Politica - Uomini e topi
Se il paese è nel trash

di G.C.C.

Onorevoli, cocaina, pesce fradicio e champagne. Sullo sfondo incendi e giornali. E bugie


Nella pubblicità del film «Fast food nation», indicato soprattutto per chi mangia in fretta nella pausa pranzo tra una mattinata e un pomeriggio di lavoro, due attori si occupano di cibi inquinati e, a proposito di un ritrovamento, uno dice che nel cibo c’è di tutto, anche bacilli fecali. L’altro lo guarda con aria interrogativa e il primo traduce con una sola parola: «Merda».

Qualche settimana fa, nel centro di Napoli la polizia ha requisito una decina di bancarelle del mercato del pesce. La tv ha detto che c’era sporcizia, pesce andato a male, topi, scarafaggi e ovunque era stata riscontrata la presenza di elementi fecali: merda. I venditori hanno inscenato una protesta e le donne hanno aggredito i poliziotti che facevano il loro dovere. In fondo, difendevano direttamente anche se stessi. Questi cibi vengono immessi ogni giorno nelle cucine di ristoranti, trattorie, fast food, comunità, mense, ospedali. Entrano nelle nostre case. E sono spesso i nostri vicini di casa che ce li fanno trovare nei piatti.

In un locale per miliardari della Costa Smeralda il cantante Zucchero ha litigato con gli ospiti (850 paganti, a mille euro a testa), che invece di ascoltarlo conversavano, rispondevano ai cellulari e mangiavano. Nel menù «dei super ricchi», dicono i giornali, «buffet di aragoste, ostriche, caviale, porcetto e champagne a fiumi», testuale.

Alla fine di luglio, l’onorevole Lorenzo Cesa, segretario dell’UDC, Unione democratica cristiana, dopo che il suo compagno di partito Cosimo Mele, con la moglie in attesa di un figlio, è stato scoperto come partecipante a un «festino» in albergo con due donne e cocaina, ha dichiarato: «Più soldi ai politici, a Roma soffrono di solitudine». Le parole tra virgolette sono rigorosamente prese dai mass media: «La solitudine è una cosa molto seria e la vita politica è una cosa dura per chi la fa seriamente», ha spiegato Cesa. Il caso è stato scoperto perché la ragazza è finita all’ospedale mentre Mele si era rapidamente allontanato.

Niente di male (si fa per dire), la nostra società si mostra bene anche alla tv, con spettacoli che durano mesi. Il presentatore Alessandro Cecchi Paone è sincero, sarà tra gli ospiti dell’Isola dei famosi: «Vado nel programma di Simona Ventura perché piace a molti intellettuali. I reality sono trash, ma i soldi contano e l’Isola è snob». Nella parola trash, rifiuti, sono contenuti anche elementi fecali. Ma restiamo agli intellettuali, passando da sinistra (!) a destra: la signora Irene Pivetti, già parlamentare della Lega e presidente della Camera dei deputati, seguace del vescovo tradizionalista Lefebvre, implacabile nemico del Concilio e fautore di un ritorno all’antico latino, si butta sul moderno. È nel cast di «Ballando con le stelle»: senza ironia, dai tempi in cui si vestiva come una suora laica e andava in volo sulla tomba di don Milani ha fatto lunghi passi.

Una volta nei giornali c’erano i «topi» di redazione, i giornalisti che sapevano tutto, leggevano tutto, correggevano tutto, maniaci della precisione e soprattutto della verità. Adesso molte cose sono cambiate. Ricordate che, dopo le prime decine di focolai nei boschi pugliesi, i responsabili della Protezione civile dicevano che tutto era sotto controllo? Subito dopo sono ricominciati gli incendi, centinaia. I responsabili sono scomparsi dal video. Di nuovo i mass media: «Spari contro l’elicottero antincendio in Campania: diciotto fori, questa è la camorra». La sacca che trasportava l’acqua era piena di buchi e l’aereo è dovuto rientrare. Commenti, invettive, l’arma viene descritta come un fucile a pallettoni. Due giorni più tardi la verità (la verità?): i buchi c’erano già da prima, nessuno aveva sparato. Cade il silenzio. Di che cosa sono responsabili i responsabili?

Il 5 agosto il «Corriere della sera» pubblica un articolo con frasi di don Luigi Ciotti sull’inchiesta della magistratura riguardante don Gelmini: inchiesta gravissima che divide gli animi e, in ogni caso, addolora milioni di persone. L’8 agosto il giornale pubblica 14 righe senza commento nella rubrica «Lettere», sotto il titolino «Gelmini e Ciotti. I due sacerdoti»: «In riferimento all’articolo pubblicato sul "Corriere" del 5 agosto "La ’guerra dei don’, vecchie ruggini e nuove liti", smentiamo le dichiarazioni attribuite a don Luigi Ciotti all’interno di un servizio dedicato a Don Gelmini. Le frasi attribuite a don Luigi Ciotti non sono mai state rilasciate e non risulta peraltro mai realizzata una intervista con lo stesso Don Ciotti». Firmato: Davide Pati, Ufficio stampa Libera».

Nessun commento su tutto questo trash, ma un ricordo: i mass media fabbricano l’opinione pubblica.


G.C.C.



Venerdì, 31 agosto 2007