Tanto peggio, tanto meglio

di Rosario Amico Roxas

E’ proprio vero che bisogna toccare il fondo per vederci più chiaro.

Non che alla chiarezza corrisponda sempre un aspetto positivo, anzi !

Se oggi sono diventate chiare le grandi manovre fin qui fallite di rovesciare il governo democraticamente eletto, per sostituirlo con un altro che non era riuscito a completare il progetto programmato di realizzare un neo-liberismo all’americana, non vuol dire che tali manovre possano rappresentare un viatico di sviluppo per la nazione.

Dopo venti mesi di martellante richiesta di dimissioni, di slogan distruttivi, di trucchi e tranelli nelle sedi parlamentari, è stata creata una immagine demolita di credibilità, affinchè possa essere surrogata dalle promesse; una filosofia vecchia, quella del “tanto peggio, tanto meglio”.

Così la nazione è stata condotta per mano ai bordi del baratro, incuranti dei pericoli reali di esporsi fino al punto di non-ritorno. La chiarezza non è il punto forte che si offre all’attonito popolo; peraltro lo stesso popolo non chiede chiarezze, impegnato come si trova a coniugare il pranzo con la cena, i bisogni della famiglia con i salari, i costi sempre crescenti con i miraggi del consumismo; così accetta le promesse come realtà tangibili.

Il neo-liberismo viene proposto come una panacea in grado di dilatare il PIL, di promuovere la situazione occupazionale, di migliorare i servizi, di abbattere il debito pubblico e di inserire l’Italia nel novero delle grandi nazioni del pianeta.

Politica estera e politica interna si miscelano alla cieca, creando situazioni interdipendenti che esigono immediatezza decisionale, possibile solo in un regime di “dittatura della maggioranza”; la politica economica diventa un corollario, la politica sociale un optional, l’istruzione, la sanità, la sicurezza pubblica, una promessa, la tutela dei posti di lavoro condizionata alle esigenze dei proprietari dei mezzi di produzione. La forbice tra le classi si allarga fino a 180°, con uno spartiacque che crea il solo bipolarismo oggi possibile: chi possiede da una parte e chi non possiede dall’altra, senza alcuna possibilità concreta di integrazione o di interrelazione.

I piccoli personaggi hanno consentito il verificarsi di una situazione deleteria, negatrice dello sviluppo equilibrato di una nazione; i piccoli interessi di un partito/famiglia o i grandi interessi del partito/azienda hanno trovato i momenti di incontro e di assimilazione, senza rendersi conto che i piccoli finiranno fagocitati e dovranno sopravvivere con i rifiuti o i resti del bottino; ma si accontentano perché i resti di un ricco bottino rappresentano pur sempre un bel malloppo.

Così vegeta la grande pattumiera della politica che raccoglie rifiuti non differenziati e scorie speciali; quella massa altamente inquinante che la magistratura ha cercato di bonificare; per questo il grande collettore di rifiuti non promette igiene, pulizia, raccolta differenziata, bruciatori non inquinanti, sarebbe per lui controproducente; promette di liquidare a monte quella magistratura che si è permessa di identificare la qualità dei rifiuti per tentare, almeno, una grossolana bonifica.

L’operazione è in dirittura di arrivo; superato il filo di lana è pronto il buffet dei festeggiamenti, con guantiere colme di cannoli.

Rosario Amico Roxas



Martedì, 22 gennaio 2008