La tela del ragno

di Doriana Goracci

Tra ordigni e autobombe, il 15 aprile in Iraq ci sono stati 40 morti, avevano fatto anche loro le elezioni, controllatissime fraternamente dagli Usa. Parteciparono, se non sbaglio, 111 Liste e 75 partiti.
Da noi se ne sono presentate 181 di Liste, credo che la più innocua per gli uomini , stando al nome, fosse:"Movimento Giovani Poeti d’Azione", addolciva i manifesti dei ribaldi candidati della Destra che ho visto quì e là, pochi. Pochi manifesti, nessun comizio dalle mie parti, persino la festa dei vincitori nella vicina Roma è stata modesta. I dati invece sono fragorosi come bombe, hanno fatto saltare tutti dalle poltrone, alcuni.
Invece si sa, noi popolo non nato ieri, abbiamo quella saggezza che ci fa tornare al lavoro al mercato a casa, come niente fosse, borbottando e ridacchiando.Intanto ci si ricompone, è meglio non essere molto in vista in questi primi tempi. Tanto per non far capire da che parte si sta, anche perchè non c’è più una parte. O meglio, c’è un governo, un’insalata surgelata di fascismo operoso e intolleranza operativa, federalismo e devoluzione, la democrazia all’opposizione la condirà con olio, poco sale e niente aceto, solo qualche goccia di limone con i suoi artisti della satira.
Non c’è attesa, si lascia fare al governo che è lì sopra, sul cavallo in Campidoglio, con una divisa da corazziere che non teme rivali.
Si aggira per l’Italia poi, in ordine assai sparso, una folla di astenuti, vestiti di bianco, assolute nullità che furono in un primo momento ad urne chiuse, messi alla gogna, pericolosamente insidiosi e disfattisti la tela sinistra ...Nessuno ancora li ha contati e ci ha detto quanti sono, sembrano spariti anche loro, coscienti ed incoscienti cittadini, che hanno voluto liberarsi della tela del ragno, quella prigione, che non te ne accorgi se voli come una mosca o una zanzara, che se ti fermi, sei perduto.
E’ in un angolo di casa la tela, costruita con magico ordine , tra porte ben chiuse, tra finestre sbarrate. Mangia pure, dormi cammina, lì in quell’incubo ad aria riscaldata e condizionata, certe zampette solleticanti, apparissero pure come gambe da soubrettine, mentre pensi che ti manca l’aria, ti abbracceranno per sempre, tempo al tempo. Il ragno per ora ha scorte enormi, ha fatto il pieno.

Doriana Goracci



Domenica, 04 maggio 2008