Politica - Dibattito
IL TRADIMENTO «ROSSO»
di Lucio Garofalo
Premetto che il sottoscritto è rimasto sostanzialmente fermo e coerente rispetto alle proprie posizioni, pur aggiornandosi costantemente e criticamente. Casomai sono altri che si sono distaccati progressivamente dalle opzioni originarie. Mi riferisco ai fatti concreti, a parte le facili dichiarazioni di circostanza. A parte i principi e le parole dordine, sempre utili e convenienti in campagna elettorale o nelle manifestazioni di piazza, quando occorre mobilitare le masse e soprattutto ingannare la buona fede di centinaia di migliaia di militanti, studenti, donne, operai, pacifisti convinti, ecc. Vogliamo dunque parlare di fatti reali, visto che in politica contano prevalentemente questi, e non le chiacchiere? Vogliamo tentare di ridurre a sintesi e valutare con obiettività lintera esperienza governativa del PRC? Il bilancio complessivo è positivo o negativo? Credo che non basti un articolo per sviluppare in modo esauriente un simile ragionamento politico. Comunque, voglio provarci ugualmente. Non vorrei risalire troppo indietro nel tempo, ma sarebbe opportuno un rapido accenno alla famosa opzione "non-violenta" del partito, voluta e caldeggiata da Fausto Bertinotti, da cui prese l’avvio un percorso ambiguo e tutt’altro che lineare, un tragitto sofferto e disagiato, che dopo le scelte coraggiose del passato, dal 1998 al 2001, dalla caduta del primo governo Prodi al sostegno dato alle battaglie del movimento no global, attraverso ondeggiamenti, ripensamenti, danze e movimenti serpentini, è approdato alla risoluzione governista, sancita nellultimo congresso nazionale. Il PRC ha contribuito allelaborazione di un programma elettorale approvato e sottoscritto da tutte le forze dellUnione, esibito come un patto da siglare con gli elettori. L’accordo conteneva una serie di punti che provo a compendiare come segue: AUTHORITY PER IL CONFLITTO DI INTERESSI - Il centrosinistra si proponeva di colmare una lacuna, adeguando lordinamento italiano a quello di altre grandi democrazie occidentali. E gli strumenti individuati erano: la revisione del regime delle incompatibilità, listituzione di una apposita autorità garante, lobbligo di conferire le attività patrimoniali a un blind trust. LEGGE ANTITRUST - Tra le priorità dellItalia, secondo lUnione, cera quella di una legge antitrust che disciplinasse orizzontalmente o verticalmente gli interessi nelle televisioni, telecomunicazioni, stampa, nuovi media e contribuisse a ricreare il mercato superando lattuale duopolio. COPPIE GAY E UNIONI DI FATTO (I famosi Pacs, poi Di.co.) - La bozza proponeva di riconoscere giuridicamente le unioni gay e le unioni di fatto in generale, quale forma di relazione capace di assicurare prerogative e facoltà e di garantire reciprocità nei diritti e nei doveri: era quanto prevedeva il programma dellUnione. SISTEMA ELETTORALE - Cera solo un breve accenno alla legge elettorale e non si parlava di ritorno al maggioritario, come più volte si era detto, ma solo di un sistema elettorale che consentisse una scelta chiara e consapevole, e assicurasse insieme la rappresentanza e la governabilità. Quindi, si assicurava che il centrosinistra non avrebbe proceduto a colpi di maggioranza. Infatti, si affermava: Non seguiremo lesempio del centrodestra imponendo un nostro sistema elettorale, ma lavoreremo per un sistema elettorale che assicuri tutti questi valori. Infine, il centrosinistra puntava a rendere omogenei i sistemi elettorali delle diverse Regioni. IMMIGRAZIONE - In tema di immigrazione lUnione chiedeva di abolire la legge Bossi-Fini sullimmigrazione, di concedere il diritto di voto alle elezioni amministrative, e il superamento dei Centri di Permanenza Temporanea (i famigerati CPT). Anche se si leggeva nel testo "occorre approntare strumenti efficaci per assicurare lidentificazione degli immigrati e il rimpatrio di quanti vengono legittimamente espulsi. Inoltre, dobbiamo introdurre il diritto di voto alle elezioni amministrative - sottolineava laccordo dellUnione - dopo un congruo numero di anni di residenza, riformare la legge sulla cittadinanza, riducendo il tempo necessario per lacquisizione e rendendo espliciti e ben definitivi i requisiti per la naturalizzazione. Il percorso legislativo che immaginiamo - proseguiva il testo della proposta elettorale - passa per labrogazione della legge Bossi-Fini, per una politica degli ingressi, per la regolamentazione organica del diritto di asilo, per il diritto di voto alle elezioni amministrative, per la modifica delle regole in tema di acquisizione della cittadinanza, per una legge a tutela della libertà religiosa e di culto." DISTRETTO CULTURALE - Per la rinascita culturale dellItalia lUnione intendeva dar vita al "distretto culturale", lo strumento più proprio per realizzare interventi sistemici, uno strumento per tenere insieme tutti i soggetti che possono fare sistema sul territorio marcandone la fisionomia e la crescita: dal museo alla biblioteca, allimpresa artigiana, allUniversità, alleditoria, alla multimedialità. EUROPA - LUnione sosteneva lingresso di "Romania e Bulgaria" nellUE. Inoltre, si leggeva nel testo, "salutiamo con favore lavvio dei negoziati per ladesione della Turchia", a patto che Ankara compia le "necessarie riforme" in modo da "corrispondere ai criteri di Copenaghen". RITIRO DALLIRAQ - "Se vinceremo le elezioni - si affermava nella bozza del programma - , immediatamente proporremo al Parlamento italiano il rientro dei nostri soldati, definendone, anche in consultazione con le autorità irachene, le modalità affinchè le condizioni di sicurezza siano garantite." Un altro punto estremamente importante concerneva: E via discorrendo… Mi fermo qui per non appesantire troppo il ragionamento sulle proposte programmatiche dellUnione. Penso che gli argomenti illustrati siano più che sufficienti a fornire unimmagine e un volto ben definito circa la portata e lispirazione “progressista e riformista” (almeno questa era lintenzione teorica) degli impegni assunti dal governo nei confronti degli elettori attraverso il programma. Pertanto, mi/vi domando: quali di queste promesse sono state realizzate e quali invece sono state tradite e disattese? Consegno a voi la sentenza, che non è affatto ardua. Venendo, dunque, alla verifica dei risultati concreti: - sorvolo su taluni aspetti e momenti del governo Prodi che sono stati quantomeno discutibili, su alcune scelte che, alla prova dei fatti, si sono rivelate non solo fallimentari ma controproducenti quali, ad esempio, il provvedimento dellindulto; - sorvolo, per non annoiare troppo il lettore, sul tema, non secondario, delle pensioni e dellaccordo (infame) sul Welfare, che in realtà sancisce lo smantellamento del Welfare stesso, ossia dello Stato sociale, delle tutele e delle conquiste dei lavoratori; - sorvolo su altre questioni tuttora irrisolte e controverse, che richiederebbero un adeguato spazio di riflessione politica; lascio perciò a voi la possibilità di giudicare serenamente i fatti, pensando anche alle dichiarazioni di Fausto Bertinotti, contenute nella ormai famosa intervista rilasciata a Massimo Giannini su Repubblica del 4 dicembre scorso:"Dobbiamo prenderne atto: questo centro sinistra ha fallito. La grande ambizione con la quale avevamo costruito lUnione non si è realizzata...".(...) "Un governo nuovo, riformatore, capace di rappresentare una drastica alternativa a Berlusconi, e di stabilire un rapporto profondo con la società e con i movimenti, a partire dai grandi temi della disuguaglianza, del lavoro, dei diritti delle persone: ecco, questo progetto non si è realizzato. Già questo ha creato un forte disagio a sinistra. Poi si sono verificati fatti che lo hanno acuito. Ne potrei citare centomila...". Risultato: "Abbiamo un governo che sopravvive, (...) ma che lentamente ha alimentato le tensioni e accresciuto le distanze dal popolo e dalle forze della sinistra". Francamente non mi interessano le motivazioni reali che hanno indotto Bertinotti a questa sorta di "riposizionamento"strategico-politico, non voglio essere malpensante e malizioso, se non addirittura maligno.Comunque, una frase in particolare di Fausto Bertinotti riassume efficacemente il punto di arrivo a cui il mio lungo ragionamento intendeva approdare: le distanze dal popolo e dalle forze della sinistra, di cui anche il sottoscritto fa parte, benché non sia più iscritto da tempo al PRC.Nondimeno, credo che sia necessario sviluppare alcune considerazioni, anche a costo di tediarvi a morte (preferisco non essere letto che esserlo da persone troppo precipitose e superficiali), per cui faccio un lungo balzo a ritroso nel tempo, risalendo ad un periodo estremamente drammatico che non ha (apparentemente) nulla a che vedere con la vile e grottesca commedia esibita dalle attuali forze politiche italiane. Mi riferisco ai mesi che precedettero lo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914, da cui scaturì, tre anni dopo, uno dei più grandi avvenimenti della storia universale: la Rivoluzione d’ottobre. Si riunì a Zimmerwald, in Svizzera, il Congresso della Seconda Internazionale ( Lucio Garofalo Una nota sul testo che precede Purtroppo nella ricostruzione storica e nel raffronto con la situazione attuale dellamico Lucio Garofalo, cè un dato su cui non siamo daccordo ed è quando lui afferma che "Nessuna tragedia in vista (nel senso che non si intravede al momento nessun conflitto mondiale)". Siamo purtroppo tragicamente nel pieno di una guerra mondiale alla quale lItalia partecipa attivamente, tanto da far affermare orgogliosamente al presidente Napolitano durante la sua visita a Bush dei giorni scorsi che "il nostro paese è presente in tutti i punti di crisi del pianeta". Siamo in guerra, uccidiamo e distruggiamo e ogni tanto viene ucciso anche qualche soldato italiano. Siamo in piena "terza guerra mondiale" ma non nessuno deve saperlo. La situazione, sotto tale aspetto, è dunque del tutto simile a quella del 1914. (G.S.) Lunedì, 17 dicembre 2007 |