Lettera aperta al Vescovo Bagnasco

di Pino Parisi

Riceviamo e pubblichiamo


Lettera al nostro Vescovo

Eccellenza reverendissima,
abbiamo atteso che passasse un po’ di tempo dai giorni delle polemiche e delle minacce, per esprimerLe la nostra piena solidarietà e vicinanza e, al tempo stesso, con maggior serenità, vorremmo esprimerLe le nostre riflessioni sugli argomenti oggetto delle polemiche di cui sopra.
Noi ci sentiamo Chiesa, intesa come popolo di Dio in cammino (Concilio Vaticano II ) e guardiamo il Papa ed i Vescovi come pastori e servitori della Chiesa, obbedienti al mandato di Cristo. Riteniamo giusto che i Pastori dicano ciò che ritengono giusto alla luce del Vangelo, allo scopo di illuminare le coscienze per il bene di tutti gli uomini.
Oltre a questo, pensiamo di essere noi, con le nostre coscienze, ad assumerci la responsabilità di scelte di vita personali, sociali, politiche, consapevoli e responsabili. Non è forse la coscienza personale formata alla luce del Vangelo ed alla vita vissuta alla sequela di Cristo la specificità del cristiano?
Siamo convinti che non si fanno valere le proprie ragioni con attacchi volgari ed insulti e neppure si riesce ad instaurare un confronto serio ed un dialogo.
A noi pare che, in generale, alle scritte e alle minacce si debba dare il peso che meritano, senza caricarli di altri “pesanti significati” (cfr. Osservatore Romano) allo stesso tempo l’accusa di terrorismo al conduttore della Festa del 1° Maggio ci sembra assolutamente fuori luogo.
Le stesse dichiarazioni da Lei fatte in riferimento ai DICO ci sembrano ingiuste (ci riferiamo a quelle “originali” non a quelle falsate dai media) perché mettono, nella pratica, sullo stesso piano, famiglie di fatto, pedofilia ed incesto. Queste ultime due sono pratiche infami assolutamente non comparabili con i DICO che, senza entrare nel merito della norma (perfettibile o meno), sono un tentativo di concedere diritti a chi non ne ha, compresi pensionati e parenti.
Noi pensiamo che lo stato laico debba legiferare tenendo conto che nel nostro paese sono presenti culture diverse, cittadini credenti e non credenti, religioni diverse...Anche per questo vi chiediamo di non “inoltrarvi” nel terreno scivoloso della politica e delle sue tecniche perchè diventa poi impossibile uscire dalla sua dialettica, spesso aspra e sgradevole, con inevitabili critiche e obiezioni.
Sul tema della Famiglia vorremmo spendere due parole: ci sentiamo in perfetta sintonia con il Card. Martini quando dice: “la famiglia va’ promossa, non difesa”.
La stragrande maggioranza delle violenze, comprese purtroppo pedofilia e incesto, avviene proprio nell’ambito delle cosiddette “famiglie regolari” che hanno avuto origine quasi sempre da matrimoni celebrati in Chiesa. Qualcuno di noi che lavora nel settore sociale ne fa l’esperienza quotidiana.
Sarebbe opportuno, a nostro avviso, un approfondito esame della realtà affrontando il tema senza negare diritti elementari a chi ha fatto la scelta di non regolarizzare la propria unione con un matrimonio civile o con il sacramento, cercando di capire il perché di queste scelte che stanno diventando sempre più numerose e cercare un rimedio condiviso.
Siamo certi che vorrà accettare queste nostre riflessioni con la sua consueta sensibilità, quale piccolo contributo di un gruppo di suoi figli alla chiesa genovese e non solo.
Rimaniamo a disposizione per ogni eventuale chiarimento che vorremmo avvenisse durante un incontro, come figli della stessa Madre Chiesa.
Porgiamo i nostri cordiali saluti augurandole Buon Lavoro.



Mercoledì, 25 luglio 2007