Storie italiane appese fra la madonna di Fatima e il razzismo imperante?

di Doriana Goracci

Tra tutte le cose scritte e che ho letto in queste giorni, questa mi appare, non come la Madonna, tra le cose più sensate che ho letto, è non è quella dei valdesi una posizione dell’ultima ora che condivido con stima rinnovata a chi come Maurizio Benazzi con la sua attivissima newsletter, se ne fà carico ogni giorno di trasmettere nella teoria e nella pratica.

Doriana Goracci


Da: Newsletter Ecumenici

Ecumenici si rende conto della gravissima situazione creatasi in Italia da diversi anni sul fronte dell’informazione corrotta e corruttrice delle coscienze ad opera di giornalisti senza scrupoli, al soldo del potere economico e politico; comprendiamo che l’attuale clima di caccia allo straniero sta assumendo toni e una violenza inaudita, legittimata dal comportamento anche di organi istituzionali e col beneplacito trasversale di gruppi parlamentari. Spesso perfino (ma non sempre, grazie a Dio!) da quella che viene chiamata "la chiesa", che nella sua rincorsa per apparire sui media chiede sicurezza e ordine (le parole divenute ormai magiche nel linguaggio politichese italiano) ai suoi fedeli servi di partito. Al Governo e all’opposizione.
Riteniamo di non segnalare appelli generici contro il razzismo (che pur circolano in rete) ma di invitare le nostre lettrici e i nostri lettori a scrivere direttamente alla stampa estera per segnalare l’attuale situazione.
L’unica via d’uscita ci sembra individuarla infatti nella mobilitazione internazionale di denuncia dell’Italia.
Prendete carta e penna e iniziate a scrivere a tutte le redazioni di Londra, Madrid, Parigi, Berlino, Mosca, Lisbona, Atene, Vienna, Oslo,...
Scrivete ad amici e conoscenti ovunque. Scrivete lettere, messaggi, scambiatevi corrispondenza, ... Coinvolgete anche gli organismi internazionali a Ginevra, quelli a livello CEE e/o ONU.
Non abbiamo del resto altre strade per uscire dal vicolo cieco di un’informazione asservita al potere. Ci rimangono però l’inchiostro e le tastiere di una macchina da scrivere e quelle del tuo personal computer.
Se desideri impegnarti per una civiltà fondata sulla convivenza pacifica fra gli esseri umani, sei uno di noi. Noi non ti chiederemo chi sei e in chi o in che cosa credi o non credi. Non lo abbiamo del resto mai fatto.
Sei un uomo, sei una donna. Questa è la tua dignità. Questa è l’essenza di tutto.

Maurizio Benazzi
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Carissimi, vi trasmetto questo comunicato del CIEI ( Comitato Insegnanti Evangelici Italiani ),che dimostra il clima che stiamo vivendo in Italia.

Fraternamente, Franco Grassi

Modena, 13 maggio 2008

Distinto Assessore Dott.ssa Adriana Querzè,

siamo unŽassociazione di insegnanti evangelici (Comitato Insegnanti Evangelici Italiani) presenti anche nella provincia di Modena e desideriamo esprimere un parere in merito alla visita della statua della Madonna di Fatima nelle scuole modenesi.

Vogliamo innanzitutto ringraziarLa per la decisione da Lei assunta al riguardo e per le motivazioni che lŽhanno giustificata. Come cittadini, come insegnanti e anche come cristiani evangelici siamo convinti che la laicità della scuola statale sia un valore da salvaguardare per la libertà di tutti, la cornice al cui interno si può trovare lo spazio per un confronto aperto ed equo tra culture, tradizioni e fedi di cui gli alunni e le loro famiglie sono portatori. Giustamente Lei si è richiamata alle norme vigenti che configurano una scuola laica, una religione facoltativa e lŽinopportunità di promuovere iniziative di carattere confessionale che coinvolgano tutti gli alunni, cattolici e no.

Vorremmo anche esprimere il nostro dissenso nei confronti delle polemiche che sono sorte e che interpretano lŽepisodio alla luce del conflitto tra religioni, in questo caso tra italiani che si presumono cattolici e stranieri che sarebbero islamici o altro. Sottolineiamo che invece si tratta di una battaglia di civiltà tra coloro che abusano della loro forza (la maggioranza) per imporre alle Istituzioni una tutela clericale non richiesta e non lecita, e coloro che, essendo anche italiani e minoranze religiose, si vedono (loro sì) discriminati da innumerevoli piccole e grandi scelte che, operate da autorità succubi o compiacenti nella scuola laica, violano i valori dellŽeguale rispetto e della libertà di coscienza.

Ci teniamo inoltre a precisare che il nostro scopo non è aggiungere paglia al fuoco delle polemiche, ma semplicemente offrire qualche elemento in più alla riflessione su un "caso" che ci sembra facile pretesto per la strumentalizzazione.

Infine desideriamo che questa lettera abbia un carattere "aperto" perché riteniamo utile far pervenire una voce "fuori dal coro" su un argomento di attualità così scottante, che spesso viene presentato in modo semplicistico e distorto. Non cŽè solo il laicismo fanatico da una parte e il bigottismo cattolico dallŽaltra, ma fra i cittadini sono presenti posizioni molto più articolate e che dimostrano come la loro intelligenza dei problemi sociali non sia poi così limitata come appare dai resoconti dei mezzi di informazione.

Rinnovandole la nostra stima e il nostro apprezzamento, la salutiamo molto cordialmente.

Il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani



Domenica, 18 maggio 2008