canale 5.



Rosario Amico Roxas
raroxas@tele2.it



Lunedì, 03 dicembre 2007