Politica - Dibattito
Solidarietà al Papa ?!!

di Rosario Amico Roxas

La giornata della solidarietà si è conclusa con il ringraziamento del pontefice "per la solidarietà manifestata" agli oltre 200.000 fedeli accorsi in Piazza san Pietro.

Nel corso del suo intervento, Benedetto XVI ha invitato i giovani, gli studenti alla tolleranza, alla comprensione, e al rispetto delle idee altrui, in un itinerario di aggregazione sociale e morale, indirizzato alla ricerca della verità.

L’intervento deve essere riletto e con molta attenzione, perché ogni parola ha un suo peso, un significato; ha senso anche l’architettura stessa dell’intero discorso, per cui possiamo solo elaborare un primo commento "a caldo" per non cadere in facili entusiasmi oppure in critiche prevenute.

Iniziamo con la "solidarietà".

Il pontefice, in quanto tale e nella totale investitura della sua missione, non ha bisogno della solidarietà di nessuno; è il "servo dei servi di Dio", ma è anche la guida, il custode, il testimone più esposto; necessita del calore della fede dei fedeli, non della solidarietà spesso "pelosa" di quanti si espongono in attesa di ritorni mediatici .

Necessita della solidarietà il sovrano dello Stato città del Vaticano, che si tramuta in alleanze, in sostegni, in appoggi internazionali, perché coinvolto in un residuo di potere temporale che ha sostituito la quantità del potere con la qualità del medesimo.

Necessita della solidarietà il professore teologo nel suo cammino di insegnamento, quando il cristianesimo diventa cristianismo, cioè elaborazione dottrinale, esegesi, epistemologia, come se si trattasse di una corrente di pensiero e non di una fede universale, cattolica nel senso più ampio del termine, portatrice di valori universali che non trovano confine in altre religioni, quanto piuttosto elementi di incontro, di dialogo, di assimilazione a quella unica "razza divina" , nella quale venne trasformata la "razza umana" con il sacrificio della Croce.

Nella sua missione spirituale il pontefice non necessita di nessuna solidarietà, perché incarna la prosecuzione di un mistero che ci accompagna, che può essere solamente sostenuto da quella fede originale che per 2000 anni ha sostenuto la Chiesa.

Ma abbiamo ascoltato i mentori della solidarietà, i commenti politici che avrebbero voluto sostenere una solidarietà in contrapposizione a quel rigurgito di anticlericalismo attribuito alla "inefficienza del governo Prodi". Frasi vuote, insignificanti, molto "ruffiane", dette con l’intento di volere "tirare per la giacchetta" il pontefice dentro una polemica meschina, lontanissima dal suolo pontificale.

Sono stati i soliti pasticcioni che non conoscono il modo di distinguere i livelli che distanziano gli eventi, e trasformano tutto in una minestra di rape, purchè riscaldi la pancia.

Si tratta di riflessioni che in Vaticano dovrebbero fare per liberarsi da una involuzione nella quale alcuni tentano di condurlo come un banalissimo portatore di acqua.

Siamo, quindi, alla ricerca della verità, che il pontefice ha auspicato, invitando i giovani e gli studenti a rispettare le idee altrui.

Chavin de Malan, nella sua mirabile Storia dei santi, scrisse una invocazione:

"Salvaci o Dio dal naufragio, nascondici la Verità e fa che possiamo sempre continuare a cercarla";

è questa la verità che il pontefice deve indicare come meta che non compare, come stella polare irraggiungibile, ma in grado di indicare la rotta ai marinai.

Il possesso della verità eleverebbe l’uomo alla dimensione di Dio stesso, ponendo fine al farsi della storia e al divenire del pensiero umano.

La verità alberga nei cuori come certezza, e non apparterrà mai all’intelletto, non sarà mai esegesi né, tanto meno, epistemologia del trascendente .

E’ stato un comico ad insegnarci tutto, quando Roberto Benigni, a proposito dell’invocazione alla Vergine del 33° canto del Paradiso di Dante disse: "Da bambino avevo capito tutto, ma da grande non ci ho capito più nulla". Quella verità diventa apprezzabile fuori dagli schemi dottrinali, nell’itinerario che fece dire a sant’Agostino " Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore hominis habitat veritas".



Domenica, 20 gennaio 2008